PROVINCIA DI PRATO O NIENTE?

La complessa questione della Provincia pratese potrebbe essere letta in modo più chiara e semplice.

Se dobbiamo togliere dal tavolo l'accattivante progetto di "area metropolitana" ( da non conforndere con la "città metropolitana") per la pachidermica lentezza della politica, non ci rimane che tornare all'idea originaria "via tutte le Province".

Non si capisce infatti la logica che vuole salvarne una o cinque in Toscana con i soliti criteri e logiche lineari, per numero di abitanti per kilometri, senza entrare nel merito delle problematiche e specificità dei territori. Certo che ogni Provincia difenderebbe le propri specificità, ma non per questo la politica, quella buona, dovrebbe arrendersi; preferirei perdere una battaglia sui temi che sui calcoli matematici di teste o centimetri di terra.

E allora, ripeto, via le Province, tutte e senza ripensamenti e che i Municipi diventino il cuore pulsante delle comunità.
Meglio sempre avvicinarsi ai cittadini che allontanarsi come vorrebbe la proposta delle Province come ente di secondo livello sotto la direzione "REGIONALE" (Regione che comunque potrebbe tagliare questi enti e quindi quello pratese!).
Comunque la si guardi, se seguiamo parametri oggettivi ciò ci metterà in outside.

Il nostro Comune, d'altra aparte, forte del suo terzo posto nell'Italia Centrale, ricco di opportunità e di criticità, se messo in campo a correre alla pari con gli altri, saprà bene interpretare il proprio ruolo. 
Un ruolo che comunque rimarrebbe, nella peggiore delle ipotesi, se optasse per l'accorpamento con Pistoia, garantendo l'unione di importanti distretti (quello tessile e quello vivaistico), l'accesso verso il mare e verso l'appennino con nuove e mai percorse sinergie

Francesco Querci
(capogruppo UDC PROVINCIA)

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