Incontro con Magdi Cristian Allam (Udc)

Incontro del 16 aprile con M.C.Allam foto ALessandro Coppini

"Sogno un’Europa Cristiana Libera dove la dignità e la libertà della persona, i diritti e i doveri, il bene comune e l’interesse generale siano una certezza assoluta che consenta a ciascuno di noi di essere, a testa alta e con la schiena dritta, pienamente se stesso, padrone a casa propria"
Questo l'impegno assunto da Magdi Cristian Allam all'incontro organizzato dall'Udc, che ha particolarmente messo in evidenza le malattie ideologiche del nostro tempocome il buonismo il laicismo ed il relativismo etico, contro le quali il nostro Papa rimane un sicuro "pilastro di certezza" a difesa dei diritti inviolabili dell'uomo.

Riflessioni che ricondotte da un piano teorico ad un piano pratico, risultano di particolare attualità per chi intenda trasferirle su quelle che sono le criticità legate ai fenomeni dell'importante flusso migratorio che interessa il nostro territorio. Aspetti divenuti primari per il "buon amministratore" chiamato al recupero della propria tradizione e locale e dei valori universali della nostra identità ovvero verso quel processo di "caratterizzazione identitaria" ovvero del rafforza mento della nostra identità, senza il quale diventa arduo se non impossibile il dialogo costruttivo con chi è portatore di una propria cultura e storia e con una identità personale spesso più forte della nostra.
Ridare l'anima all'Europa è la battaglia del nostro vivere politico.

All'incontro hanno partecipato oltre ad Edoardo Chiozzi (TG3) ed al Segretario Mencattini UDC il candidato a Sindaco Cenni e alla Provincia Querci (Udc)

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Presidenza della Provincia: Querci

L’Udc rompe gli indugi e propone Franesco Querci quale proprio candidato alla presidenza della Provincia di Prato.

La decisione di procedere per linee autonome dell’Unione di Centro fa seguito ad una scelta di privilegiare ove possibile un rinnovamento dei quadri destinati a guidare la politica pratese dopo il 2009. Quasi sicuramente saranno altri giovani che guideranno la lista al comune di Prato che l’Udc proporrà per sostenere Roberto Cenni nella carica di Sindaco. Si fanno i nomi di Agnese Papi ed Antonio Longo a cui si affiancheranno altri giovani professionisti. Un passo indietro, quindi, della vecchia guardia - Enrico Mencattini, Franca Petrà e Roberto Caverni - a cui rimangono i rapporti con gli altri schieramenti e la politica nazionale proprio a sottolineare il rinnovamento nella continuità della presenza dei dirigenti.

Enrico Mencattini

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Dl sicurezza: CLAMOROSO A MONTECITORIO. Governo battuto

A voto segreti parte della PDL vota contro i provvedumenti della Lega

Il Dl sicurezza perde alcuni pezzi qualificanti e la Lega mostra tutta la sua ira per quello che definisce un "tradimento" da parte della maggioranza. Il decreto viene approvato, ma senza ronde e prolungamento della permanenza dei clandestini nei Cie. I voti a favore sono stati 397 a fronte di soli 6 no. I deputati presenti erano 405 e i votanti sono stati 403 (due quindi gli astenuti). La maggioranza richiesta era di 202. Il provvedimento passa ora al Senato per l'approvazione definitiva.

LA RUSSA: ANDRO' DA BERLUSCONI A SPIEGARE. "Andrò pirma io da Berlusconi a dire che il Senato deve assolutamente rimediare a costo di lavorare a ritmi ancor piu' serrati. Non puo' vincere chi nel segreto dell'urna ha votato un emendamento che non appartiene alla linea del Pdl". Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl, esce dall'aula di Montecitorio per spiegare che il voto dei 12 o più franchi tiratori attribuiti al Popolo della libertà non è nel merito del provvedimento. "Sono altri i motivi. Si tratta di 12 motivi diversi e non per una contrarietà politica. Nessuno - dice il ministro della Difesa - ha mai pensato che la norma non fosse importante, ma come non credo che sia un autogol da parte della Lega, non bisogna nemmeno pensare che sia stato un voto nel merito".

CLAMOROSO A MONTECITORIO. Governo battuto. A scrutinio segreto una parte del Pdl vota con l'opposizione e fa bocciare l'emendamento Maroni sull'allungamento della permanenza dei clandestini nei centri di espulsione. Furiosa la Lega che abbandona l'Aula. E' il primo vero strappo nella maggioranza...

IL VOTO. L'aula della Camera boccia l'articolo 5 che prevede un allungamento dei tempi di permanenza nei centri di accoglienza per immigrati fino a sei mesi in attesa dell'espulsione. La Camera ha votato a scrutinio segreto (su richiesta dei gruppi di opposizione) alcuni emendamenti, tra cui uno presentato da Franceschini e Soro e uno dagli Udc Vietti e Rao, interamente soppressivi dell'articolo 5 sui Cie. L'aula si è espressa con 232 sì e 226 no.

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"Abbiamo detto NO ad un Federalismo FASULLO"


SIAMO FEDERALISTI
L'UDC vuole un federalismo vero, che garantisce da una parte l'unità della Repubblica e la solidarietà nazionale, dall'altra l'autonomia, il decentramento e la responsabilità dei diversi livelli di governo in base al principio di sussidiarietà.
La maggioranza vende un finto federalismo fiscale che non serve a contenere e a razionalizzare la spesa pubblica, divide e discrimina.

UN ERRORE DI METODO
Occorre prima definire con chiarezza "chi fa cosa, come deve essere fatto e quanto costa farlo". E' infatti possibile immaginare un nuovo modello di finanziamento di regioni ed enti locali, come previsto dal governo, senza aver prima fissato le competenze dello Stato, delle Regioni (comprese quelle a statuto speciale), delle province (ma non dovevano essere soppresse!?), delle città metropolitane e dei comuni?
Sarebbe stato doveroso far precedere l'esame del federalismo fiscale dalla approvazione della Carta delle Autonomie: la mancata definizione del quadro istituzionale impedisce di stabilire quali siano le funzioni amministrative assegnate ai diversi livelli di governo e, quindi, rende pressoché impossibile definire il relativo finanziamento.

FUNZIONI DECENTRATE
E' Necessario individuare precisamente quali siano le funzioni fondamentali degli enti locali, quali i livelli essenziali delle prestazioni per le regioni, quali le altre funzioni, da cui conseguono le diverse modalità di finanziamento ed il meccanismo della perequazione.

IL MIRACOLO DEL COSTO STANDARD
Siamo d'accordo sull'abbandono del criterio della spesa storica per finanziare gli enti locali e sulla sostituzione con il costo standard. Il provvedimento, però, NON indica quali siano i parametri per ricavarlo, come rendere omogenei i bilanci degli enti locali, come valutare le attività esternizzate.
Lo sbandierato abbandono della "finanza derivata" ripropone in realtà uno schema per cui tutti i tributi transitano comunque dal centro prima di far ritorno in periferia. L'autonomia di entrata e di spesa enfatizzata dal provvedimento rischia, infatti di essere compromessa dall'impiego delle compartecipazioni anziché delle quote e aliquote riservate sulla base imponibile dei tributi erariali, il che accresce e non diminuisce il potere dello Stato.

NON ESISTE FEDERALISMO A COSTO ZERO
Nonostante una clausola che dice che il federalismi fiscale non avrà ricadute sui saldi di finanza pubblica, in realtà nessuno, a cominciare dal Ministro dell'economia e delle finanze, sa quantificare gli eventuali costi del provvedimento.
Quello che è certo è che finanziare funzioni amministrative senza prima averle individuate e quindi senza sapere quanto costano, produrrà un aumento dei centri di spesa e della pressione fiscale.Si attribuisce, inoltre, alle Regioni e agli enti locali il patrimonio immobiliare statale, dimenticando di averlo già ipotecato a garanzia del debito pubblico che, viceversa, rimarrà tutto a carico dello Stato.

IL PARLAMENTO SPOGLIATO

La riforma si fa con una delega al Governo che taglia fuori il Parlamento dalla cabina di regia dell'attuazione della riforma. Parlamento, Conferenza Stato e Autonomie continuano a viaggiare su corsie separate.
Si propone un congegno ad "alta complessità istituzionale" (come lo ha definito il Ministro Tremonti): 12 tributi in gioco, 5 soggetti istituzionale per l'attuazione, 2 fondi di solidarietà previsti dalla Costituzione, 29 principi e criteri direttivi generali e circa 90 specifici, 18 decreti delegati (ipotizzabili) al netto delle modifiche ed integrazioni. Tutto ciò senza una Camera delle Regioni che regga i fini dei calcoli delle perequazioni, che controlli la tenuta finanziaria dei nuovi equilibri contabili e districhi la matassa delle funzioni.

DISUGUAGLIANZE TERRITORIALI
Secondo la Costituzione deve essere garantito il finanziamento integrale delle funzioni pubbliche attribuite ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni.
Per i territori con minore capacità fiscale per abitante, il medesimo articolo ha previsto l'istituzione da parte dello Stato di un fondo perequativo.
La perequazione assolve ad un essenziale ruolo di bilanciamento della disponibilità di risorse economiche per il finanziamento delle funzioni fondamentali delle autonomie territoriali e locali, e per assicurare ovunque i livelli essenziali delle prestazioni.
Prevedere, come fa la riforma, una competenza regionale nella definizione ed erogazione delle risorse per la perequazione rischia di creare nuovi squilibri territoriali.

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Speciale "Vento di Centro" ROMA 3-4 aprile

VERSO IL PARTITO DELLA NAZIONE
"SIAMO NOI L'ALTERNATIVA VERA"

Vai all'intervento di CASINI
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GUARDA TUTTI GLI INTERVENTI (clicca qui)

Il Video rassuntivo:


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ROBERTO CENNI al Palca Mart. 07/04/09

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Savino Pezzotta a Prato - LUNEDI 6/04/09

Alle ore 16,00 incontrerà l'Unione Industriale Pratese


Alle 18,00 partecipera alla presentazione del libro di Barucci a palazzo Novellucci, "l"Economia, i Cattolici, il Mercato", l'incontro è aperto a tutti ed organizzato dal CCS.

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Schema di una Legge he funziona ("legge40" Fecondazione Assistita)

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