La politica in tempi di “casta”
Posted On venerdì 30 gennaio 2009 at alle venerdì, gennaio 30, 2009 by Avv. Francesco QuerciTutti i terremoti giudiziari che si sono abbattuti sulle amministrazioni pubbliche negli ultimi anni hanno letteralmente spiazzato e spesso esaperato i cittadini.
La mancanza di fiducia nella politica è ai massimi storici, e va notato che questo problema riguarda principalmente la politica a livello locale.
Questo per due ordini di motivi: le elezioni politiche, in un momento di emergenza economica come questo, richiamano comunque le persone alle urne, mentre per contro la disaffezione verso le nuove nomine di rappresentanti viene tutta riversata a livello locale, dove è maggiormente sentita la sfiducia in un rapporto che si considerebbe più stretto col cittadino.
L’urgenza dei grandi problemi nazionali e internazionali ha portato molte persone al voto nonostante il comune pensiero dei cittadini sulla politica e sui suoi dirigenti sia in genere negativo, vuoi per le indagini giudiziarie di cui molte amministrazioni sono state oggetto in tutta Italia, vuoi per la vasta eco dei media su tutti i malcostumi della “casta” (anche quelli privi di rilevanza penale).
Sicuramente i politici locali sono percepiti come la “casta” più vicina ai cittadini, i privilegi che si possono toccare con mano, e l’inettitudine dell’amministrazione a livello locale in molti casi alimenta questo sentimento di insofferenza che sicuramente caratterizzerà la campagna elettorale delle amministrative.
Il compito della politica è dunque doppiamente difficile.
La classe politica dovrà fare i conti con questa situazione e avrà il compito di rinnovarsi, di uscire dai vecchi schemi, soprattutto in regioni come la Toscana, dove l’amministrazione è da decenni di un solo colore, dove le maggioranze dovranno per lo meno dimostrare che l’amore per le poltrone e gli incarichi non è il solo scopo della campagna elettorale mentre le opposizioni dovranno invece mostrare maggior limpidezza e minor attitudine al compromesso. Insomma, il compito è arduo, perché bisogna uscire dal circolo vizioso che oggi i cittadini si trovano sotto gli occhi: una politica che alimenta soltanto se stessa e da cui le città, le province e le regioni non traggono reali benefici.
E ciò va fatto in un clima più che mai polemico e affrontando lo spirito dei cittadini ormai poco inclini alla riconciliazione con i propri amministratori.
Il discorso però non finisce qui.
Anche l’elettorato ha un compito ben gravoso. Le polemiche sulla casta politica hanno fatto emergere anche commistioni con il mondo dell’imprenditoria o del lavoro, con i cittadini stessi talvolta. Il malcostume insomma non è appannaggio dei soli politici.
A livello nazionale osservatori e commentatori si sono più volte chiesti se davvero non meritiamo la classe politica che abbiamo. Ebbene, questo siamo noi a doverlo dimostrare.
Ed il primo passo sono le elezioni amministrative e come ci rapporteremo ai nostri futuri rappresentanti.
Per il vero cambiamento occorre il superamento di ogni pregiudizio da parte di noi cittadini nel dibattito politico, evitando polemiche e insulti facili o richieste di miracoli in diretta.
Il tutto però dovrà essere preceduto da un ovvio atteggiamento di trasparenza negli intenti e nei programmi da parte dei candidati.
Francesco Querci (segretario comunal udc)
La mancanza di fiducia nella politica è ai massimi storici, e va notato che questo problema riguarda principalmente la politica a livello locale.
Questo per due ordini di motivi: le elezioni politiche, in un momento di emergenza economica come questo, richiamano comunque le persone alle urne, mentre per contro la disaffezione verso le nuove nomine di rappresentanti viene tutta riversata a livello locale, dove è maggiormente sentita la sfiducia in un rapporto che si considerebbe più stretto col cittadino.
L’urgenza dei grandi problemi nazionali e internazionali ha portato molte persone al voto nonostante il comune pensiero dei cittadini sulla politica e sui suoi dirigenti sia in genere negativo, vuoi per le indagini giudiziarie di cui molte amministrazioni sono state oggetto in tutta Italia, vuoi per la vasta eco dei media su tutti i malcostumi della “casta” (anche quelli privi di rilevanza penale).
Sicuramente i politici locali sono percepiti come la “casta” più vicina ai cittadini, i privilegi che si possono toccare con mano, e l’inettitudine dell’amministrazione a livello locale in molti casi alimenta questo sentimento di insofferenza che sicuramente caratterizzerà la campagna elettorale delle amministrative.
Il compito della politica è dunque doppiamente difficile.
La classe politica dovrà fare i conti con questa situazione e avrà il compito di rinnovarsi, di uscire dai vecchi schemi, soprattutto in regioni come la Toscana, dove l’amministrazione è da decenni di un solo colore, dove le maggioranze dovranno per lo meno dimostrare che l’amore per le poltrone e gli incarichi non è il solo scopo della campagna elettorale mentre le opposizioni dovranno invece mostrare maggior limpidezza e minor attitudine al compromesso. Insomma, il compito è arduo, perché bisogna uscire dal circolo vizioso che oggi i cittadini si trovano sotto gli occhi: una politica che alimenta soltanto se stessa e da cui le città, le province e le regioni non traggono reali benefici.
E ciò va fatto in un clima più che mai polemico e affrontando lo spirito dei cittadini ormai poco inclini alla riconciliazione con i propri amministratori.
Il discorso però non finisce qui.
Anche l’elettorato ha un compito ben gravoso. Le polemiche sulla casta politica hanno fatto emergere anche commistioni con il mondo dell’imprenditoria o del lavoro, con i cittadini stessi talvolta. Il malcostume insomma non è appannaggio dei soli politici.
A livello nazionale osservatori e commentatori si sono più volte chiesti se davvero non meritiamo la classe politica che abbiamo. Ebbene, questo siamo noi a doverlo dimostrare.
Ed il primo passo sono le elezioni amministrative e come ci rapporteremo ai nostri futuri rappresentanti.
Per il vero cambiamento occorre il superamento di ogni pregiudizio da parte di noi cittadini nel dibattito politico, evitando polemiche e insulti facili o richieste di miracoli in diretta.
Il tutto però dovrà essere preceduto da un ovvio atteggiamento di trasparenza negli intenti e nei programmi da parte dei candidati.
Francesco Querci (segretario comunal udc)