LETTERA APERTA ai cattolici toscani,
Posted On mercoledì 24 marzo 2010 at alle mercoledì, marzo 24, 2010 by Avv. Francesco QuerciLETTERA APERTA ai cattolici toscani,
Cari amici,
in Toscana, il partito che si richiama esplicitamente alla dottrina sociale della Chiesa e
che conserva come suo simbolo la gloriosa iscrizione della libertà sopra una croce,
propone la sua sfida solitaria. Questa solitudine può apparire, a prima vista, una
ingenuità perdente. Ma se rivolgiamo lo sguardo non al domani, ma al dopodomani e,
soprattutto se riflettiamo in profondità, il giudizio cambia. Non si tratta di rispondere ad
esigenze immediate cercando qualche briciola di potere, ma di costruire una forza politica
nuova non arresa né alla destra né alla sinistra, cresciuta talmente nella forza datagli dal
consenso popolare da poter suscitare un salutare rinnovamento anche a destra e a
sinistra.
La transizione iniziata negli anni ’90 sembra ora volgere al termine. Inquietudini, rivalità
e scomposizioni, presagio di nuovi assetti, sono presenti a destra e a sinistra. La cultura
nemica della vita e della famiglia sembra tornare trionfante a sinistra (la candidatura di
Emma Bonino nel Lazio ne è un segno evidente) e si infiltra sempre più intensamente nella
destra.
In questa situazione non mi appare banale lavorare per una crescita di un´ UDC che
risulti caratterizzata dai valori irrinunciabili dell’antropologia cristiana. In fondo l’UDC
è l’unico partito che nel suo simbolo, nelle sue dichiarazioni programmatiche e nella sua
storia risulta credibile, senza incrinature, nella promozione dei “valori non negoziabili”.
Vi è dunque una grande speranza che tutti noi possiamo rendere concreta. Il voto sarà
‘utile’ non se aumenterà di qualche punto percentuale la destra o la sinistra (il che, del
resto, non cambierà la situazione toscana) ma solo se preparerà una forza molto “utile”
per il futuro. In vista di un generale rinnovamento civile e politico un consistente aumento
di voti in Toscana per l´UDC, renderà chiaro, infatti, che è possibile ottenere consenso
proponendo una centralità non intesa come equidistanza tra destra e sinistra ma come
affermazione centrale dei valori della vita e della famiglia.
Carlo Casini
Parlamentare europeo
Cari amici,
in Toscana, il partito che si richiama esplicitamente alla dottrina sociale della Chiesa e
che conserva come suo simbolo la gloriosa iscrizione della libertà sopra una croce,
propone la sua sfida solitaria. Questa solitudine può apparire, a prima vista, una
ingenuità perdente. Ma se rivolgiamo lo sguardo non al domani, ma al dopodomani e,
soprattutto se riflettiamo in profondità, il giudizio cambia. Non si tratta di rispondere ad
esigenze immediate cercando qualche briciola di potere, ma di costruire una forza politica
nuova non arresa né alla destra né alla sinistra, cresciuta talmente nella forza datagli dal
consenso popolare da poter suscitare un salutare rinnovamento anche a destra e a
sinistra.
La transizione iniziata negli anni ’90 sembra ora volgere al termine. Inquietudini, rivalità
e scomposizioni, presagio di nuovi assetti, sono presenti a destra e a sinistra. La cultura
nemica della vita e della famiglia sembra tornare trionfante a sinistra (la candidatura di
Emma Bonino nel Lazio ne è un segno evidente) e si infiltra sempre più intensamente nella
destra.
In questa situazione non mi appare banale lavorare per una crescita di un´ UDC che
risulti caratterizzata dai valori irrinunciabili dell’antropologia cristiana. In fondo l’UDC
è l’unico partito che nel suo simbolo, nelle sue dichiarazioni programmatiche e nella sua
storia risulta credibile, senza incrinature, nella promozione dei “valori non negoziabili”.
Vi è dunque una grande speranza che tutti noi possiamo rendere concreta. Il voto sarà
‘utile’ non se aumenterà di qualche punto percentuale la destra o la sinistra (il che, del
resto, non cambierà la situazione toscana) ma solo se preparerà una forza molto “utile”
per il futuro. In vista di un generale rinnovamento civile e politico un consistente aumento
di voti in Toscana per l´UDC, renderà chiaro, infatti, che è possibile ottenere consenso
proponendo una centralità non intesa come equidistanza tra destra e sinistra ma come
affermazione centrale dei valori della vita e della famiglia.
Carlo Casini
Parlamentare europeo