Mencattini su il "no" di Logli e Romagnoli

Il no alla ricandidatura di Logli e Romagnoli Apre la Campagna elettorale.

Un rifiuto annunciato che però arriva in modo tanto fulmineo da renderlo dannoso anche per quanti avrebbero voluto il cambiamento legato ad un progetto di revisione politica,un’analisi degli errori di questa maggioranza che ha portato al disastro amministrativo la città e la Provincia.
Logli e soprattutto Romagnoli pagano per errori certamente non completamente loro ma lo fanno in modo maldestro ,quasi sbattendo la porta.
Ci rifiutiamo di credere che l’input del segretario regionale del PD abbia potuto espellerli dalla corsa elettorale. Logli e Romagnoli escono perché l’isolamento in cui ormai si sentivano relegati li rendeva impotenti in scelte strategiche che nei prossimi mesi avrebbero dovuto prendere e che avrebbe potuto rendere evidente poi la sconfitta elettorale.
Romagnoli e Logli escono per una Variante non spiegata alla città, escono per scelte urbanistiche di precedenti amministrazioni non realizzate,escono per la scelta di un ospedale insufficente,per una politica verso gli immigrati contraddittoria ed inefficiente,
escono per il disordine e la sporcizia del centro storico,per il caos del traffico,per la 325in grave ritardo di sistemazione,escono per un problema di smaltimento rifiuti ,di rapporti con le provincie di Pistoia e Firenze non risolti,escono per non aver capito che alta velocità e variante di valico senza un sistema di collegamento rapido metropolitano allontaneranno Prato dal resto del paese,escono per una politica immobiliare faraonica.
Logli e Romagnoli escono per non aver avuto coraggio di uscire fuori dalle mura per difendere Prato e promuoverla nella regione nel paese in europa.
Diciamo la verità :è stata una politica piccola piccola.
Ed Ora il rischio,quasi una certezza che si mettano sull’Aventino per 7/8 mesi ,quanto ci divide dalle prossime elezioni,è un ulteriore minaccia per il Distretto e l’economia li Prato.Questo momento politico necessita di una riflessione profonda che auspichiamo si apra in modo trasparente e nei consigli elettivi e nei luoghi di incontro,magari sorretto dalla stampa,perché non c’è più tempo di aspettare, è necessario un tempo ove sconfitti e potenziali vincitori scrivano regole diverse.
Il rifiuto di Romagnoli e Logli dimostra che la figura del sindaco /presidente padre padrone eletto con il massimo del potere che cade per l’inadempienza dell’apparato,è ormai superata.
Noi al momento pensiamo alla necessità di una squadra vera di persone che con umiltà
Ascoltando si impegnino a risolvere i mille problemi che certamente non sono soltanto cittadini,ma lo facciano non per la parte che rappresentano ma per la città e la Provincia di Prato.
Enrico Mencattini segretario 16/10/08

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