Aereoporto di Firenze : serve più PRATO
Posted On lunedì 12 ottobre 2009 at alle lunedì, ottobre 12, 2009 by Avv. Francesco Querci
Rimane questione fondamentale per la partecipazione di Prato all’assetto urbanistico ed alle scelte di sviluppo dell’area metropolitana.
La rapidità del cambiamento,a cui globalizzazione e trasformazioni economiche ormai coinvolgono anche la nostra area ci impongono rapide scelte ,ognuna delle quali comporta un margine di rischio e di valutazioni negative,e quindi anche il potenziamento di un aeroporto in un area urbana,fortemente antropizzata ,con potenziale sviluppo residenziale ed infrastrutturale pone delle riserve,d’altra parte alcune scelte sbagliate prese nel passato oggi impongono decisioni correttive.Infatti
è da tutti concordato che almeno per 10/15 anni anche se si scegliesse il ridimensionamento dell’aeroporto Vespucci sarebbe impensabile un collegamento con Pisa, per la mancanza di treni in quel tratto ad alta velocità e la mancata realizzazione della bretella per signa e quindi il collegamento veloce con la FI/Pi/Li.
La necessità in un momento di rlilancio del ditretto tessile e di potenziale riconversione industriale e soprattutto commerciale dell’area pratese, la necessità di un interscambio veloce con il resto dell’europa e del mondo per persone e merci non può rimanere prigioniera di infrastrutture primarie di mobilità quali sono aereo e treno.
Diciamo dunque si alla proposta del sindaco Roberto Cenni sull’Aeroporto Vespucci che non può più essere solo dei commercianti fiorentini.
Certamente ci sono scelte e comunque temi importanti collegati ad una decisione così impegnativa.Noi vediamo a questa collegato una riconversione di sviluppo dell’area del Macrolotto 2, a patto che la destinazione sia indirizzata verso il commerciale e nello specifico verso una area di accoglienza qualificata di tipo alberghiero,ristoro e fitness,settori che hanno un suo naturale sviluppo vicino ad importanti areoporti e che firenze non è ormai più in grado di offrire ai livelli richiesti dai viaggiatori internazionali.
Come Campi negli anni passati ha sviluppato interventi per la ricreazione ed il commercio alimentare ed abbigliamento, prato potrebbe cercare di attrarre investimenti in grado di trasformare il turismo ora solo di transito veloce dell’area Fi/Pi/Pt.
Prato con il Montalbano ,Pistoia con l’area della Montagna.Firenze con il suo rinascimento ineguagliabile.
Ma la soluzione Questione aeroporto potrebbe essere soprattutto lo strumento politico per potere garantire a Prato ed alla sua Provincia di entrare come forte interlocutore nei problemi di assetto dell’area metropolitana dalla quale non possiamo isolarci,qualunque sarà l’assetto istituzionale che le future decisioni legislative porteranno per questa area.
Un primo urgente argomento collegato alla questione aeroporto è l’orientamento che si va delineando di una stazione per l’alta velocità a Campo di Marte.
Prato non si può permettere una stazione a per la Tav a campo di Marte senza avere la garanzia che prima della sua inagurazione non sia già efficiente una Metropolitana veloce di collegamento Pistoia Prato Campo di marte,magari con fermata aeroporto.
Altrimenti saremo tagliati fuori dal collegamento con l’Europa.
Un altro argomento Università che non dovremmo volere solo come delocalizzazione ma integrazione con scelte economiche industriali turistiche sociali dei territori e quindi degli enti locali.
Per far questo bisogna che l’università di firenze divenga nel suo rilancio ormai necessario, l’Università di tutta l’area.
Avanti Sindaco l’UDC è con te.
Enrico Mencattini segretario provinciale udc Prato
Sulla questione dei nomadi
Posted On domenica 11 ottobre 2009 at alle domenica, ottobre 11, 2009 by Avv. Francesco QuerciLegalità, però, deve andare all'unisono con il rispetto delle persone e della loro dignità. L'articolo che riportava l'intervento degli assessori al sociale e quello all'intergrazione, non hanno soddisfatto, ma sembra che anzi non tengono di conto che il sino a che non sussista una condanna si presume l'innocenza delle persone.
Prevedere un nuovo regolamento, con restrizioni tali da precludere le libertà fondamentali, non significa fare rispettare un regolamento, ma andare a ledere principi che vanno oltre il rispetto delle regole comuni.
Spero che nell'iter del nuovo regolamento si tenga conto di questo e che forse per quelle poche decine di nomadi non c'era bisogno di scomadare due assessorati, ma sarebbe bastato la volontà di fare rispettare l'attuale regolamento che già prevede vincoli lavorativi, d'igiene e scolastici ben precisi, ma oggi dimenticati a causa dell'indiscutibile mala gestio della precedente amministrazione.
Segretario Comunale U.D.C. Francesco Querci
Domanda di Attualità: Quale "Progetto" per Gonfienti?
Posted On giovedì 1 ottobre 2009 at alle giovedì, ottobre 01, 2009 by Avv. Francesco QuerciDomanda di Attualità ex art.44 Regolamento del Consiglio Provinciale con oggetto:
“Progetto di recupero zona archeologica di Gonfienti”
premesso
che è notizia di questi giorni quella relativa ad un progetto per il recupero della zona archeologica di Gonfienti ovvero per la realizzazione del “parco archeologico” che comprenda Gonfienti e l'area di Artimino e Comeana, da inserire nel Pinao di Sviluppo Locale;
che tale intervento intereserebbe un importo complessivo di € 500.000,00:
che la Provincia di Prato avrebbe fatto proprio il progetto dell'Arch. Poggesi, responsabile di zona per la soprintendenza ai Beni archeologici;
considerato
che quanto sopra è stato appreso unicamente dalla lettura dei giornali;
che non risulta che il progetto dell'Archietetto Poggesi sia stato passato al vaglio della Commissione di riferimento;
che il Consiglio sia stato interessato o chiamato ad esprimersi sul progetto e più in generale sul “parco archeologico”;
che la zona interessata dal progetto, area di Gonfienti,cumula più interessi e situazioni delicate;
ritenuta
l'opportunità e la necessità che il Consiglio si esprima e sia chiamato a compiere le necessarie valutazioni sul Parco Archeologico e argomenti correlati.
chiede
al Presidente della Provincia e all'Assessore alla Cultura e Sviluppo Economico di riferire al Consiglio circa le circostanze sopra descritte
Francesco Querci Consigliere Provinciale U.D.C.
“Caritas in Veritate” Prof. Zamagni,
Posted On mercoledì 23 settembre 2009 at alle mercoledì, settembre 23, 2009 by Avv. Francesco QuerciAppunti liberamente tratti da Francesco Querci Consigliere Provinciale UDC alla Conferenza Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Una lettura della “Caritas in Veritate” assai penetrante quella offerta dal Prof. Zamagni, intesa da una parte ad evidenziare le ragione e la natura dell'attuale Crisi, dall'altra ad indicarne il suo possibile superamento.
Una crisi definita “antropica” per la perdita di “senso” e di “direzione”; un collasso che colpisce il sistema senza che si produca un cambiamento, diversamente invece di quanto accade nelle crisi “dinamiche” , conseguenti ad un evento eccezionale ch contiene in se i geni del superamento (per esempio una guerra che provoca una rivoluzione). Un'implosione simile a quella che ha colpito l'impero romano o il feudalesimo o ancora l'impero russo con la caduta del muro di Berlino.Come se ne esce dalla crisi antropica? La strada spesso è dettata da minoranze, da correnti di pensiero sino a questo momento inascoltate, che riesce ad indicare un nuovo orientamento di organizzazione sociale.
Il Prof. Zamagni pone l'attenzione principale sul significato e importanza del “Lavoro” e sul significato delle parole dell'enciclica “Il Lavore come Vocazione”.Ci riporta con il pensiero a San Benedetto allorchè con il “ORA ET LABORA, parificando il Lavoro con la Preghiera, conferì al Lavoro quella nobiltà che sino ad allora gli era stata sottratta (il lavoro era prerogativa delle classi più povere).Dal rinnovato senso del Lavoro deriverà l'Umanesimo e con questo l'Economia di Mercato, i monti di pietà, la borsa valori, ma senza finalità speculativa: un mercato civile e non speculativo.
L'umanesimo di San Benedetto antidoto alla cultura dell’ego Illustrando la figura del fondatore del monachesimo occidentale, il Papa dice che l’Europa da due guerre mondiali e da crollo delle ideologie per trovare la sua unità ha bisogno anche degli insegnamenti religiosi e morali che emergono dalle sue radici cristiane.
L'Enciclica “Caritas in Veritate” offre dunque un nuovo modo di pensare, tendendo a cambiare le mappe politiche sino ad oggi ritenute corrette, secondo cui fondamentalmente il Mercato era in grado di autoregolarsi.
L'economia moderna si è contraddistinta sostanzialmente nella divisione fra la sfera economica, tesa all'efficienza e quindi al profitto e quella sociale, volta a riequilibrare le diseguaglianze createsi per la ricerca del profitto. Recentemente, però, in epoca di globalizzazione, vengono sottrati agli statii importanti politiche da quelle monetarie a quelle industriali, che sini a 30 anni fa circa, servivano per riequilibrare appunto il sistema all'interno degli stati moderni.Conseguentemente lo squilibrio sociale è superiore di 4 volte rispetto al progresso di efficienza di un paese occidentale (studi Madison USA) e ciò causa la crisi.
L'Enciclica in commento indica come “direzione” quella di rimettere al primo posto l'individuo (con le sue necessità, aspirazioni, sofferenze) al fine di ricondurre nell'economia anche il sociale. Si dovrà parlare di una Economia Sociale e di un Sociale Efficiente.
La cultura popolare del nostro tempo intravede solo nella speculazione la possibilità di generare valore, mentre tende ad affievolirsi e a sparire il Lavoro come matrice di ricchezza.Ciò ha generato un'illusione collettiva portando l'economia mondiale nella rincorsa agli strumenti finanziari e ad una finanza virtuale con le conseguenze a noi tutte note.
Secondo l'Enciclica è indispensabile riporre il Lavoro al centro dell'economia: “Il Lavoro come Vocazione”
Si crede o si è creduto oggi che il Mercato sia distinto dalla Democrazia, giungendo a deviazioni paradossali come quello del modello Cina. Viceversa l momenro democratico è tutt'uno con quello economico (il riferimento anche in questo caso all'Umanesimo è chiaro). Un sistema che non tiene uniti i due fattori è destinato ad entrare in crisi.
Da respingere l'idea che il Mercato sia una zona “moralmente neutra”; altra cosa discutere quale sia il migliore modello democratico da adottare.
Concludendo il Prof. Zamagni rileva come l'Enciclica esprima alcune parole fondamentali di indirizzo al nuovo modo di intendere e interpretare la realtà per uscire dalla crisi: Fraternità, Sussidiarietà e Bene Comune.
Fraternità, ancora prima di solidarietà, in quanto principio di organizzazione sociale che punta all'eliminazione delle diseguaglianze (mentre il concetto di Solidarietà mira a mitigare le diseguaglianze.) Fraternità come Reciprocità all'interno dell'Economia in controtendenza, dunque, con l'intendere l'Economia solo come scambio di equivalenti.
Sussidiarietà, questa sia orizzontale che verticale, ma anche in assenza di un eccessivo statalismo o privatismo. Ovvero libera da condizionamenti forti dallo stato o da uno o più gruppi di privati.
Questo sistema “tripolare”, pubblico, privato e civile, ancora non ha trovato riconoscimento giuridico.
Il Bene Comune è un concetto tipico della dottrina sociale della Chiesa e sostanzialmente detta la regola secondo la qualle Io devo stare bene Con Te (e non senza di Te o sopra o sotto di Te. Tale impostazione rovescia il concetto di competizione o concorrenza.In sistemi come quelli italiani dove ad esempio esistono i distretti industriali, il fenomeno di una concorrenza diretta ad eliminare il concorrente è stata contenuta. Nei Paesi come gli USA è stato defagrante e concausa principale dell'attuale crisi.
Ho pensato di fare cosa utile nel riportare parte del pensiero del professor Zamagni, sperando di averne preso correttamente il significato in occasione della lodevole Conferenza su Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Francesco Querci (Consigliere Provinciale UDC)
Green Economy per la Provincia di Prato
Posted On mercoledì 16 settembre 2009 at alle mercoledì, settembre 16, 2009 by Avv. Francesco Querci
"La Provincia di Prato, coerentemente alle esigenze dell’area metropolitana ed alla sua fitta rete infrastrutturale di collegamento con Firenze e con Pistoia, può benissimo dar vita ad un Piano Energetico che stimoli la “green economy”, dove le fonti energetiche rinnovabili integrano il fondamentale fabbisogno energetico da fonti tradizionali: aria, acqua, sole e terra sono risorse a disposizione della nostra provincia a livello “gratuito”, e saperle cogliere in maniera sostenibile significherà dar vita ad una filiera pratese dell’energia, per l’abbattimento dei consumi, la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro."La notizia (che riporto di seguito) delle intenzioni della giunta provinciale di una valorizzazione della "Green Economy", (una giusta Green Economy si estende oltre il piano energetico passando dalle politiche dei rifiuti "Zero", alla filiera corto o media, ai sistemi di recupero in ambito tessile, alla mobilità) e quindi dalla Bioedilizia alla Finanza Etica si possono unire vantaggi economici e sviluppo sostenibile.
Sappiamo che il nostro territorio ha un gap alto (anche in una recente indagine del CORRIERE DELLA SERA, Prato è molto lontana da quei Comuni "virtuosi" che hanno già fatto della Green Economy, il fiore all'occhiello della propria azione politica); compito dei nostri amministratori è recuperare, passando dunque dalle parole ai fatti.
Francesco Querci
Consigliere Provinciale UDC Prato
segue l'articolo apparso sulla stampa
Dalla Sr325 alla “green economy” e al turismo: la Provincia si confronta con i progetti su Vaiano
E’ partito ieri dalla Val di Bisenzio il tour della Provincia con gli incontri dei sindaci e delle giunte dei Comuni e della Comunità montana, ognuno sul suo territorio. (...)
Molti naturalmente i temi ‘caldi’ illustrati dal sindaco di Vaiano Annalisa Marchi. Anzitutto gli impegni sulle infrastrutture e la partita dei lavori alla SR 325. “Sia sul primo che sul secondo lotto c’è bisogno di lavorare a un coordinamento stretto di cantieri e lavori – ha detto Marchi – Perché questa ristrutturazione è un’occasione per agire davvero, anche con interventi di affiancamento che il progetto originario non prevede, sulla viabilità attorno alla principale arteria della Vallata, penso per esempio alla Rotonda di Gabolana, per noi di grande importanza”. Necessario, secondo Marchi, anche ripensare il piano del trasporto pubblico, soprattutto alla luce dell’attivazione dell’Alta Velocità, con qualificazione e adeguamento di infrastrutture e stazioni e la realizzazione di quelle metropolitane.
Il sindaco si è poi soffermato sulla sfida dell’economia verde, con l’idea della Val di Bisenzio come laboratorio della green economy e del parco fotovoltaico diffuso a Vaiano e su quella del turismo, una scommessa a cui l’amministrazione vaianese punta molto. “In questi giorni parte la proposta Sotto il segno di Galileo, all’interno del progetto regionale. Ma stiamo sviluppando un progetto turistico che potenzia l’offerta ricettiva, i prodotti di filiera corta e la rete del museo diffuso e si rivolge soprattutto a giovani e famiglie. La Provincia in questi anni ha fatto molto su questo fronte e ci ha permesso di sviluppare idee e progetti”, ha detto il sindaco. E poi il progetto di due nuove scuole, gli investimenti sugli impianti sportivi e anche la realizzazione di una piscina. Molte dunque le proposte su cui nei prossimi mesi le due amministrazioni avranno modo di lavorare in sinergia.
Nel tardo pomeriggio la giunta provinciale si è spostata a Vernio, nel palazzo comunale, dove dopo le 17 è iniziato il confronto con il sindaco Paolo Cecconi e i suoi assessori.
Housin Sociale: nuovi modelli di edilizia
Posted On martedì 15 settembre 2009 at alle martedì, settembre 15, 2009 by Avv. Francesco Querci
Interessante tema trattato al convegno organizzato dall'Istituto di Bioarchitettura "Edilizia Sociale Sostenibile" sull'Housing Sociale.
Spesso l'H.S: viene confuso (anche da parte di frequentatori del Parlamento e da giornalisti, come Edilizia pubblica in quanto contenente la parola "social". Non è così. Uno o più modelli di edillizia sostenibile in funzione di uno sviluppo dei centri urbani all'insegna del rispetto dell'esigenza dell'abitazione, ancor prima della casa.
Modelli che possono concretizzarsi anche in una opportunità di reinvestimento e recupero di immobili, altrimenti destinati all'abbandano o al degrado.
DI seguito alcuni appunti (credo utili) del Convegno.
Francesco Querci Consigliere Provinciale UDC
"
Un Moderno Social Housing Sostenibile
Housing Sociale (SH) è sicuramente tutto ciò che non ce la fa a stare sul mercato o che non riesce ad accedere alla casa pubblica… ma oggi SH è anche: riqualificazione e rigenerazione urbana di intere zone della città dove la dismissione industrilae e/o l’abbandono da parte dei residenti, la mancanza di servizi al cittadino più elevati, il degrado sociale ed ambientale, le inefficienze energetiche e gli sprechi etc. richiedono un modello tipologico di intervento innovativo ad un costo più basso del mercato… Sustainable Social Housing (SHS).
Da “diritto alla casa” a “diritto all’abitare”.
Il problema è che oggi la linea della povertà è salita e quella delle risorse (pubbliche e/o private) si è abbassata. Il numero, la quantità di case ha così paradossalmente seguito una forbice: da un lato si è ridotta l’offerta pubblica, dall’altra è aumentata quella del mercato immobiliare, ma entrambe le offerte risultano inaccessibili a sempre maggiori strati della popolazione.
In pratica, il disagio abitativo è il risultato sia di un declassamento che della crisi del mercato immobiliare.
Anche se è vero che il mercato immobiliare e l’edilizia popolare pubblica hanno svolto un ruolo importante – nella costruzione delle città italiane e nel soddisfare le esigenze di larghi strati della popolazione – l’incidenza dell’intervento pubblico diretto, oggi, risulta minore che nel passato, se paragonata al resto dei paesi europei, ovvero sembra “esaurita” per il mutare delle condizioni sociali ed economiche.
Dunque, il modello del SHS sta diventando un vera e propria “terza via”, pubblico-privata, per uscire dalla crisi sociale, economica ed ambientale, non ultima immobiliare, ed obbliga i vari operatori, pubblico-privati, a rivedere un diritto fondamentale, come quello della casa, trasformandolo in un diritto più esteso e socialmente fondamentale: il diritto all’abitare con servizi (standard) qualitativamente calibrati all’esigenze specifiche del contesto e con modelli tipologici (edilizi) economicamente, energeticamente ed ecologicamente più efficienti.
Mentre l’edilizia popolare pubblica si rivolge direttamente agli “ultimi”, il moderno o contemporaneo SHS si rivolgerà sempre di più ai “penultimi” e ai “terzultimi”: studenti e ricercatori universitari, persone con mobilità lavorativa, giovani e adulti occupati con basso reddito, immigrati residenti ma ancora in stato di precarietà lavorativa, anziani con pensioni non sufficienti al mantenimento di una casa in affitto senza averla di proprietà, persone portatrici di particolari handicap o che necessitano di ospitalità in residenze assistite etc.
Di fronte a tutto ciò – crisi, nuove esigenze e nuove emergenze abitative – si prospetta pertanto la soluzione alternativa del moderno SHS ; alternativa ad altri tipi di interventi pubblici (edilizia popolare) e privati (mercato immobiliare) senza escluderli.
Ma con quali modelli ?
La discussione è aperta ..."
Filippo Boretti
Un forte appello all’impegno politico dal Vescovo
Posted On lunedì 31 agosto 2009 at alle lunedì, agosto 31, 2009 by Avv. Francesco Querci
Prato, 19 agosto 2009 - Un forte appello all’impegno politico (“Non si può, non è lecito per un cristiano, disinteressarsi della responsabilità politica”) è stato rivolto dal vescovo di Prato, Gastone Simoni , ai cattolici italiani in occasione di un confronto sulla nuova enciclica di papa Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. L’appuntamento, organizzato dal Collegamento Sociale Cristiano (associazione nazionale pre-politica, rigorosamente bipartisan, promossa dallo stesso mons. Simoni per “dare una casa comune di riflessione e formazione ai tanti cristiani ancora oggi impegnati nelle difficili frontiere della politica e del sociale”), si è svolto a Fiumetto (Marina di Pietrasanta) presso la Casa per Ferie (“La Versiliana”) della diocesi pratese.
I ntrodotto dal presidente del CSC Angelo Passaleva (“Il CSC è uno strumento utile per l’animazione e la ripresa del movimento cattolico in Italia: chi entra in politica come credente ha il dovere prioritario di sentirsi, e di essere veramente, al servizio del bene comune, in umiltà e trasparenza”), all’incontro ha preso parte il vaticanista TG1 Fabio Zavattaro (“Un collega laico tedesco si chiedeva, ironizzando, come dopo questa enciclica possa esserci ancora qualcuno in grado di collocare papa Ratzinger su posizioni “di destra” visto che è ormai rimasto praticamente il solo a parlare di lavoratori, giustizia e sindacati”).
Per mons. Simoni l’enciclica di papa Benedetto è “una bella occasione, anche per i cattolici italiani ovunque abbiano scelto di agire, di essere sé stessi e di esprimersi come tali nell’impegno per il bene comune locale e generale e nel dialogo con tutti. Senza dimenticare – ha aggiunto – quanti nell’ambito delle diverse parti politiche, non sentendosi di casa né di qua né di là, possano trovare un’altra casa nella quale, secondo loro, meglio possa incarnarsi oggi e domani la più vera tradizione del cattolicesimo sociale e democratico del XX secolo”. Per Gastone Simoni le parrocchie, i circoli, le associazioni e i movimenti del cattolicesimo italiano devono occuparsi maggiormente della politica (“Dovete darvi da fare per agire”).
Nel dibattito, mons. Simoni si è detto “totalmente d’accordo” con un intervento che prendendo spunto dal confronto, appena concluso nel vicino parco della “Versiliana” fra Denis Verdini e Piero Fassino sulla “inevitabilità” del bipolartismo, sosteneva come molti cattolici italiani si sentano, al contrario, in forte difficoltà nell’attuale quadro politico (“Nell’Italia di oggi occorrono – ha commentato mons. Simoni - cattolici coerenti, indipendenti, politicamente competenti e stimabili, liberi dalle soggezioni ai rispettivi capi oltre che capaci di resistere alle forzature dell’attuale bipartitismo”). Particolare attenzione, nel vescovo di Prato, anche per i temi dell’immigrazione (“la vera spia del terribile e inaccettabile sottosviluppo di questo mondo”).
Alla folta rappresentanza di cattolici pratesi (circa 200 i presenti sotto i pini della casa per ferie diocesana, il vescovo ha annunciato che il prossimo 21 settembre, ospite dell’associazione dei ragionieri e commercialisti, sarà a Prato per una iniziativa regionale proprio Stefano Zamagni: uno degli intellettuali che più da vicino ha contribuito alla “Caritas in Veritate”. E mons. Simoni - leggendo proprio il paragrafo dell’enciclica dedicato alla necessità di introdurre, nel mercato e nelle attività economiche, “forme di gratuità” e “logiche di dono” - ha inaugurato l’iniziativa promossa dal Ucsi Toscana, Collegamento Sociale Cristiano e TV Prato: i 79 paragrafi dell’enciclica saranno letti, davanti a una telecamera, da altrettante personalità. Sarà realizzato un dvd che sarà poi consegnato a papa Benedetto XVI nel 2010. Fabio Zavattaro ha letto il paragrafo dedicato ai media; Angelo Passaleva quello sulla centralità della giustizia.
degrado dei giardini nella nostra città
Posted On at alle lunedì, agosto 31, 2009 by Avv. Francesco Querci Leggendo l'articolo pubblicato dalla Nazione Domenica 30 Agosto, relativo al degrado dei giardini nella nostra città, soprattutto nei giardini che ricadono nella Circoscrizione Centro (via Marx e via Sant'Orsola), sono a sottolineare che già durante la campagna elettorale che nell'immediatezza della mia elezione a Presidente della Commissione Verde attrezzato ho verificato di persona lo stato del verde pubblico, constatando zone molto estese di degrado.
Ho preso contatto immediatamente con i responsabili dell'ASM che hanno in gestione la manutenzione del verde pubblico ed abbiamo concordato verbalmente gli interventi del caso.Rassicuro i cittadini che tornerò sull'argomento già dalla prima riunione in Circoscrizione e che prima di tutto tutelerò la sicurezza degli impianti.
Sappiate comunque che sarei grato ai cittadini che vorranno incontrarmi per elencarmi i problemi relativi al verde attrezzato, così da poter intervenire direttamente.
Il mio orario di ricevimento è il Lunedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00 c/o i locali della Circoscrizione Centro, previa appuntamento telefonico.
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Giacomo Sbolgi
VicePresidente Circoscrizione Centro UDC (Prato)
Presidente II Commissione - Urbanistica - Ambiente - Verde Attrezzato
ginnastica "tai chi", che viene praticata nei giardini di Via Colombo
Posted On at alle lunedì, agosto 31, 2009 by Avv. Francesco QuerciHo letto i vari interventi in merito, e dato che sono il Presidente della Commissione che si interessa appunto degli spazi verdi nella Circoscrizione Centro, ritengo opportuno dare anche il mio punto di vista.
Io parto dal concetto che ogni cittadino che abita nel nostro territorio (Italiano o extra-comunitario) abbia il sacrosanto diritto di usufruire degli spazi pubblici nel rispetto delle regole e della popolazione prospiciente.
A quanto apprendo dai quotidiani, quanto richiesto mi sembra una crociata anti cinese dal sapore totalmente demagogico, dettata dalla esclusiva voglia di escludere i cinesi in quanto tali.
Forse qualcuno ha fatto delle promesse in campagna elettorale e cerca ogni pretesto per attuarle, ma stiamo attenti ai mezzi che usiamo; i cittadini cinesi sono persone, come sono persone i cittadini italiani, non possono essere considerati abitanti di serie B, devono essere trattati nella stessa maniera che vengono trattati i nostri connazionali, questo è un principio fondamentale dettato dalla nostra Costituzione.
A questo punto se ci sono lamentele da parte di alcuni cittadini della zona, verifichiamo l'effettivo disturbo che crea questo gruppo di persone che liberamente e spontaneamente si riunisce per fare un po' di sport (cosa che credo abbia già fatto la Polizia Municipale con esiti del tutto positivi; cioè non avviene alcun azione di disturbo), poi se verrà accertato che già dalla prime ore del mattino (07,00), viene usata musica ad alto volume e si susseguono schiamazzi tali da recare disturbo alla quiete pubblica, allora e solo allora prendiamo provvedimenti del caso.
Inoltre visto che partecipano alle lezioni di ginnastica anche alcuni cittadini italiani, invece di attuare una politica repressiva, perché non farla diventare un'opportunità d'integrazione?
Lo Sport per sua natura unisce, non usiamolo per dividere.
Buona mi sembra comunque l'indicazione del presidente della Circoscrizione Centro, Massimo Taiti, e cioè di posticipare l'apertura alle ore 09,00, ma prima verifichiamo l'effettivo disturbo e poi agiamo.
Il Presidente comunque se ha ricevuto lamentele da parte di molti cittadini bene fa a prendere questo provvedimento, ma per il momento mi limiterei solo a questo.
Non credo proprio ci sia bisogno di un'ordinanza del Sindaco che vieti l'aggregazione di persone che svolgono liberamente un loro diritto sancito dalla Costituzione.
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Giacomo Sbolgi
smaltimento dei rifiuti nel Centro Storico cittadino.
Posted On at alle lunedì, agosto 31, 2009 by Avv. Francesco QuerciRitengo che un sistema come quello dei cassonetti sotterranei, messo in atto sia dal Comune di Firenze, ma anche da parte di Comuni molto più piccoli (es. Seravezza), sia il giusto orientamento in cui dovremo indirizzarci per risolvere i problemi che crea anche la raccolta porta a porta.
E' giusto chiarire che la raccolta porta a porta sia stata efficiente per quanto riguarda la differenzazione di rifiuti, l'educazione allo smaltimento e all'eliminazione dei cassonetti dal Centro, ma è anche giusto dire che la stessa ha creato non pochi problemi ai residenti ed al decoro urbano all'interno delle mura, anche ieri sera vicino alla "Passerella", c'erano dei sacchi di rifiuti depositati sul marciapiede.
Ho ricevuto lamentele da molti residenti in Centro, da chi lamenta la mancanza di spazio tra le mura domestiche per collocare i rifiuti una settimana (plastica, carta e indifferenziata), a chi lamenta la mancanza di spazi esterni per depositare il contenitore dell'organico, creando specialmente nel periodo estivo un cattivo odore per tutta la casa.
Ci sono anche persone che per turni lavorativi non possano essere a casa nell'ora del passaggio degli addetti alla raccolta e chiaramente anche persone (soprattutto anziani) che si scordano di "scendere il rifiuto" nella sera prefissata.
La raccolta porta a porta così com'è lega fortemente la persona residente in Centro ad uno schema, cosa che dobbiamo assolutamente evitare nell'amministrare una città, dobbiamo cioè cercare il più possibile di agevolare la libertà delle singole persone, pertanto lodo la proposta del Vicesindaco Goffredo Borchi di cercare e trovare una soluzione alternativa.
D'altro canto, visto che la raccolta porta a porta è un'educazione della persona allo smaltimento del rifiuto, lancio una provocazione al Vicesindaco con delega all'Ambiente, perchè non introdurla obbligatoria almeno per gli esercizi commerciali di China town?
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Giacomo Sbolgi
VicePresidente Circoscrizione Centro UDC (Prato)
Presidente II Commissione - Urbanistica - Ambiente - Verde Attrezzato


