PD: un pugile suonato!
Posted On martedì 30 marzo 2010 at alle martedì, marzo 30, 2010 by Avv. Francesco Querci
Come descrivere oggi la condizione in cui si trova il più grande partito d’opposizione, quel PD erede della tradizione del Comunismo italiano? L’immagine più ficcante è senz’altro quella del pugile suonato, preso a pugni da ogni parte ed incapace di reagire.Il Pd oggi è strizzato a destra dall’Udc, che accredita presso l’elettorato moderato e riformista una maggiore concretezza e serietà, e a sinistra da Di Pietro, che riesce a trascinare la sinistra radicale e movimentista disillusa dalle satrapie del “partitone”.
Di questo stato di cose Poggio a Caiano è un caso emblematico. Il Pd, in un paese di radicata tradizione cattolica e tuttora moderato, a pochi giorni da una difficile tornata elettorale, va a promuovere una campagna per il testamento biologico, mettendo in grave imbarazzo il suo Sindaco e regalando un formidabile assist all’Udc. Qualche anno fa i Ds, pure laicisti, non avrebbero mai commesso un così madornale errore, segno evidente di un malessere profondo.
Immaginiamo la delusione cocente degli amici della Ex Margherita (le defezioni della Binetti, di Lusetti, di Carra e, ancor prima, di Rutelli, sono emblematiche).
La Margherita era un progetto ambizioso che doveva costituire la nuova fase dell’impegno del Cattolicesimo progressista. Prodi, pur in modo frammentario e piuttosto equivoco, aveva realizzato il postulato dossettiano del compromesso tra la Sinistra Dc ed il Partito Comunista. La Margherita doveva realizzare il passo ulteriore, consistente in una decisa deideologizzazione, nel superamento dei vecchi schemi europei Socialismo / Popolarismo, per giungere ad una nuova formazione, mai prima vista in Italia, di matrice riformista e solidarista, capace anche di sintesi virtuose nel campo dei valori. Le speranze però sono state del tutto disattese, perché è venuta fuori una semplice accozzaglia di storie diverse, senza progetto, senza prospettive, prigioniera di vecchi steccati e di antiche liturgie. I motivi di questo flop, politologico ancor prima che organizzativo, non possono essere analizzati qui, perché sarebbe, davvero, cosa troppo lunga.
Quello che è da chiedersi è se il Pd sia oggi in grado di costituire l’alternativa al berlusconismo. Fino ad ora il Governo ha potuto agire praticamente senza opposizione, essendo stato il Pd più impegnato a dissanguarsi nelle proprie beghe interne (la via crucis Veltroni – Franceschini – Bersani), a cedere roccaforti storiche come Prato, che a contrastare la deriva populista del Paese.
Il Pd ha lasciato che altri, ora Di Pietro, ora la Bonino, ora la Cgil, dettassero l’agenda politica del partito.
Senz’altro più efficace è stata l’opposizione “repubblicana” messa su, con povertà di mezzi ma non di idee, dallo Scudocrociato. Ne è prova che Berlusconi non attacca Bersani ma Casini.
E’ urgente che la politica italiana cambi. I rischi per la democrazia ci sono e non possono essere nascosti.
Gli elettori del Pd, specie quelli moderati, debbono chiedersi se, per un cambio di passo e per la tutela dei valori costituzionali, sia più utile tentare di rianimare un corpo morto ed eteroguidato, oppure se non convenga dare forza e gambe a quel grande progetto che è l’Unione di Centro.
Il mio consiglio è scontato. Il voto utile è quello all’Udc.
Cristiano Maria Ciani
I dati: l'UDC cresce a Prato alle Regionali 2010 (Pdl in caduta libera, avanza la Lega)
Posted On at alle martedì, marzo 30, 2010 by Avv. Francesco Querci
I dati che provengono dalle elezioni regionali, evidenziano innanzitutto la marcata astensione dell'elettorato, a nostro avviso da ricondurre in Toscana a due motivi principali:
- la disaffezione dei cittadini per una politica nazionale priva di contenuti reali.
- lo scippo del voto di preferenza dalla legge regionale toscana.
PRATO
PD, anch'esso con numeri in senso negativo, ma recupera sul dato generale; il fatto conferma che l'elettorato tradizionalmente di sinistra ha voluto punire alle scorse aministrative l'inefficienza della giunta di sinistra.
L'UDC Pratese evidentemente, piace al proprio elettorato che è tornata a votarla, guadagnando quel poco che basta per essere in controtendenza ai due partiti maggiori e in particolare di una PDL che, pur condividendo la coalizione per il Comune, da quella piazza - ed in modo irriguardevole - aveva mandato iripetutamente l 'ignobile appello al "Voto Utile" contro l'UDC a mezzo dei i suoi maggiori esponenti (sul palco Faenzi Matteoli Verdini e Magnolfi), che oggi invero pagano, loro più di tutti sul territorio pratese, la responsabilità politica di avere perso a Prato ben 10.000 voti, evidentemente per molti la scelta utile è stata quella di non votarli o di votare altro.
L'UDC Pratese RINGRAZIA TUTTI I PROPRI ELETTORI e i propri CANDIDATI per l'egregio lavoro svolto: Enrico Mencattini, Chiara Bambagioni, Vito Tarantini (per il collegio provinciale di Prato) e Lorenzo Marchi (presente nel collegio fiorentino).
UDC PRATO

I dati e lo spoglio: elezioni PRATO 2010
Posted On lunedì 29 marzo 2010 at alle lunedì, marzo 29, 2010 by Avv. Francesco QuerciTour pratese per il capogruppo al Senato dell’Udc Gianpiero D’Alia: “Ottimo il lavoro di contrasto all’illegalità”
Posted On venerdì 26 marzo 2010 at alle venerdì, marzo 26, 2010 by Avv. Francesco QuerciGiro di incontri politici e istituzionali a Prato per il capogruppo al Senato dell’Udc, Gianpiero D’Alia. Ieri pomeriggio, accompagnato da una delegazione provinciale di maggiorenti del partito centrista il senatore, membro delle commissioni Giustizia del Senato e della bicamerale Antimafia ha incontrato il prefetto Maria Guja Federico, il sindaco di Prato Roberto Cenni, l’assessore alla sicurezza Aldo Milone e quello all’integrazione Giorgio Silli. “Sono qua per capire meglio una realtà che già conoscevo per la sua particolarità - ha detto il senatore - voglio esprimere, come rappresentante dell’Udc, la mia vicinanza alle iniziative dell’amministrazione comunale, che sta lavorando per contrastare in maniera più efficace l’immigrazione clandestina”. Riguardo alla necessità di un Cie in Toscana, D’Alia ha commentato: “Di per sé non risolve i problemi legati all’immigrazione, rappresenta più che altro un aspetto terminale di un circuito legislativo la priorità deve essere data all’integrazione”. L’esponente del partito di Casini è anche tornato a criticare, a proposito di contrasto dell’illegalità, lo scudo fiscale: “Ci siamo fortemente opposti, non perché non sia uno strumento utile per fare emergere i capitali, ma perché è stato pensato peraggirare le norme anti-terrorismo e anti-riciclaggio”. (c.a.p.)
Gli elettori del Pd si devono chiedere se...
Posted On giovedì 25 marzo 2010 at alle giovedì, marzo 25, 2010 by Filippo BorettiDi Cristiano Maria Ciani, Poggio a Caiano
Come descrivere oggi la condizione in cui si trova il più grande partito d’opposizione, quel PD erede della tradizione del Comunismo italiano? L’immagine più ficcante è senz’altro quella del pugile suonato, preso a pugni da ogni parte ed incapace di reagire. Il Pd oggi è strizzato a destra dall’Udc, che accredita presso l’elettorato moderato e riformista una maggiore concretezza e serietà, e a sinistra da Di Pietro, che riesce a trascinare la sinistra radicale e movimentista disillusa dalle satrapie del “partitone”.
Il Pd, sostanzialmente, ha annacquato e depotenziato due storie e due identità di cui non ha saputo operare una sintesi efficace. Oggi nel Pd si vedono, in maniera confusa, scimmiottature americanegggianti del modello Obama, pulsioni veterocomuniste, istanze radicali, sparuti rigurgiti conservatori. Mancano una guida autorevole, una linea politica chiara. Anche la classe dirigente locale, pur proveniente da scuole importanti e solide, come quelle del Pci e della Sinistra Dc, sta andando in confusione. Il reticolo delle Case del Popolo e delle Coop è smarrito ed incerto, privo di punti di riferimento. La Cgil si smarca e detta le condizioni, in una assurda e intollerabile invasione di campo rispetto alla politica. Le associazioni laicali che da sempre hanno fiancheggiato il prodismo oggi brancolano nell’incertezza. Mancano addirittura candidature credibili se, nel Lazio, si è andati a consegnarsi, mani e piedi legati, alla Bonino.
Di questo stato di cose Poggio a Caiano è un caso emblematico. Il Pd, in un paese di radicata tradizione cattolica e tuttora moderato, a pochi giorni da una difficile tornata elettorale, va a promuovere una campagna per il testamento biologico, mettendo in grave imbarazzo il suo Sindaco e regalando un formidabile assist all’Udc. Qualche anno fa i Ds, pure laicisti, non avrebbero mai commesso un così madornale errore, segno evidente di un malessere profondo.
Immaginiamo la delusione cocente degli amici della Ex Margherita (le defezioni della Binetti, di Lusetti, di Carra e, ancor prima, di Rutelli, sono emblematiche).
La Margherita era un progetto ambizioso che doveva costituire la nuova fase dell’impegno del Cattolicesimo progressista. Prodi, pur in modo frammentario e piuttosto equivoco, aveva realizzato il postulato dossettiano del compromesso tra la Sinistra Dc ed il Partito Comunista. La Margherita doveva realizzare il passo ulteriore, consistente in una decisa deideologizzazione, nel superamento dei vecchi schemi europei Socialismo / Popolarismo, per giungere ad una nuova formazione, mai prima vista in Italia, di matrice riformista e solidarista, capace anche di sintesi virtuose nel campo dei valori. Le speranze però sono state del tutto disattese, perché è venuta fuori una semplice accozzaglia di storie diverse, senza progetto, senza prospettive, prigioniera di vecchi steccati e di antiche liturgie. I motivi di questo flop, politologico ancor prima che organizzativo, non possono essere analizzati qui, perché sarebbe, davvero, cosa troppo lunga.
Quello che è da chiedersi è se il Pd sia oggi in grado di costituire l’alternativa al berlusconismo. Fino ad ora il Governo ha potuto agire praticamente senza opposizione, essendo stato il Pd più impegnato a dissanguarsi nelle proprie beghe interne (la via crucis Veltroni – Franceschini – Bersani), a cedere roccaforti storiche come Prato, che a contrastare la deriva populista del Paese.
Il Pd ha lasciato che altri, ora Di Pietro, ora la Bonino, ora la Cgil, dettassero l’agenda politica del partito.
Senz’altro più efficace è stata l’opposizione “repubblicana” messa su, con povertà di mezzi ma non di idee, dallo Scudocrociato. Ne è prova che Berlusconi non attacca Bersani ma Casini.
E’ urgente che la politica italiana cambi. I rischi per la democrazia ci sono e non possono essere nascosti.
Gli elettori del Pd, specie quelli moderati, debbono chiedersi se, per un cambio di passo e per la tutela dei valori costituzionali, sia più utile tentare di rianimare un corpo morto ed eteroguidato, oppure se non convenga dare forza e gambe a quel grande progetto che è l’Unione di Centro.
Il mio consiglio è scontato. Il voto utile è quello all’Udc.
Vescovi USA a Obama
Posted On mercoledì 24 marzo 2010 at alle mercoledì, marzo 24, 2010 by Filippo BorettiVescovi USA a Obama: mantenere le promesse sull'assistenza sanitaria
Ribadiscono le lacune su aborto, coscienza e immigrati
WASHINGTON, D.C., mercoledì, 24 marzo 2010 (ZENIT.org).- L'ordine esecutivo dell'ultimo minuto di Barack Obama di evitare che il denaro delle tasse finanzi l'aborto ha confermato ciò che i Vescovi statunitensi hanno ripetuto sul disegno di legge di riforma sanitaria: deve permettere che i fondi federali siano usati a favore della vita.
Un ordine esecutivo, purtroppo, non può sostituire le disposizioni legali, ricordano i presuli, che continuano a definire la nuova legge "profondamente carente".
Queste osservazioni sono riportate in una dichiarazione firmata dal Cardinale Francis George, Arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza Episcopale USA, diffusa questo martedì subito dopo la firma di Obama della disposizione.
Il Cardinale George ribadisce in primo luogo che l'accesso all'assistenza medica riconosce e afferma la dignità umana e che il discepolato cristiano chiede di lavorare per assicurare che tutti abbiano un'assistenza appropriata.
I Vescovi "hanno parlato per i più poveri e i più indifesi tra di noi", sottolinea il presule 73enne.
"Molti elementi della misura di riforma sull'assistenza sanitaria trasformata in legge dal Presidente affrontano queste preoccupazioni e aiutano così ad adempiere il compito che abbiamo l'uno nei confronti dell'altro per il bene comune".
Offuscare il bene
Il Cardinale George spiega quindi che i Vescovi si sono opposti a questa misura "qualunque bene raggiunga o intenda raggiungere questa legge", perché "c'è la prova irrefutabile che estenderebbe il ruolo del Governo federale nel finanziamento e nella facilitazione dell'aborto e dei piani che lo coprono".
"Lo legge stanzia miliardi di dollari in nuovi finanziamenti senza proibire esplicitamente che siano usati per effettuare aborti, e fornisce sussidi federali per i piani sanitari che coprono l'aborto volontario. Il suo fallimento nel preservare lo status quo legale che ha regolato il rapporto del Governo relativamente all'aborto [...] potrebbe minare quella che è stata la norma del nostro Paese per decenni e sfida l'opinione generale della maggioranza degli americani, che non vuole che i fondi federali vengano usati per gli aborti o per i piani che li coprono".
"Cosa ancor più strana, la legge costringe tutti coloro che scelgono piani finanziati a livello federale che coprono l'aborto a pagare per gli aborti di altre persone con i propri fondi. Se l'intento è far sì che questa nuova legge eviti che la gente sia complice negli aborti altrui è una contraddizione".
La legge sull'assistenza sanitaria sembrava non avere il numero necessario di voti fino a quando Obama ha convinto un gruppo di democratici pro-vita promettendo un ordine esecutivo per stabilire un "adeguato meccanismo di rinforzo" per assicurare che i fondi federali non fossero usati per gli aborti.
Su questa misura, il Cardinale George osserva che "il fatto che sia necessario un ordine esecutivo per chiarire la legge sottolinea che questa ha delle carenze. Non capiamo come un ordine esecutivo, indipendentemente dalle sue intenzioni, possa sostituire delle disposizioni legali".
I gruppi pro-vita hanno già ricordato dei precedenti legali, mostrando come l'ordine probabilmente non avrà grande forza.
Ulteriori problemi
Il Cardinale George prosegue sottolineando che il pacchetto sulla riforma dell'assistenza sanitaria è "profondamente carente" anche da altri punti di vista.
"Ha fallito nell'includere il linguaggio necessario a fornire la difesa di base della coscienza - nel caso dell'aborto ma non solo. Allo stesso modo, molti lavoratori immigrati e le loro famiglie potrebbero essere tagliati fuori perché non verrà permesso loro di acquistare una copertura sanitaria".
Il porporato ha riconosciuto che molti affermano che nella legge non c'è il finanziamento federale dell'aborto e che viene assicurata la libertà di coscienza.
"Le analisi che vengono pubblicate separatamente mostrano che non è così, il che spiega perché ci oppiniamo alla sua formulazione attuale", dichiara.
"Noi e molti altri seguiremo l'implementazione governativa della riforma dell'assistenza sanitaria", conclude. "Crediamo che serva quasi sicuramente una nuova legge per far fronte a queste carenze".
LETTERA APERTA ai cattolici toscani,
Posted On at alle mercoledì, marzo 24, 2010 by Avv. Francesco QuerciCari amici,
in Toscana, il partito che si richiama esplicitamente alla dottrina sociale della Chiesa e
che conserva come suo simbolo la gloriosa iscrizione della libertà sopra una croce,
propone la sua sfida solitaria. Questa solitudine può apparire, a prima vista, una
ingenuità perdente. Ma se rivolgiamo lo sguardo non al domani, ma al dopodomani e,
soprattutto se riflettiamo in profondità, il giudizio cambia. Non si tratta di rispondere ad
esigenze immediate cercando qualche briciola di potere, ma di costruire una forza politica
nuova non arresa né alla destra né alla sinistra, cresciuta talmente nella forza datagli dal
consenso popolare da poter suscitare un salutare rinnovamento anche a destra e a
sinistra.
La transizione iniziata negli anni ’90 sembra ora volgere al termine. Inquietudini, rivalità
e scomposizioni, presagio di nuovi assetti, sono presenti a destra e a sinistra. La cultura
nemica della vita e della famiglia sembra tornare trionfante a sinistra (la candidatura di
Emma Bonino nel Lazio ne è un segno evidente) e si infiltra sempre più intensamente nella
destra.
In questa situazione non mi appare banale lavorare per una crescita di un´ UDC che
risulti caratterizzata dai valori irrinunciabili dell’antropologia cristiana. In fondo l’UDC
è l’unico partito che nel suo simbolo, nelle sue dichiarazioni programmatiche e nella sua
storia risulta credibile, senza incrinature, nella promozione dei “valori non negoziabili”.
Vi è dunque una grande speranza che tutti noi possiamo rendere concreta. Il voto sarà
‘utile’ non se aumenterà di qualche punto percentuale la destra o la sinistra (il che, del
resto, non cambierà la situazione toscana) ma solo se preparerà una forza molto “utile”
per il futuro. In vista di un generale rinnovamento civile e politico un consistente aumento
di voti in Toscana per l´UDC, renderà chiaro, infatti, che è possibile ottenere consenso
proponendo una centralità non intesa come equidistanza tra destra e sinistra ma come
affermazione centrale dei valori della vita e della famiglia.
Carlo Casini
Parlamentare europeo
Vescovi della Liguria: i “valori non negoziabili” al centro delle Regionali
Posted On martedì 23 marzo 2010 at alle martedì, marzo 23, 2010 by Filippo BorettiVescovi della Liguria: i “valori non negoziabili” al centro delle Regionali
Rispetto della vita, tutela della famiglia, libertà di religione, cultura ed educazione
ROMA, martedì, 23 marzo 2010 (ZENIT.org).- “L’impegno programmatico, chiaramente assunto, di assicurare il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità”: è questo il criterio guida suggerito dai Vescovi della Liguria all'elettorato cattolico in vista delle prossime elezioni regionali.
“Si tratta – spiegano i presuli in una nota diramata questo martedì – di valori chiaramente e ripetutamente ribaditi dal magistero conciliare, postconciliare e pontificio e che possono essere sinteticamente richiamati: fra tutti, il rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; la tutela e il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; il diritto di libertà religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione”.
“E quindi – aggiungono – il diritto al lavoro e alla casa; l’accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; la promozione della giustizia e della pace; la salvaguardia del creato. Tali valori non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità”.
Infatti, spiegano, “solo nel loro insieme esprimono una concezione dell’uomo, della comunità e del bene comune, che costituisce il centro della Dottrina Sociale della Chiesa, e rivelano quel collegamento tra etica della vita ed etica sociale che Papa Benedetto XVI ha più volte sottolineato: 'non può avere basi solide una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata'” (Caritas in Veritate, n.15).
“Confidiamo – concludono – poi che il tempo della Quaresima, così propizio per la conversione dei cuori, possa aiutare tutti a testimoniare la profonda ragionevolezza di questa concezione e a favorirne il riconoscimento condiviso a vantaggio del bene comune”.
Vescovi italiani con Bagnasco
Posted On at alle martedì, marzo 23, 2010 by Filippo BorettiVescovi italiani con Bagnasco sulla priorità della dignità umana
Il resoconto del primo giorno di lavori del portavoce della CEI
ROMA, martedì, 23 marzo 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi del Consiglio permanente hanno condiviso pienamente la lettura del momento sociale e culturale offerta dal Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nella prolusione pronunciata lunedì.
In particolare, ha dichirato mons. Domenico Pompili, portavoce della CEI, i presuli “si sono ritrovati nei 'valori non negoziabili', che il magistero di Benedetto XVI ha chiaramente indicato nella sua recente Enciclica 'Caritas in veritate'” e che il Presidente della CEI ha puntualmente richiamato come linee guida alla base del discernimento politico per i cattolici in vista delle prossime elezioni regionali.
Nell'inaugurare i lavori del Consiglio episcopale permanente, il Cardinale Bagnasco ha parlato di quei valori che “emergono alla luce del Vangelo, ma anche per l’evidenza della ragione e del senso comune” e che “sono: la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”.
“E’ solo su questo fondamento – ha continuato il porporato – che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata”.
“Si tratta – ha aggiunto poi – di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società”.
Queste indicazioni, ha sottolineato mons. Pompili, coincidono con quanto affermato con chiarezza da Santo Padre nella Caritas in veritate: “Non può avere basi solide una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata”.
ON. RENZO LUSETTI domani a Poggio (scheda)
Posted On lunedì 22 marzo 2010 at alle lunedì, marzo 22, 2010 by Avv. Francesco Quercinote: ha aderito all'UDC il 14 Gennaio 2010
incontro aperto.
Scheda: leggi presentate
- Disposizioni in favore delle università non statali
- Norme in favore del Rossini Opera Festival
- Delega al Governo per il riordino delle funzioni di polizia locale
- Nuova regolamentazione delle attività di informazione scientifica farmaceutica e istituzione dell'albo degli informatori scientifici del farmaco
- Disposizioni in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo
- Disciplina dell'attività di intermediazione sulla pubblicità a garanzia della trasparenza tra le imprese
- Disciplina della professione di ottico-optometrista
- Disposizioni per contrastare la pratica dell'invio di messaggi elettronici commerciali indesiderati
- Disposizioni per la prevenzione e il controllo delle infezioni da legionella
- Concessione di benefici previdenziali al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco esposto all'amianto
- Modifica all'articolo 4 della legge 23 giugno 1927, n. 1188, in materia di toponomastica stradale
- Disposizioni in materia di tutela dei diritti della famiglia e istituzione dell'Autorità garante della famiglia
- Norme per il sostegno, la promozione e la valorizzazione delle attività musicali
- Modifiche all'articolo 51 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di limite per i mandati del sindaco e del presidente della provincia
- Istituzione della Giornata nazionale dei servizi pubblici locali



