trasferimenti statali: UDC Prato per l'unità d'intenti

Fa piacere verificare come anche i consiglieri PD Calussi, Colzi e Vannucci abbiano aderito alla nostra proposta per cercare di portare Prato allo stesso livello di trasferimenti statali delle altre province toscane. Questa può diventare una battaglia di tutta la città unita per rimediare a più decenni di grave ingiustizia. La nostra classe dirigente dovrebbe far comprendere a tutti i livelli istituzionali, regionali e nazionali, che Prato è il terzo comune dell’Italia centrale. I 25 milioni di ulteriori risorse per gli ammortizzatori sociali sono stati un grande risultato, ora dobbiamo rendere permanente il nostro livello di risorse.

Giovanni Bambagioni
Coordinatore Prov. UDC - Partito della Nazione

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Una battaglia per rimuovere una grave ingiustizia

Solo chi è accecato da pregiudizio ideologico non riconosce i meriti del Governo e dei nostri parlamentari per aver ottenuto l' intervento straordinario di 25 MLN a vantaggio dei nostri concittadini in crisi di lavoro. Lo stanziamento rimane comunque a carattere di una tantum irripetibile.
I dati pubblicati di recente sulla misura dei trasferimenti statali annuali alla nostra città sono viceversa inaccettabili.
Prato riceve ogni anno 343 euro per abitante. Livorno 373; Pistoia 380; Siena 409; Lucca 423, Pisa 453, Massa 513; infine Firenze con 555!
Perchè?
Con il livello di trasferimento di Lucca noi otterremo un aumento di risorse trasferite di E. 19 MLN; di oltre 24 MLN nel caso di Pisa; di ben 33 MLN nel caso di Firenze. E sopratutto non con carattere di una tantum.
Consideriamo che oltre ai cittadini residenti ufficiali, Prato ha, come ben sappiamo, qualche abitante in più.
Per decenni la nostra città ha ovviato con la piena occupazione e la forza economica a questa particolare iniquità ma adesso non possiamo più permetterci che, utilizzato il finanziamento straordinario di 25MLN, ci si trovi ad abbandonare nostri concittadini sfortunati sul lavoro e privi di ogni tutela successiva.
Noi pensiamo che Prato abbia la forza, se supportata da un grande spirito unitario, di rimuovere l' ingiustizia, profonda e inescusabile, di questa carenza di risorse.
Tutti dovrebbero sentirsi in dovere di contribuire a riportare la nostra comunità almeno sul livello degli altri capoluoghi di provincia toscani. Si apra una forte battaglia, a tutti i livelli decisionali. Prato è il terzo comune dell' Italia centrale e vige l'obbligo, per la sua classe dirigente, di farselo riconoscere in tutte le sedi. Dotiamo questa Giunta e il Sindaco Cenni delle risorse di cui godono altri, certamente non più virtuosi di noi e lavoriamo per il bene comune della nostra amatissima città.
Giovanni Bambagioni
(Coordinatore Prov. UDC) Antonio Longo (Capogruppo Comune Prato UDC)

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“Coprifuoco” a Chinatown, Querci contro Lorusso: “In gioco non c’è la libertà di mercato e la concorrenza ma la salute pubblica”


da NOTIZIEDIPRATO

Francesco Querci

Non è piaciuta in casa Udc la presa di distanza dell’esponente “finiano” Federico Lorusso rispetto all’ordinanza che il Comune intende adottare per obbligare i locali del Macrolotto Zero a chiudere entro mezzanotte. In un’intervista rilasciata a Notizie di Prato il consigliere comunale, ormai quasi ex Pdl, si era augurato una retromarcia di sindaco e assessore Caverni proprio su quel provvedimento. E la cosa viene ora stigmatizzata da Francesco Querci, segretario comunale dell’Udc: “Il consigliere Lorusso - scrive Querci - ben sa che uno dei motivi per cui il sindaco Cenni e la propria giunta hanno vinto le elezioni, corrispondeva ad un’effettiva esigenza di “fare”, di prendere delle decisioni, a causa di un lassismo, che la paura di pestare i piedi a quello o quell’altro, ha lasciato la città in mano agli avvenimenti. Chinatown è l’emblema più forte di quella situazione, di cui le vittime principali sono proprio quei residenti, cittadini italiani e cinesi, che si sono ritrovati intrappolati in una situazione surreale. Forse il consigliere Lorusso dovrebbe capitare da quelle parti per rendersene conto che esiste un’emergenza”.
“Quello in gioco - prosegue l’esponente centrista - non è la libertà di mercato e di concorrenza, ma quello di salute di chi vive in quell’area, che inevitabilmente necessita di interventi mirati, come quello coraggiosamente assunto dalla giunta. Capisco la volontà di essere parte del dibattito cittadino, ma non confondiamo - in modo disarmante - le diverse criticità fra Chinatown e piazza Mercatale, per la quale, come ben dovrebbe sapere, sono allo studio altrettanti e diversi progetti per la sua riquallificazione, che in realtà è già partita con la rimozione del mercato delle bancherelle”

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Il Gruppo provinciale Udc non condivide la scelta di Gestri.

Prato, 9 settembre 2010 - «Il ruolo istituzionale di rappresentante di tutta la comunità lo obbligava ad essere presente a fianco della ciittà, soprassedendo a contrasti di natura politica che ben potevano trovare sfogo in altre sedi ed in differente momento, senza recare così danno ad una manifestazione radicata in otto secoli di storia, alla cui tradizione resta ancorata l'immagine della nostra città.
Nel merito, si aggiunge, l'integrazione parte non solo dal reciproco rispeetto fra ospite e ospitante, ma anche dalla consapevolezza dell'unità e condivisione della comunità ospitante, nel caso quella pratese. La politica ha il compito fondamentale , dunque, di creare quei ponti di dialogo al suo interno e non portare all'estremo scontro scelte non condivise.
Il Corteggio è festa di campanile, del comune di Prato e la Provincia riveste un ruolo indiretto: questo doveva correttamente indurla a portre, se vogliamo, un elemento di riflessione sul tema della partecipazione della comunità cinese e non certo un elemento di disgregazione e di rottura, aggravato dalla scelta di non presenziare.
Una partecipazione, quella cinese, al Corteggio comunque ritenuta non necessaria per una manifestazione dal sapore tipicamente pratese, alla quale le comunità estere potevano trovare un ruolo diverso e altrettanto coinvolgente, ma di minore impatto sulla pubblica opinione e sulla tipicità della sfilata.
(*) Capogruppo Udc al Consiglio Provinciale di Prato

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La disfida del Corteggio/Il centrodestra accusa Gestri: “La sua è stata una mancanza di rispetto per la città e per l altre istituzioni”

da NOTIZIEDIPRATO

Non si è affatto rasserenato il clima politico cittadino il giorno dopo il Corteggio con le polemiche legate prima alla decisione della Provincia di far sfilare dietro il proprio Gonfalone i rappresentanti delle comunità di immigrati, con conseguente parere contrario da parte del Comune, e poi con la scelta del presidente Gestri e dell’intera giunta provinciale di non sfilare nel Corteggio. Da una parte e dall’altra adesso si rinfacciano le accuse di aver rischiato di rovinare la festa dei pratesi. Il centrodestra accusa senza mezzi termini Gestri di ingerenza in una manifestazione da sempre organizzata dal Comune e di aver voluto fare per ragioni meramente politiche un doppio sgarbo istituzionale. Il gruppo provinciale del Pdl ha dichiarato al proposito che chiederà conto a Gestri con una domanda di attualità del suo comportamento e “come intenda provvedere allo sgarbo istituzionale verso il sindaco di Prato e soprattutto verso il prefetto”. “La partecipazione - si legge in una nota del Pdl - di cittadini stranieri e di qualunque provenienza estera agli eventi collegati alla Festa della Madonna della Fiera è da sempre stata libera e benvenuta, oltre che naturalmente numerosa. Chiediamo quindi in base a quale ragionamento il presidente della Provincia abbia ritenuto non solo di proporre, ma di spingersi fino alle estreme conseguenze che segnano evidentemente un precedente nei rapporti tra istituzioni. Se il presidente della Provincia e i suoi assessori, anzichè giocare a nascondino tra le vie del centro, avessero sfilato dietro il Gonfalone della Provincia, avrebbero semplicemente fatto il loro dovere di rappresentare l’interezza della comunità pratese, senza inutili distinguo frutto di valutazioni puramente ideologiche e di parte”.


Concetti che tornano in quanto afferma Francesco Querci, capogruppo Udc in Provincia: “Il ruolo istituzionale di rappresentante di tutta la comunità di Gestri lo obbligava ad essere presente a fianco della città, soprassedendo a contrasti di natura politica che ben potevano trovare sfogo in altre sedi ed in differente momento, senza recare così danno ad una manifestazione radicata in otto secoli di storia, alla cui tradizione resta ancorata l’immagine della nostra città. Il Corteggio è festa di campanile, del comune di Prato e la Provincia riveste un ruolo indiretto: questo doveva correttamente indurla a portare, se vogliamo, un elemento di riflessione sul tema della partecipazione della comunità cinese e non certo un elemento di disgregazione e di rottura, aggravato dalla scelta di non presenziare”.

Molto più peso l’affondo di Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale del Pdl: “La decisione del presidente della Provincia Gestri di disertare il Corteggio storico è insieme una mancanza di rispetto nei confronti della mediazione del prefetto e uno schiaffo alla cittadinanza pratese. Una conferma della totale mancanza di senso delle istituzioni di chi vuol piegare tutto, anche le tradizioni più antiche, ai propri interessi politici”. Mentre Leonardo Soldi, segretario comunale della Lega Nord, ribadisce come l’organizzazione del Corteggio storico spetti al Comune: “La Provincia - afferma Soldi - dovrebbe guardare alle cose di sua competenza, come per esempio tentare di reinserire nel mondo del lavoro le migliaia di cassaintegrati e di lavoratori in mobilità e di trovare un’occupazione per coloro che sono nelle liste di collocamento, invece di pensare esclusivamente agli stranieri”.

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