E’ necessario un diverso Piano Strutturale

Mencattini (Udc): E’ necessario un diverso Piano Strutturale che annulli gli effetti devastanti del Prg Secchi.

Pratoblog
Prato, 24 febbraio 2010 - «La Giunta Cenni con il nuovo riassetto del modello di struttura proposto, rivedendo le funzioni degli addetti e stabilendo nuovi modi di gestione e controllo è ormai pronta per una fase operativa diversa dal passato. L’Udc plaude a questa fase importante e necessaria per produrre quei cambiamenti nel controllo della macchina amministrativa.
Se nei primi mesi di insediamento gli assessori ed il Sindaco sono intervenuti soprattutto per correggere disfunzioni e disequilibri di bilancio e di gestione lasciati dalla giunta Romagnoli ora la macchina è pronta per produrre con la proposta del nuovo Bilancio Preventivo un Progetto Statregico su cui lavorare nei prossimi anni.
Crediamo che sia giunto il momento confrontandosi con tutte le istituzioni, l’associazionismo rappresentativo di categoria e del terzo settore, le professioni, di dare corpo ad un nuovo strumento di programmazione che individui i temi principali di intervento. Un Nuovo Piano Strategico.
Individuiamo in particolare nel riassetto urbanistico, il cento storico, l’integrazione metropolitana, nell’energia e lo smaltimento rifiuti, nell’edilizia social house, nel rilancio culturale, dei nuovi saperi e dell’università, nell’attenzione alla famiglia attuando una politica di quoziente familiare, nell’attenzione verso gli anziani e disabili permanenti con la crazione di adeguate strutture protette, i principali temi su cui lavorare con l’attivazione di un ampio gruppo di esperti.
In tema urbanistico che rimane il pricipale strumento del Comune per riordinare funzioni e sostenere sviluppo e sicurezza della città proponiamo una revisione dello strumento del Piano Strutturale individuato dalla giunta Romagnoli nel 2006, dando indicazione agli uffici comunali di rivalutare ed eventualmente riorganizzare competamente il gruppo di lavoro che ha sovrinteso al processo di revisione del Piano precedente, rinominando i dirigenti addetti alla Pianificazione e Programmazione.
Insieme alla rivisitazione del Piano Strutturale che riveda totalmente la filiosofia devastante del Piano Regolatore Generale di Secchi, quello per intenderci della visione della città Fabbrica, è necessario anche chiedere alla Provincia di rivedere il PTC alla luce di un diverso assetto territoriale ed infrastrutturale tra Firenze Prato e Pistoia.
La crisi economica della città e la sua diversa collocazione nell’economia e nello sviluppo della Toscana impongono di far presto a produrre questi cambiamenti che noi riteniamo esenziali. Eventuali ritardi, potrebbero costringere la giunta a doversi confrontare attuando ipotesi già delineate dalla vecchia giunta con interventi di privati che hanno ritenuto anche in modo corretto ipotizzare interventi ed investimenti che invece che sviluppo potrebbero perché ormai tardivi e disueti produrre difficoltà, se non addirittura danni nella costruzione di un modello di città nuovo per il quale i cittadini hanno votato una nuova giunta.
Le piccoli varianti ed i tanti progetti di recuperano che in modo automatico si stanno per realizzaree che rischiano di accellerare il processo di decadimento urbanistico debbono velocemente essere ricondotte ad un progetto unico, su cui rischiare una proposta politica nei prossimi anni.
Il rischio ormai evidente è di doversi di nuovo confrontare di volta in volta con comitati spontanei, spesso trasversali perché a difesa di interessi contrapposti che potrebbero lacerare oltre alla unità politica anche il processo di Governance del territorio condizione questa irrinunciabile per il ruolo stesso della Giunta Comunale.
Quanto emerso in questi giorni,comitati spontanei che si riorganizzano, e cercano addirittura di usare strumenti legislativi, pressioni di associazioni di categoria su particolari tematiche, strumentazioni da slogan elettorale di taluni gruppi politici fanno pensare che sia necessario al più presto una proposta chiara e leggibile ed un recupero degli strumenti di comando da parte della giunta.
L’esempio che in questi giorni è più evidente quello di Maliseti rafforza la necessità che la riflessione che proponiamo venga raccolta dal Sindaco e dalla giunta. La fase elettorale, quella della proposta, della mediazione è terminata. Ora sentiti tutti e mediate le proposte è tempo di decidere e su le decisioni prese di Governare rischiando su i risultati che verranno dalla proposta politica presa. Vorremmo evitare il ritorno all’assemblearismo della fallimentare giunta Romagnoli. Enrico Mencattini segretario provinciale Udc».

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