peretola: PRATO VIRA VERSO PERETOLA?

Così il Corriere Fiorentino di questa mattina.
Dunque, non solo in Sindaco Cenni, avrebbe divenuto possibilista, ma anche la Segreteria del PD per bocca della Bugetti.

Teniamo bene di conto, per leggere la presente vicenda, che la Commissione Regionale competente per la questione aeroporto è presieduta da quel Mattei di Prato, ex primo cittadino e che è il PD a governare la Regione.

Bene, ieri mattina (nemmeno a farlo a posta) ho partecipato alla Commissione III^ della Provincia Pratese, ove ho ribadito la posizione del Gruppo Udc contro la pista parallela e per il potenziamento dello scalo pisano come Aeroporto della Toscana centrale (l'idea dei due scali con unica testa teste - Pisa e Firenze di Rossi non convince); uno sdoppiamento di costi in pieno stile Italia, sottraendo importanti risorse alle infrastrutture di collegamento della piana, anche da e verso Pisa in chiave navetta veloce da e verso aereoporto

Ma quello che non torna davvero è che l'assessore Menchetti della Provincia di Prato ed il Presidente della Commissione 3^ hanno unanimamente e categoricamente rimarcato la loro contrarietà alla pista parallela.

Dunque abbiamo una Segreteria del PD che asserisce cose diversa da ciò che viene espresso in sede istituzionale? Abiamo l'ennesima divisione all'interno del PD che si sovrappone a quella già esistente fra Prato e Firenze|Regione circa le sorti di Peretola?

Quale sarà la posizione di MATTEI, Presidente della commissione regionale che dovrà esprimersi sulla variante per l'adeguamento dell'aeroporto?

Insomma, chi ci governa dovrebbe essere chiaro. Si dovrebbe essumere le proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Comportarsi di giorno come si comporta di notte e non secondo la platea che sta ascoltando, sia essa pratese o fiorentina.

Rimango contrario alla pista parallela, ma ancora più contrario all'indecisionismo di chi Governa e rimanda per paura di perdere consenso.

Dunque si decida! Si o no.



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Berlusconi Si, Berlusconi No !

Lo sapevamo.


Lui, il grande Silvio, riottoso a lasciare libero il delfino Alfano (sempre più da parco acquatico) sta tornando (ma se ne era mai andato?!).
Formattatori & Primarie, cancellati di colpo per bocca di Cicchitto che plaude al restarautore e garante   di un modo di essere ed interpretare la politica: 1^ Mission  via la Minetti, eletta dal popolo (seppur secondo le orripilanti attuai leggi elettorali) la si vuole formattare, ovvero sacrificare per inseguire un'idea di cambiamento che all'orizzonte, invero, non si scorge.

Avrà da fare Berlusconi per convincere e riconvincere coloro che per anni gli hanno dato fiducia: Impossibile? No, ha abituato a grande imprese. 
Difficile? Si, estremamente difficile.

Quello che più preoccupa, è lo stato di incertezza in cui il Paese Italia in un momento di estrema delicatezza  si potrebbe nuovamente e irrimediabilmente trovare. 
Rinnovare il referendum contro e pro Berluscuni, allontanerebbe e ci allontanerebbe da quelli che oggi sono i veri problemi del Paese, a cui Berlusconi evidentemente non aveva saputo dare adeguata risposta,  sebbene coadiuvato da una sinistra ben lontana dal sapere interpretare il momento storico-politico nazionale, intenta e distratta a seguire le storie di letto dell'ex premier più che i reali bisogni dei cittadini.

Sinceramente mi sfugge cosa spinga il leader di Forza Italia ad un'avventura che verosimilmente potrebbe tradursi in una severa sconfitta alle prossime elezioni, alle quali si giungerebbe tutti con una legge elettorale bloccata (senza preferenze) che finirebbe per favorire solamente una classe dirigente che si è mostrata per gran parte inetta.

Francesco Querci


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PROVINCIA DI PRATO O NIENTE?

La complessa questione della Provincia pratese potrebbe essere letta in modo più chiara e semplice.

Se dobbiamo togliere dal tavolo l'accattivante progetto di "area metropolitana" ( da non conforndere con la "città metropolitana") per la pachidermica lentezza della politica, non ci rimane che tornare all'idea originaria "via tutte le Province".

Non si capisce infatti la logica che vuole salvarne una o cinque in Toscana con i soliti criteri e logiche lineari, per numero di abitanti per kilometri, senza entrare nel merito delle problematiche e specificità dei territori. Certo che ogni Provincia difenderebbe le propri specificità, ma non per questo la politica, quella buona, dovrebbe arrendersi; preferirei perdere una battaglia sui temi che sui calcoli matematici di teste o centimetri di terra.

E allora, ripeto, via le Province, tutte e senza ripensamenti e che i Municipi diventino il cuore pulsante delle comunità.
Meglio sempre avvicinarsi ai cittadini che allontanarsi come vorrebbe la proposta delle Province come ente di secondo livello sotto la direzione "REGIONALE" (Regione che comunque potrebbe tagliare questi enti e quindi quello pratese!).
Comunque la si guardi, se seguiamo parametri oggettivi ciò ci metterà in outside.

Il nostro Comune, d'altra aparte, forte del suo terzo posto nell'Italia Centrale, ricco di opportunità e di criticità, se messo in campo a correre alla pari con gli altri, saprà bene interpretare il proprio ruolo. 
Un ruolo che comunque rimarrebbe, nella peggiore delle ipotesi, se optasse per l'accorpamento con Pistoia, garantendo l'unione di importanti distretti (quello tessile e quello vivaistico), l'accesso verso il mare e verso l'appennino con nuove e mai percorse sinergie

Francesco Querci
(capogruppo UDC PROVINCIA)

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L'IMPORTANZA DI UNA POLITICA DEL MEDITERRANEO


L'attuale crisi dell'Europa (del sud) non deve distrarre la politica dalla promozione, seria e convinta, di una politica del e per il mediterraneo.
Spagna, Italia e Grecia potrebbero avere la naturale leadership nel condurre i propri paesi fuori da una crisi non solo economica, ma anche culturale, verso una riaffermazione da una parte identitaria facilitata dalle comuni radici, dall'altra economica e culturale attraverso l'apertura di seri canali di scambio verso quei paesi nordafricani che si affacciano sul mediterraneo, ansiosi di mostrare nelle loro molteplici contraddizioni la volontà di cambiamento, specie dove l'islam sposa una moderazione idonea a creare rapporti duraturi con i nostri paesi.
Un terreno certamente insidioso, ma dove la politica potrà dimostrare il proprio valore nel recupero forte e convinto del proprio ruolo e della propria vocazione.

Italia, Spagna e Grecia per il rilancio culturale e politico di un'Europa oggi contratta solo su se stessa e sulla sterile politica finanziaria della BCE.

Francesco Querci 

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