Querci: IDV sbaglia su il dipinto del LIPPI

Leggo la critica IDV, anche piuttosto aggressiva, di Loredana Ferrara sull'acquisto del quadro di Filippino Lippi da parte del Comune di Prato.


Non si capisce se l'accusa è per l'acquisto del quadro o per la cifra spesa? Ci saprebbe dire quanto un quadro di Lippi "vale" oggi sul mercato? Quanto allora vale, usando lo stesso metro, una mostra sullo "stile dello zar", così come quella recentemente chiusa a Prato, con i fondi - si noti - dell'amministrazione di cui l'IDV fa parte?
Come è possibile misurare il valore di un'operazione culturale con il metro del "quanto speso" all'asta?
La riflessione che deve essere fatta è un'altra, cioè quella relativa al fatto se il Comune debba investire su Lippi, sull'immagine
della città legata a quel dipinto ed al suo impiego in una nostra mostra.
Anche per lo Stile dello Zar è stato speso dalla Provincia in modo ben superiore (sempre cifre a 6 cifra) con importi irrecuperabile tramite la biglietteria! Eppure ritengo che l'operazione abbia dato molto alla città, enormemente di più di quanto questa avrebbe ricevuto risparmiando nel non fare quella mostra.

Un dipinto del Lippi, non è un quadro comune, ma rappresenta parte della sua Prato e la sua storia. Chi digita, ad esempio, su google "Lippi", arriva subito a Prato.
Non si può misurare l'operazione del Comune sulla base del prezzo versato all'asta e, se l'asta, è salita significa che evidentemente il dipinto valeva! Non spetta a noi fare i critici d'arte e misurare i prezzi. Sta a noi decidere se merita investire su Lippi, che contiene indiscutibilmente, un valore aggiunto e superiore rispetto ad altre opere d'arte, senza pensare al valore aggiunto alla mostra in via di allestimento.
Con attacchi così incisivi e fuorvianti, si rischia solamente di mettere un freno allo sviluppo di un immagine di Prato, del suo sviluppo culturale, sul quale in campagna elettorale tutti abbiamo concordato e ciò, si sapeva, ha un costo, ma una resta nel tempo.
Resta da augurarsi che tale posizione dell'IDV resti isolata anche da parte dei suoi alleati.
Francesco Querci
Consigliere Provinciale UDC

segue articolo:

http://idvprato.blogspot.com/2010/01/cenni-spende-120mila-dollari-per-un.html
venerdì 29 gennaio 2010

CENNI SPENDE 120MILA DOLLARI PER UN DIPINTO E NULLA PER IL SOCIALE, E' UNA VERGOGNA

di Pasquale Petrella
PRATO – “Centoventimila dollari dei cittadini pratesi per comprare il Crocifisso di Filippino Lippi, un dipinto di 20x30 centimetri. E’ una vergogna”. A dichiararlo è la segretaria provinciale dell’Italia dei Valori, Loredana Ferrara, che ha letto con grande stupore e sgomento questa notizia che attribuisce al sindaco Roberto Cenni l’operazione su diretto invito del suo consulente Fabrizio Moretti, mercante d’arte.
“L’arte e la cultura non devono essere merce da mercanteggiare – ha aggiunto Ferrara – Vanno condivise e non pagate a suon di decine e decine di migliaia di euro soprattutto in questo momento in cui ai pratesi, e mi riferisco a quei tanti concittadini che stanno attraversando un brutto momento perchè senza lavoro e ai quali il Comune di Prato non è capace di dare un aiuto concreto. Sarebbe stato più opportuno investire quei centoventimila dollari in progetti diretti a sostenere il sociale, la sicurezza e, ovviamente il lavoro. Ma, evidentemente, questa giunta di centrodestra, composta in gran parte da imprenditori e professionisti, il paventato business di acquistare ad un’asta, un’opera che partita da 48mila dollari è stata sapientemente portata a 100mila perché il pollo da spennare, e cioè il Comune di Prato, tanto era disposto a spendere, è sembrato un affare. Centomila è una cifra che permette di calcolare bene le percentuali, così come quel 20 per cento per i diritti d’asta, senza voler aggiungere altro. E per farne cosa? In prospettiva ci sarebbe una mostra. Bravi, magari tenendo aperti i locali soltanto mezza giornata, come prevede il bando per il Cassero ed il Castello dell’Imperatore, voluto dall’assessore alla cultura Anna Beltrame”.
“Come mai il Comune non ha messo un euro nel Patto per Prato Sicura? Forse perchè Cenni non tiene alla sicurezza dei pratesi – conclude la segretaria IdV – A quando un investimento da centoventimila dollari anche per il mondo del lavoro dei pratesi? Quello che è stato fatto col dipinto di Lippi, è una vergogna e mi auguro che anche il Partito Democratico, fin troppo in silenzio anche su questo argomento, faccia sentire la sua voce di dissenso”.

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LONGO (UDC) più posti in biblioteca

L'assessore alla cultura di Prato ha appena comunicato che, anche grazie alle sollecitazioni del consigliere Longo UDC, i posti fruibili alla biblioteca saranno aumentati del 20%, circa 90 in più di quelli odierni.

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BOSI (UDC) interroga Governo su CIE in Toscana

Roma, L'onorevole Francesco BOSI (Udc) ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno (al quale ha risposto ieri sulla linea di quanto dichiarato nella recente visita a Prato), ricordando gli impegni assunti dal Governo per istituire in ogni regione centri di accoglienza e trattenimento immigrati (Cie). Nell'interrogazione, il deputato centrista chiede a che punto sia il mantenimento di questi impegni dal momento che in Toscana, ad esempio, non risulta ancora individuata alcuna soluzione'. Bosi sottolinea inoltre come 'il lavoro delle Forze dell'Ordine sia molte volte vanificato o reso comunque piu' difficile proprio per l'assenza di queste strutture, le piu' vicine delle quali si trovano in Emilia-Romagna'.

Sulla stessa linea aveva avuto modo di esprimersi in Provincia Francesco QUERCI, (Capogruppo Udc), sostenendo la necessità di dare piena attuazione al Patto per Prato Sicura, sollecitando nella sostanza un aumento della dotazione organica delle Forze dell'Ordine sul territorio pratese e prevedendo anche nuove risorse per il Tribunale al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia di contrasto. Chiudere il cerchio, dotando la Regione (e quindi la Provincia Pratese) ed in primiis gli organi di polizia e gli uffici giudiziari, dei CEI, quale strumento indispensabile per l'identificazione e l'espulsione di chi delinque sul nostro territorio.

Il CIE va fatto: va fatto bene, con modalità che contraddistinguino uno stato di diritto: secondo giustizia dunque: ubicazione, spazi e funzionalità progettate in modo di assicurare il rispetto della dignità delle persone “ospitate” . Questo il compito e l'azione della nostra Provincia e delle altre amministrazioni che dovrà essere contradddistinta da tempestività, funzionalità ed economicità.

Gli organi stessi di Polizia, i loro sindacati oggi, ce lo chiedono con forza ed a questi bisogna dare una risposta chiara e precisa, in quanto strutture, uomini e mezzi costituiscono elementi tutti egualmente essenziali e complementar Devono essere abbandonate posizione di pregiudizio ideologico, riconduce il dibattito sulla linea delle scelte sovranazionali, oramai recepite in tutta Europa.

Anche un'analisi pur superficiale dei vari interventi a livello europeo. nazionale e regionale, ci conduce che sostanzialmente tutte le parti politiche hanno collaborato e raggiunto un accordo (direttamente o indirettamente) circa la necessità di adozione dei CTP (legge Turco-Napolitano del 1998) prima e dei CIE poi (legge Bossi-Fini 2002 e DLSicurezza 2008) (con la Regione Toscana schierata in prima linea a favore (ex Signa), salvo poi rimangiarsi le parole con lo stesso Martini).

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sinergia fra tessile e confezioni by Cenni

UDC PRATO


La segreteria UDC di Prato esprime apprezzamento nei confronti dell'azione del Sindaco Roberto cenni, volta ad incentivare una sinergia fra tessile e confezioni, con l'inevitabile coinvolgimento della realtà cinese.
Uscire dalla prospettiva della gestione dell'emergenza per acquisire anche quella della programmazione volta ad assicurare opportuni sviluppi in ambito economico e sociale, è compito di un'amministrazione degna di tale nome.
Compiere delle scelte anche contro quelle che oggi appaiano le comprensibili titubanze e diffidenze di molti, denota quella capacità di incisività d'intervento verso quei fenomeni sino ad oggi rimasti completamente incontrollati ed, ancora peggio, ingovernati.
Il compito "nobile" della politica è anche quello di cercare di vedere oltre ai pregiudizi, alle difficoltà, a quello status quo che oggi appare ai più risolubile solo con l'uso della forza.
La responsabilità del Sindaco è quella di individuarne i giusti meccanismi, limiti ed opportunità, anche facendo tesoro delle esperienze che sono state esaminate e studiate.
Non è accettabile, invece, che un Sindaco demandi unicamente all'azione delle forze dell'ordine la risoluzione di un problema, che se rettamente rappresentato, può anche essere letto come un'opportunità.
Francesco Querci
Segretario Comunale UDC

ps: si legga anche quanto scritto due giornoi or sono sul MODELLO PRATO

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Il Modello Prato secondo la Padania

In prima pagina de La Padania (giornale delle "LEGA NORD per l'Indipendenza della Padania"`) si parla di un Modello Prato, in concomitanza della visita del Ministro Maroni. In attesa di commentare le iniziative proclamate dal quotidiano leghista per rafforzare il patto per la sicurezza cittadino e scoprire come intende fare per rafforzare le forse dell'ordine e rendere possibile un CIE in Toscana, specie per quanto riguarda il fenomeno cinese (solo accordi fra i due Governi interessati Italia-Cina può garantirne l'efficacia), non piace quanto si legge nel commento di Paola Pellai "Che, appunto, non è stato un giorno senza dimostrarsi Governo del fare. È di una settimana fa il blitz delle forze dell’ordine nella Chinatown pratese di via Rossini, che ha portato al sequestro di 4 capannoni, all’identificazione di duecento cinesi e al foglio di via per 68 dipendenti-schiavi."

Molti di non sono per la senplificazione e per la banalizzazione del fenomeno cinese di Prato, a cui abbiamo assistito sin troppe volte. Il Fenomeno Cinese è oggi tutt'uno con il fenomeno Prato. Un insieme intricato di criticità e potenzialità, tutta da leggere, studiare e risolvere.
Prato è stata sino ad oggi lasciata da sola. Ciò che accade oggi è soprattutto merito o demerito (a secondo delle diverse sensibilità) della giunta; nel caso del Sindaco e dell'assessore Milone. Qualcosa è difatti in movimento. Qualche luce si è accesa su quella Prato al centro di uno dei casi più eclatanti di cambiamento di giubba.
Abbiamo bisogno di organici delle forze dell'ordine, di "intelligence" per tagliare la testa al dragone che dirige lo sfruttamento e il giro di capitali verso la cina; abbiamo bisogno di un accordo che garantisca l'espulsione di chi si rende colpevole di reato e quindi del CIE.

Questo quanto al bastone! C'è bisogno però anche della carota.
Non possiamo credere che risolvere l'emergenza (che come abbiamo vista già contiene elementi di difficoltà non indifferenti) non debba essere svolto in un'ottica amministrativa di buon governo della città, nel rispetto del mondo del lavoro e delle persone che ne sono attori.
Non è sufficiente gridare "alle armi" e credere che il più sia stato fatto!
Il più deve ancora avvenire. Un popolo, una comunità deve sapere dove vuole andare e come vuole percorrere il cammmino, dotandosi delle attrezzature necessari a tutela anche di ciò che ha di più caro, come la nostra identità, i nostri valori. Fra questi ci sono i valori del rispetto, che pretendo ma devo essere pronto a dare. Della Giustizia (idem).

Il lavoro al primo posto della nostra nuova Prato. Valorizziamo ogni forma di lavoro sul territorio senza distinzione di sesso razza o religione. Facendo questo metteremo sullo stesso piano la persona, il rispetto delle regole e la sicurezza.
Il Modello PRATO dovrà essere questo ed il governo questo deve compiutamente comprendere, dotando la nostra città dei mezzi per uscire dalla crisi. Una comunità impoverita, di sostanze economiche e di principi identitari, è facile preda dei fenomeni legati alla criminalità e alla corruzione. Un corpo indebolito, facilmente si ammala. Priorità: ridare vigore al nostro corpo, alle nostre certezze al nostro futuro.

Non abbiamo bisogno di strumentalizzazione di parte, ma di risposte concreto ed impegno per uscire dalla crisi che ci interessa particolarmente. Il messaggio in sostanza deve essere quello che ci aveva contraddistinto qualche mese fa: "Uniti si Vince". Le prossime elezione, il clima di difficoltà rischia invece di pericolosi passi indietro (la cronaca cittadina di questi giorni la testimonia).
Concludo con una riflessione del Cardinale Bagnasco che in via analogica può trovare riconoscimento, con i doverosi distinguo anche a Prato:

«Gli episodi di contestazione sociale che, attorno al fenomeno degli immigrati, hanno recentemente avuto luogo in Calabria, e specialmente a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, potrebbero in una certa misura essere anch’essi ricondotti alla difficile crisi economica che l’Italia come gli altri Paesi si è trovata ad affrontare. Ritengo che l’opinione pubblica nazionale abbia con l’occasione potuto avviare una riflessione che nessuna ruspa può facilmente rimuovere. Voci sagge si sono alzate per dire cose importanti, da non scordare. Io vorrei riprendere le parole essenziali che il Pontefice ha usato per centrare «il cuore del problema»: «Bisogna ripartire dal significato della persona. Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita» (Saluto all’Angelus, 10 gennaio 2010). Niente può farci dimenticare questa verità: l’immigrato è uno di noi; noi italiani siamo stati a nostra volta immigrati, e prima di noi lo è stato Gesù. Bisogna partire da qui, e mai staccarsi da questa consapevolezza che va incardinata nei pensieri personali e collettivi degli adulti, come dei giovani e dei bambini».

Francesco Querci
Consigliere Provinciale UDC

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LETTERA DI SOLIDARIETA’ E GIUSTI VALORI (M. Giraldi)

LETTERA DI SOLIDARIETA’ E GIUSTI VALORI

Mi chiamo Marco Giraldi, ho 24 anni, sono di Prato, sono uno studente universitario ormai vicino alla laurea, oltre a studiare da quest’anno lavoro nonché sono impegnato nel mondo cattolico poiché provengo da una famiglia cattolica sono stato istruito e guidato nella giusta e retta via dell’educazione, della fede, della solidarietà e dei giusti valori. La giusta e retta via mostrami tu e la promessa mia accogli Gesù (detto SCOUT)
Scrivo per dire che sono un ragazzo idealista e che credo nella giusta società, nei giusti valori ed oggi come oggi certi valori non dico che non ci sono più ma tutto questo consumismo, tutti questi media, queste innovazioni tecnologiche hanno un po allontanato i giusti ideali. Io sostengo sempre una cosa: i tempi cambiano ma i giusti ideali è bene che rimanghino, questa frase è simile ad una di S.Francesco d’Assisi che diceva: i tempi cambiano sempre ma le Parole del Vangelo non cambiano. Per dire che una società con più valori, con più umiltà e più unione le cose potrebbero migliorare(per questo motivo ho citato la frase di S.Francesco perché quest’anno sono ottocento anni dalla nascita dell’ordine francescano) Quest’anno ricorrono sessanta anni dalla Dichiarazione delle libertà fondamentali dei Diritti dell’uome e del cittadino. Esse parlano chiaro: Libertà di espressione(Art.13), Libertà di coscienza, pensiero e religione(Art.14) collegato all’Articolo19 della Cosituzione che dice che tutti hanno diritto di manifestare e fare uso del proprio credo religioso secondo le giuste norme poiché tutti possono agire per i loro diritti e interessi legittimi(Art.24 della Costituzione).
Tornando alle libertà mi è dolce ricordare l’art.32 che dice che l’individuo ha diritto ad essere protetto contro ogni forma di sfruttamento e lavoro minorile cosi come ne parla la costituzione all’articolo 37 che parla di giusta retribuzione e parità fra uomo e donna per dirne alcuni.
Non condivido che dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo sia arrivata la sentenza che dice di togliere il crocifisso dalle aule perché come dice l’art. 8 della Costituzione tutte le professioni sono libere ed eguali davanti alla legge e che ciascuna religione si può organizzare secondo i propri statuti per dire che se si parla di giusto rispetto in questo caso sta mancando perché togliere il crocifisso dalle aule o dagli uffici è quasi un voler far rinnegare la propria fede poiché è dalla fede che nasce tutto, la vita l’ha scritta Dio non gli scienziati. La scienza fa tanto ma non sarà mai in grado di salvare l’uomo, l’uomo viene salvato da Dio mediante la sua misericordia quindi è inaccettabile una cosa simile. Il crocifisso da speranza e non vedo il motivo di doverlo rimuovere poiché egli è la nostra pace(San Paolo agli Efesini).
Concludo riportando le parole di Angelo Casati che dice: si è alternativi non quando si grida ma quando si vive nel quotidiano ciò che si fa. Cosi si diventa sale della terra, luce nelle tenebre poiché una frase di un’anonimo fiorentino del 1300 diceva che senza sapere, volere, potere nessuna cosa può avere inizio, quindi lotto e continuo a lottare per una società migliore e la domanda faccio è questa: esistono sempre le quattro parole che venivano usate prima: Famiglia, Chiesa, Scuola e Lavoro in aggiunta anche la parole: Solidarietà?
MARCO GIRALDI

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REGIONALI: UDC corre da sola-Sabato Assemblea degli iscritti

L'Udc pratese ha sempre ribadito la necessità in Toscana di correre da soli: la lunga tradizione di opposizione alle sinistre (dirette a perseguire il consolidamento del potere anzichè la loro radicale riforma) e la mancanza di volontà della PDL di vincere (ed incapace di esprimere un candidato super partes, in grado di opporsi alla sinistra) convalida la scelta dell'UDC di porsi quale reale alternativa ai due principali poli.

ASSEMBLEA ELETTIVA

Sabato 30 Gennaio alle ore 09,30
, assemblea degli iscritti e dei militanti, per eleggere i candidati pratesi da inserire nella lista regionale e la preferenza per il candidato alla Presidenza per l'UDC.



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Lucia Nencioni eletta nella Commissione Pari Opportunità


Lucia Nencioni, canidata a consigliere provinciale per l'UDC in supporto alla candidatura a Presidente di Francesco Querci, è stata eletta nella Commissione Pari Opportunità della Provincia di Prato.

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UDC sul Direttore Generale Provincia per Gestri


Gruppo Consiliare U.D.C.

Consiglio Provinciale di Prato

Il Gruppo consiliare UDC ha sollevato dubbi sull'operazione in corso per la nomina in Provincia del Direttore Generale: si chiede in particolare i necessari chiarimenti su a) i motivi che hanno portato all'approvazione delle modifiche all'articolo 6 del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi (via la Laurea) b) quali sono le intenzioni circa la nomina del direttore generale dell'ente, c) l'impegno di spesa collegate alla citata nomina.
I dubbi sulla convenienza dell'operazione sono sorti dalla concorrenza di due circostanze: la prima che l'ex Presidente Logli aveva ritenuto nella scorsa legislatura di non nominare un nuovo Direttore Generale, ritenendo evidentemente non essenziale tale figura ed economicamente non conveniente per l'Ente ed il tutto ovviamente in una situazione di controllo di spese di gestione, anche in funzione del patto di stabilità.
Dall'altra che per la nomina del Direttore, oggi, si giunge anche alla modifica del Regolamento per modificare i requisiti per accedere a quella carica: in sostanza non è più necessaria la Laurea universitaria, quando questa invece risulta prevista come essenziale per l'assunzione come dirigente di ente pubblico.
I due aspetti sono entrambi importanti.
Il primo, quello del costo, incide direttamente sui parametri per il calcolo del "Patto di Stabilità". E' circostanza nota che la spesa per il personale è uno dei fattori principali che va ad incidere sulla valutazione del rispetto del patto di stabilità. Una nuova assunzione di un Direttore Generale con un impegno di spesa stimato per ca. 200.000,00 euro, oltre ai temi noti legati alla congiuntura economica ed i costi della politica, andrà a ripercuotersi inevitabilmente sulla gestione dell'Ente, anche di quel personale, potenzialmente necessario ed altamente professionale, per porre in essere quella complessa progettuallità legata ad esempio all'ambiente, alla formazione e alla ricerca.
Non giungere, dunque. a penalizzare l'Ente anziché favorirlo, proprio sugli obiettivi prepostosi in campagna elettorale.
Il secondo, quello della Laurea, attiene invece a quel requisito minimo, ma rilevante, idoneo a manifestare una certa professionalità per ricoprire la carica di direttore generale; non a caso prevista per tutti i dirigenti pubblici. Il Direttore Generale - si ricorda - costituisce una figura dirigenziale ‘di alta professionalità’ e a ‘competenza limitata’, con proprie e specifiche competenze.
Che la legge lo consenta oppure no, non sta al mio gruppo politico valutarlo, ma sicuramente la laurea rappresentava quel minimo di garanzia al quale affiancare il curriculum più appropriato per la carica in questione.
Sebbene la giunta ha operato la modifica dell'articolo 6 del regolamento questa, a nostro avviso, potrebbe essere non sufficiente sufficiente a giustificare l'operazione e superare le previsioni statutarie proprie dell'Ente, posto che lo Statuto che impone la riduzione dei servizi per il miglioramento dei servizi, l'efficienza della gestione e l'ottimizzazione dell'impiego del personale", ovvero il rispetto del "principio della semplificazione amministrativa e di gestione nell'ambito del rapporto costi-benefici".
L'attività della giunta opera quindi in un contesto particolare, in contraddizione con la linea politica precedente dell'Ente tenuta nella scorsa legislatura e, pertanto, particolarmente forti e chiare dovranno essere le motivazioni del Presidente per la reintroduzione del c.d. "city manager" per la Provincia di Prato, una scelta dalla
discende un'importante responsabilità politica.

interpretazione ed evoluzione normativa.
Francesco Querci
Capogruppo UDC Consiglio Provinciale

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La strage dei copti la notte di Natale di Tarek Heggy

Il giorno in cui partecipavo alla visita di Magdi Cristiano Allam durante la quale, la sera, affrontava il problema dei cristiani in medio oriente, ricordandoci che questi sono i veri autoctoni dell'area (predominio fino al 700 e garanti dello sviluppo di quell'area), accadeva la strage dei cristiani copti durante la festa natalizia.

Una strage umana e culturale di persone di estremisti che puntano all'odio e all'eliminazione del diverso!

Ritengo utile la presente lettura:


E’ difficile che io scriva quando sono adirato o incollerito. Però oggi sento la necessità di scrivere anche se dentro di me mi sento ribollire. I copti egiziani hanno digiunato per quaranta giorni sino a oggi. Ieri, 6 gennaio 2010, si sono recati in chiesa per la preghiera che conclude il periodo di digiuno e avvia i festeggiamenti del Natale copto. Quegli egiziani, nostri compatrioti, si sono recati a pregare nella chiesa di Naga Hammadi, un villaggio a circa 700 chilometri a sud del Cairo. Dopo la preghiera si apprestavano a lasciare la chiesa per rientrare nelle loro case per consumare per la prima volta dopo sei settimane un pasto contenente della carne. Ma invece di trovare dei fratelli musulmani ad augurare loro buon Natale, hanno trovato altri egiziani come loro ad aprire il fuoco contro di loro ed uccidere otto loro connazionali! Invece di fare gli auguri, hanno ucciso! Invece di raggiungere le loro case per consumare il primo pasto dopo il digiuno sono stati spediti all’altro mondo cosparsi di sangue … solo perché “cristiani”. La verità è che né l’uccisore né gli uccisori sono i soli ad avere premuto il grilletto delle armi che hanno ucciso otto nostri fratelli copti. Di fatto hanno partecipato a questo delitto ripugnante e atroce tutti quei religiosi islamici che hanno predicato, diffuso o scritto sui copti che i copti sono dei dhimmi, appartenenti a una categoria inferiore rispetto ai musulmani della loro stessa patria. Ma perché mai uso il termine “patria” (watan) quando quelle persone non conoscono il significato del termine patria?! Costoro parlano solo di un’entità gelatinosa e immaginaria che si chiama umma! Tra costoro c’è il membro del Consiglio superiore per gli affari islamici che settimane fa ha pubblicato un libro pieno di veleno e discriminazione da potere generare migliaia di persone disposte a uccidere i copti. Ciononostante il nostro stato continua a dargli ampio spazio sui principali giornali egiziani di modo che il suo veleno possa raggiungere il maggior numero possibile di egiziani. Ha partecipato alla strage della notte di Natale a Naga Hammadi ogni persona che in seno al nostro debole stato ha consentito ai religiosi di influenzare l’opinione pubblica in ogni discorso che pronunciano in luoghi che non hanno alcun rapporto con la religione. Se solo quelle voci venissero messe a tacere e fossero costrette a lasciare le questioni che non riguardano la religione agli esperti, ai medici, agli ingegneri, agli studiosi, ai professori di diritto, di psicologia e sociologia … i nostri fratelli che sono stati uccisi la notte scorsa sarebbero ancora vivi perché la mente di chi li ha uccisi non sarebbe stata ricolma di veleno né le loro anime sarebbero state deviate da discorsi degni degli uomini del Medioevo, discorsi che non hanno alcuna attinenza con il sapere, con la rinascita intellettuale che abbiamo vissuto agli inizi del Novecento. Ha partecipato a quell’atroce delitto anche chi ha permesso che nella nostra società si perpetuasse per decenni la farsa dei tribunali che condannano di apostasia facendoci ritornare al medioevo. Ha partecipato al delitto di ieri anche chi non si è mostrato determinato a porre fine a questioni di poca importanza come la legge sugli interessi bancari, la donazione degli organi e il richiamo unico alla preghiera … poiché gli esperti di scienze dell’amministrazione conoscono bene gli effetti disastrosi della diffusione di certi sentimenti in qualsiasi ordinamento, associazione, società che è governata da persone tutt’altro che serie, tutt’altro che determinate. Ha partecipato all’atroce delitto della notte di Natale quella guida della massima istituzione religiosa egiziana quando ha dibattuto della virtù del bere l’orina del Profeta, quando un suo collega ha parlato della liceità di sposare una bambina di nove anni, quando un altro suo collega ha parlato dell’allattamento di un adulto da parte di una donna affinché possano condividere lo stesso ufficio. Ha partecipato alla strage chi ha deciso di pubblicare relazioni redatte da quei ciarlatani e che meritavano di essere messe a tacere. Se ci fosse stata una sola persona che avesse detto che alle istituzioni religiose non spetta decidere degli interessi bancari, della donazione degli organi e che ai religiosi spetta di deliberare solo sulle questioni religiose allora non saremmo arrivati a questo punto! Ha partecipato alla strage chi è rimasto indifferente al rapporto del dottor Gamal al-‘Utayfi, pubblicato 35 anni fa, sull’attacco ai copti di Damietta. Ha partecipato al delitto ogni scrittore, ogni giornalista che ha minimizzato l’atrocità, la viltà di decine di eventi simili a quello di Naga Hammadi, descrivendoli semplicemente come “casi isolati”. Ha partecipato a questo delitto chi ha costretto i copti in decine di occasioni come quella della notte di Natale a una pace formale e a mentire spudoratamente davanti alle telecamere. I fatti di Naga Hammadi sono il risultato naturale di una pessima gestione che fa che sì che questa strage non sarà l’ultima del genere poiché tutto ciò potrà essere fermato solo con misure ferme nei confronti dei nemici dei nostri fratelli e compatrioti egiziani. Sì, perché loro non sono certo nostri prigionieri a partire dalla conquista islamica dell’Egitto! Bisogna agire, bisogna sanare la situazione e l’amministrazione deve mostrarsi determinata e mettersi al servizio di quel che tutti noi chiamiamo Egitto.
(traduzione dall'arabo di Valentina Colombo)

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Regionali: All'opposizione con in mente un nuovo modello di partito.

Stasera si terrà la riunione provinciale per coordinare la presenza di UDC-Prato al Comitato regionale di Sabato 9 gennaio, durante il quale verrà presa la decisione riguardo le alleanze e le candidature alle regionali.

Personalmente, sosterrò la linea dell'indipendenza dai due schieramenti

Una PDL ancora incapace di determinare una candidatura, che ancora oggi per bocca di Verdini, si prende altri dieci giorni di riflessione (Corriere Fiorentino) per contrappore un nome al Signor Rossi del PD (attuale assessore regionale alla sanità). Alla richiesta dell'UDC di un candidato super partes che riproponesse a livello regionale., l'esperienza pratese con il Sindaco Cenni, non ha corrisposto alcuna reale determinazione in tal senso.

Una allenza col PD in Toscana, dove storicamente ci ha visto contrapporsi ai Ds prima,al PD oggi, non pare strada percorribile, tanto più che anche in questo caso ci si trova di fronte ad un personaggio che ben affonda le sue radici nella storica linea di sinistra e certo non riformista, con una IDV che ha ritirato la propria candidatura in favore di Rossi.

Infine, resta fondamentale il nostro disappunto e la condanna del PD e della PDL per avere voluto togliere il VOTO DI PREFERENZA (differentemente dalle altre regioni d'italia), nonostante una recente riforma (peggiorativa qualora ci fosse stato modo), che ha ancora maggiormente vincolato le candidature ai partiti o meglio ai segretari di partito, scippando ogni decisione non solo agli elettori, ma anche alla base dei movimenti e degli stessi partiti .

Le Regionali dunque, che restino per noi una testimonianza di un NO ad un modo di fare politica, un SI alla riforma in senso democratic dei partiti, di riforma e di rinnovamento.
All'opposizione con in mente un nuovo modello di partito.

Francesco Querci
Segr.o com./cons prov)

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Interrogazione nomina Direttore Provincia

http://www.udc-italia.it/site_upload/images/2009/simbolo_udc.jpg

Gruppo Consiliare U.D.C. Provincia di Prato

Esaminando i lavori della giunta del 15 dicembre 2010, mi sono imbattuto una una particolare delibera con la quale si andava ad approvare una modifica del regolamento dell'ordinamento uffici e servizi della Provincia.

In particolare sono stati modificati i presupposti per la nomina del Direttore Generale dell'Ente Provincia, sottraendo a questa figura requisiti previsti per l'accesso alla qualifica di dirigente degli enti locali.

La figura del Segretario generale e del Direttore possono essere svolta anche da una stessa persona: attualmente il Segretario Provinciale (ma non anche Direttore) ha un costo per l'Ente di circa € 115.000,00.

Dunque se la giunta pensa necessario intervenire sul regolamento per divenire Direttore, cambiandone i requisiti di accesso, tutto fa pensare che siamo prossimi alla nomina.

Si è reso così necessario il deposito, questa mattina, di un'interrogazione diretta a chiarire quali sono le intenzioni del Presidente circa il riassetto organizzativo, quale l'impegno di spesa e perchè sono stati modificati i requisiti d'accesso.


francesco querci (capogruppo in provincia)

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