PRATO FIRENZE E FEDERALISMO FISCALE

Enrico Mencattini ha scritto:

Prato sta per essere riassorbita nell’economia Fiorentina,non c’è più tempo per le divisioni,è tempo di fare impegno comune.

E’ tema centrale della politica di questi giorni la realizzazione di un Federalismo fiscale compiuto, che,salvaguardando la sussidiarietà e la Unità nazionale sia il volano per rilanciare in modo diversificato ma più produttivo l’economia delle Regioni Italiane.
E’ questo un obiettivo importante ma non privo di rischi in un momento di grande trasformazione dell’economia europea,ove si affacciano aspirazioni per la nascita di grandi aree,spesso sovranazionali a sviluppo e cultura similare.basterebbe pensare al triveneto,l’austria,la slovenia, all’italia nordovest la Provenza e la Savoia,La lombardia e la Baviera.Anche in Italia comunque è inevitabile la costituzione di due macroaree,nord,centrosud.
Il tema comunque riguarda con forza anche il destino delle regioni centrali italiane e fra queste la Toscana,sempre più attardata tra una aspirazione turisticoagricola ed una economia frazionata,di pioccola impresa per conto terzi , vicina ad un antica vocazione di mezzadria,ed uno sviluppo industriale di livello qualitativo possibile per la presenza di operatori ad alta qualificazione artigianale,e di scuole di formazione di eccellenza,specie nel campo della moda,della mecanica,dell’ottica,dell’elettronica.
Alla Toscana manca tuttavia la spinta trainante,come avviene in molte regioni italiane della Provincia capoluogo,attardandosi Firenze ancora in un ruolo di città museo,di luogo attrattivo di eccellenza che la fa prigioniera dei suoi nuovi mercanti, bottegai o banchieri che siano.Firenze non riesce ad uscire dai suoi confini e se lo fa lo fa con una politica di sovvallaggio di rapina nei confronti delle altre città Toscane.
Se questo localismo territoriale rimane come nei secoli passati l’unica ambizione politica di questa Grande Città è inevitabile che le realtà della altre nove Provincie toscane non possa che abbandonare quel ruolo di fedualità verso il capoluogo.
E Prato che da molti anni ha lavorato per lo sviluppo dell’economia toscana,in questo momento si trova ad un bivio: scegliere in un momento di caduta dell’economia del distretto di tornare nella orbita politica ,amministrativa ed economica di Firenze,progettando in questa scelta l’unica possibile,od invece fare gruppo e rilanciare una propria autonomia,o comunque un ruolo identificativo specifico per collaborare con Pistoia e Firenze ad una crescita mantenendo una specifica autonomia?
SE il futuro si chiamerà federalismo fiscale,e di qui a pochi mesi lo vedremo,Prato ha molti crediti da chiedere alla economia Toscana.Il ritorno della pressione fiscale esercitata su Prato prima e dopo l’autonomia Provinciale,non è stata e non è ora in scala con le tasse che i Pratesi hanno pagato.Quanto si disperde nella regione toscana delle risorse prodotte non è certamente tenuto in considerazione nella politica della Regione.
Sono le cifre a parlare,basterebbe comparare in tema di perequazione quanto dalla provincia di Prato è indirizzato verso molte provincie più grandi ,ma più povere.
Ma quanto sta avvenendo in tema di scelte politiche su Area Vasta Sanitaria,area metropolitana Fiorentina, grandi impianti sportivi,centri universitari e scuole superiori di eccellenza,Trasporti ferroviari e viari,Alta velocità,allontanamento Provveditorato,mancata presenza Sovraintendenza,Mancati collegamenti Autostradali,fa pensare che la nostra regione consideri l’Area Pratese alla stregua dell’alto mugello o dell’area maremmana.
Forse in questi luoghi si vive meglio ,ma certamente si contribuisce con meno risorse all’economia regionale.
Ora in una gravissima crisi strutturale del Distretto a noi ed a noi soltanto pratesi è dovuta una riflessione di abbandonare il modello che ci ha reso esserevolano trainante per il nordovest della regione,è venuto il momento per tutti di fare gruppo,accantonare le divisioni che ormai occupano anche i circoli e le associazioni più minute oltre i maggiori partiti e selezionare classe dirigente,porsi obiettivi,darsi strategie per realizzarli.Solo così potremo evitare il collasso dell’area Pratese.
Selezione della classe dirigente:E’ di questi giorni sui giornali il Toto sindaco,frutto delle diatribe che all’interno degli schieramenti ,si produce tra cordate,amicizie trasversali,gruppi economici.
La politica è fatta di queste cose,ma non vorremmo che per far dispetto l’opposizione scegliesse un candidato sindaco tra i vari papabili della maggioranza per far dispetto ad un candidato migliore,e che al contempo la maggioranza facesse finta di voler far da sola, sapendo di poter recuperare le minoranze,le più varie,partiti, comitati,associazioni,fedi etniche e religiose,lavorando in una economia di sottogoverno.
Si parla di elezioni primarie e perché non effettuarle in modo vero e serio per scegliere almeno una rosa di candidati?Noi non crediamo ai sindaci leaders, ma alla rappresentanza ,e vorremmo che il ruolo del Sindaco si avvicinasse più a quello di censore,giudice,e suggeritore per il Consiglio che a quello di Tiranno poco illuminato come troppo spesso si è manifestato in molte città in questi anni.Potrebbe essere un programma per il nuovo Sindaco,un programma di coinvolgimento di tutti per il bene comune,una garanzia per suscitare un impegno per la risalita del Distretto.
Obiettivo: un modello di città da costruire dove il tessile sia ancora cardine,ma con un ruolo specifico nell’economia toscana ,trainarla verso il polo europeo emiliano e veneto.
Strategia:individuare le carenze infrastrutturali,abitative,sociali,di decoro cittadino,di immagine che la rendono invisibile agli organi di informazione ed ignota al circuito commerciale fuori dell’area tessile,dare speranza ad un esercito di immigrati che ormai sono qui e che da qui difficilmente se ne andranno per evitare un’inevitabile conflittualità figlia della povertà.
Lo spirito che tutti noi dovremmo avere per realizzare questi obiettivi che noi dell’UDC proponiamo non è molto diverso dalle ragioni per cui si è costituita a Roma la Commissione Attali,per amministrare le risorse per Roma Capitale.
Certo noi non abbiamo a Prato le risorse che i Romani e di centrosinistra e di Centrodestra si sono assicurati con il varo della legge speciale per Roma Capitale,ma gli obiettivi che hanno fatto decidere Amato ed Alemanno a lavorare insieme non sono superiori alle necessità di salvare il nostro distretto.
Non dico che improvvisamente il motto possa diventare: tutti per uno ,uno per tutti per la difesa di Prato,ma qualche segnale di intesa di regole,di garanzie per le minoranze,di progetti non rinviabili e quindi accettati da tutti,di voglia di dire basta alle contrapposizioni inutili,è il momento di cominciare a gettarlo.L’alternativa è continuare a rinchiudersi nella sedi sempre più ristrette del potere alla ricerca di Re travicello,sapendo che inutilmente nessuno ha nel cappello il coniglietto magico(il sindaco) per risollevare Prato.
Ormai non abbiamo più tempo,perfino il Consiag, magico scrigno di potere e risorse sta per gettare la spugna per padroni più importanti,

Enrico Mencattini segrtetario provinciale udc prato



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