L’INTERVENTO/Querci e Bambagioni (Udc): “A Prato mancano 30 milioni di euro in trasferimenti per la sanità. Rossi passi dalle parole ai fatti”

notiziediprato

Sapere che il presidente della Regione Rossi sia così attento alla città di Prato fa enormente piacere.
Ma dopo le parole servono i fatti. La nostra provincia riceve di trasferimenti di competenza regionale per la sanità 1.523,78 euro per ogni residente su 226.202 abitanti ufficiali e, in base a questo calcolo è la terza provincia in Toscana. Su molti documenti della Regione Toscana e recentemente anche durante l’audizione del direttore Cravedi nella Commissione Sanità della Regione Toscana è stato chiaramente certificato che resiedono in provincia almeno 20mila persone in più. Noi pensiamo siano di più di 20.000 ma se anche accettassimo quel dato i calcoli andrebbero riparametrizzati su 246.000 residenti.
Allora caro presidente Rossi a Prato mancano 30 milioni l’anno di trasferimenti sanitari di competenza regionale. Quando si pensa di rimuovere questa condizione? Quando si comincerà a chiederà scusa alla nostra provincia per la costante sottovaluzione subita dai vari livelli Istituzionali a partire dalla Regione Toscana per arrivare al governo centrale? I cittadini pratesi, le forze politiche e sindacali, i parlamentari dovrebbero accorgersi e ribellarsi al fatto che la nostra città sia largamente la peggio considerata delle provincie toscane e sia, di fatto la cenerentola fra le importanti realtà della nostra nazione.

Giovanni Bambagioni

Coordinatore Prov. Udc

Francesco Querci
Capogruppo Provincia Udc

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Querci (Udc): «Legge 40, il solo punto fermo a tutela dei diritto del nascituro e della donna».

Querci (Udc): «Legge 40, il solo punto fermo a tutela dei diritto del nascituro e della donna».

Prato, 8 ottobre 2010 - «L'attuale dibattito sulla Legge 40 accende nuovamente i riflettori sulla regolamentazione della procreazione assistita. Si tratta di decidere in pratica se debba esistere una legge che regoli compiutamente la materia, oppure se si debba ritornare in una situazione di completo vuoto normativo su un tema così delicato come quello della procrezione. I continui attacchi alla Legge evidenziano il tentativo, neppure celato, di rendere vuota la norma. Una norma che è invero stato il frutto di un ampio dibattito parlamentare e non solo per oltre dieci anni ed è stata poi approvata con una larga maggioranza.
Nella sostanza e specialmente riguardo all'attuale rinvio alla Corte Costituzionale da parte del Tribunale di Firenze circa il divieto di fecondazione eterologa (divieto dunque di ricorrere ad embrioni donati da terzi estranei alla coppia), dobbiamo essenzialmente capire se è accettabile la visione culturale che spezza il legame fra la relazione coniugale e la fecondazione. Se esiste, poi, un presunto diritto alla procreazione "ad ogni costo" o se la nostra attenzione debba prevalentemente essere concentrata sugli interessi del figlio e del legame dei due genitori.
E' oramai noto che molti studi di ricerca hanno volto i loro maggiori sforzi, delle menti ed economici, soprattutto nella direzione della procreazione assistita, eterologa, tralasciando purtroppo la ricerca circa le cause della sterilità e quindi della relativa cura, allontanando così l'attenzione (e gli investimenti) dall'esame delle cause a quella degli effetti; un modo di procedere anche scientificamente sbagliato, ma sicuramente economicamente più redditizio, che verrebbe favorito dalla menomazione della Legge 40, ovvero dalla deregolamentazione della materia.
In occasione della difesa della Legge 40, dall'attacco referendario (miseramente fallito) dei suoi oppositori, è già stata presa una chiara posizione in difesa della Legge e sarà mia e nostra intenzione ripetere il nostro impegno a favore di una legge che, seppur migliorabile, costituisce oggi il solo punto fermo per tutela dei diritto del nascituro e della donna, così come del resto è stato evidenziato da una recente relazione Ministero della Salute, che ha esaminato gli effetti dell'applicazione della legge in questi anni.
A novembre verrà organizzato un convegno sul tema con l'On. Santolini e l'On. Binetti, da sempre impegnate socialmente e politicamente per la difesa della famiglia e della vita, per un approfondimento tematico».
(*) Consigliere Udc alla Provincia di Prato

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trasferimenti statali: UDC Prato per l'unità d'intenti

Fa piacere verificare come anche i consiglieri PD Calussi, Colzi e Vannucci abbiano aderito alla nostra proposta per cercare di portare Prato allo stesso livello di trasferimenti statali delle altre province toscane. Questa può diventare una battaglia di tutta la città unita per rimediare a più decenni di grave ingiustizia. La nostra classe dirigente dovrebbe far comprendere a tutti i livelli istituzionali, regionali e nazionali, che Prato è il terzo comune dell’Italia centrale. I 25 milioni di ulteriori risorse per gli ammortizzatori sociali sono stati un grande risultato, ora dobbiamo rendere permanente il nostro livello di risorse.

Giovanni Bambagioni
Coordinatore Prov. UDC - Partito della Nazione

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Una battaglia per rimuovere una grave ingiustizia

Solo chi è accecato da pregiudizio ideologico non riconosce i meriti del Governo e dei nostri parlamentari per aver ottenuto l' intervento straordinario di 25 MLN a vantaggio dei nostri concittadini in crisi di lavoro. Lo stanziamento rimane comunque a carattere di una tantum irripetibile.
I dati pubblicati di recente sulla misura dei trasferimenti statali annuali alla nostra città sono viceversa inaccettabili.
Prato riceve ogni anno 343 euro per abitante. Livorno 373; Pistoia 380; Siena 409; Lucca 423, Pisa 453, Massa 513; infine Firenze con 555!
Perchè?
Con il livello di trasferimento di Lucca noi otterremo un aumento di risorse trasferite di E. 19 MLN; di oltre 24 MLN nel caso di Pisa; di ben 33 MLN nel caso di Firenze. E sopratutto non con carattere di una tantum.
Consideriamo che oltre ai cittadini residenti ufficiali, Prato ha, come ben sappiamo, qualche abitante in più.
Per decenni la nostra città ha ovviato con la piena occupazione e la forza economica a questa particolare iniquità ma adesso non possiamo più permetterci che, utilizzato il finanziamento straordinario di 25MLN, ci si trovi ad abbandonare nostri concittadini sfortunati sul lavoro e privi di ogni tutela successiva.
Noi pensiamo che Prato abbia la forza, se supportata da un grande spirito unitario, di rimuovere l' ingiustizia, profonda e inescusabile, di questa carenza di risorse.
Tutti dovrebbero sentirsi in dovere di contribuire a riportare la nostra comunità almeno sul livello degli altri capoluoghi di provincia toscani. Si apra una forte battaglia, a tutti i livelli decisionali. Prato è il terzo comune dell' Italia centrale e vige l'obbligo, per la sua classe dirigente, di farselo riconoscere in tutte le sedi. Dotiamo questa Giunta e il Sindaco Cenni delle risorse di cui godono altri, certamente non più virtuosi di noi e lavoriamo per il bene comune della nostra amatissima città.
Giovanni Bambagioni
(Coordinatore Prov. UDC) Antonio Longo (Capogruppo Comune Prato UDC)

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“Coprifuoco” a Chinatown, Querci contro Lorusso: “In gioco non c’è la libertà di mercato e la concorrenza ma la salute pubblica”


da NOTIZIEDIPRATO

Francesco Querci

Non è piaciuta in casa Udc la presa di distanza dell’esponente “finiano” Federico Lorusso rispetto all’ordinanza che il Comune intende adottare per obbligare i locali del Macrolotto Zero a chiudere entro mezzanotte. In un’intervista rilasciata a Notizie di Prato il consigliere comunale, ormai quasi ex Pdl, si era augurato una retromarcia di sindaco e assessore Caverni proprio su quel provvedimento. E la cosa viene ora stigmatizzata da Francesco Querci, segretario comunale dell’Udc: “Il consigliere Lorusso - scrive Querci - ben sa che uno dei motivi per cui il sindaco Cenni e la propria giunta hanno vinto le elezioni, corrispondeva ad un’effettiva esigenza di “fare”, di prendere delle decisioni, a causa di un lassismo, che la paura di pestare i piedi a quello o quell’altro, ha lasciato la città in mano agli avvenimenti. Chinatown è l’emblema più forte di quella situazione, di cui le vittime principali sono proprio quei residenti, cittadini italiani e cinesi, che si sono ritrovati intrappolati in una situazione surreale. Forse il consigliere Lorusso dovrebbe capitare da quelle parti per rendersene conto che esiste un’emergenza”.
“Quello in gioco - prosegue l’esponente centrista - non è la libertà di mercato e di concorrenza, ma quello di salute di chi vive in quell’area, che inevitabilmente necessita di interventi mirati, come quello coraggiosamente assunto dalla giunta. Capisco la volontà di essere parte del dibattito cittadino, ma non confondiamo - in modo disarmante - le diverse criticità fra Chinatown e piazza Mercatale, per la quale, come ben dovrebbe sapere, sono allo studio altrettanti e diversi progetti per la sua riquallificazione, che in realtà è già partita con la rimozione del mercato delle bancherelle”

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Il Gruppo provinciale Udc non condivide la scelta di Gestri.

Prato, 9 settembre 2010 - «Il ruolo istituzionale di rappresentante di tutta la comunità lo obbligava ad essere presente a fianco della ciittà, soprassedendo a contrasti di natura politica che ben potevano trovare sfogo in altre sedi ed in differente momento, senza recare così danno ad una manifestazione radicata in otto secoli di storia, alla cui tradizione resta ancorata l'immagine della nostra città.
Nel merito, si aggiunge, l'integrazione parte non solo dal reciproco rispeetto fra ospite e ospitante, ma anche dalla consapevolezza dell'unità e condivisione della comunità ospitante, nel caso quella pratese. La politica ha il compito fondamentale , dunque, di creare quei ponti di dialogo al suo interno e non portare all'estremo scontro scelte non condivise.
Il Corteggio è festa di campanile, del comune di Prato e la Provincia riveste un ruolo indiretto: questo doveva correttamente indurla a portre, se vogliamo, un elemento di riflessione sul tema della partecipazione della comunità cinese e non certo un elemento di disgregazione e di rottura, aggravato dalla scelta di non presenziare.
Una partecipazione, quella cinese, al Corteggio comunque ritenuta non necessaria per una manifestazione dal sapore tipicamente pratese, alla quale le comunità estere potevano trovare un ruolo diverso e altrettanto coinvolgente, ma di minore impatto sulla pubblica opinione e sulla tipicità della sfilata.
(*) Capogruppo Udc al Consiglio Provinciale di Prato

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La disfida del Corteggio/Il centrodestra accusa Gestri: “La sua è stata una mancanza di rispetto per la città e per l altre istituzioni”

da NOTIZIEDIPRATO

Non si è affatto rasserenato il clima politico cittadino il giorno dopo il Corteggio con le polemiche legate prima alla decisione della Provincia di far sfilare dietro il proprio Gonfalone i rappresentanti delle comunità di immigrati, con conseguente parere contrario da parte del Comune, e poi con la scelta del presidente Gestri e dell’intera giunta provinciale di non sfilare nel Corteggio. Da una parte e dall’altra adesso si rinfacciano le accuse di aver rischiato di rovinare la festa dei pratesi. Il centrodestra accusa senza mezzi termini Gestri di ingerenza in una manifestazione da sempre organizzata dal Comune e di aver voluto fare per ragioni meramente politiche un doppio sgarbo istituzionale. Il gruppo provinciale del Pdl ha dichiarato al proposito che chiederà conto a Gestri con una domanda di attualità del suo comportamento e “come intenda provvedere allo sgarbo istituzionale verso il sindaco di Prato e soprattutto verso il prefetto”. “La partecipazione - si legge in una nota del Pdl - di cittadini stranieri e di qualunque provenienza estera agli eventi collegati alla Festa della Madonna della Fiera è da sempre stata libera e benvenuta, oltre che naturalmente numerosa. Chiediamo quindi in base a quale ragionamento il presidente della Provincia abbia ritenuto non solo di proporre, ma di spingersi fino alle estreme conseguenze che segnano evidentemente un precedente nei rapporti tra istituzioni. Se il presidente della Provincia e i suoi assessori, anzichè giocare a nascondino tra le vie del centro, avessero sfilato dietro il Gonfalone della Provincia, avrebbero semplicemente fatto il loro dovere di rappresentare l’interezza della comunità pratese, senza inutili distinguo frutto di valutazioni puramente ideologiche e di parte”.


Concetti che tornano in quanto afferma Francesco Querci, capogruppo Udc in Provincia: “Il ruolo istituzionale di rappresentante di tutta la comunità di Gestri lo obbligava ad essere presente a fianco della città, soprassedendo a contrasti di natura politica che ben potevano trovare sfogo in altre sedi ed in differente momento, senza recare così danno ad una manifestazione radicata in otto secoli di storia, alla cui tradizione resta ancorata l’immagine della nostra città. Il Corteggio è festa di campanile, del comune di Prato e la Provincia riveste un ruolo indiretto: questo doveva correttamente indurla a portare, se vogliamo, un elemento di riflessione sul tema della partecipazione della comunità cinese e non certo un elemento di disgregazione e di rottura, aggravato dalla scelta di non presenziare”.

Molto più peso l’affondo di Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale del Pdl: “La decisione del presidente della Provincia Gestri di disertare il Corteggio storico è insieme una mancanza di rispetto nei confronti della mediazione del prefetto e uno schiaffo alla cittadinanza pratese. Una conferma della totale mancanza di senso delle istituzioni di chi vuol piegare tutto, anche le tradizioni più antiche, ai propri interessi politici”. Mentre Leonardo Soldi, segretario comunale della Lega Nord, ribadisce come l’organizzazione del Corteggio storico spetti al Comune: “La Provincia - afferma Soldi - dovrebbe guardare alle cose di sua competenza, come per esempio tentare di reinserire nel mondo del lavoro le migliaia di cassaintegrati e di lavoratori in mobilità e di trovare un’occupazione per coloro che sono nelle liste di collocamento, invece di pensare esclusivamente agli stranieri”.

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OK alla mozione QUERCI (UDC) su giardino Bonamici

lunedì 28 giugno 2010

Giardino Bonamici: ok alle richieste di Querci (Udc)

Il giardino Buonamici sede di eventi nelle serate di luglio: ok della Provincia alla richiesta di Querci

Passa all'unanimità la mozione presentata da Querci (UDC) in Provincia per l'apertura permanente del giradini Bonamici alla città.
La posizione e l'importanza del giardino e del palazzo Bonamici, quale contributo essenziale per la valorizzazione del centro storico!.



vai all'articolo:Il giardino Buonamici sede di eventi nelle serate di luglio: ok della Provincia alla richiesta di Querci

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MOZIONE VOTO DI PREFERENZA PASSA

L'UDC in Provincia incassa un ottimo risultato.

MOZIONE Querci per la reintroduzione del VOTO di Preferenza passa a larga maggioranza. Effetti collaterali: PDL si divide.

A PRATO, quindi, si da il segnale verso la riforma della Legge regionale a liste bloccate e senza preferenza che trasferiva il potere esclusivamente alle segreterie regionali e romane.
Si torna verso i cittadini!!!!

da Notizie di Prato
Il consiglio provinciale approva una mozione per chiedere alla Regione di riformare la legge elettorale ed il Pdl va in frantumi. È successo nella seduta di ieri pomeriggio, quando l’assemblea ha esaminato il testo formulato dal consigliere dell’Udc, Francesco Querci che si aggancia alle dichiarazioni del neopresidente della Regione Toscana favorevoli ad una reintroduzione del voto di preferenza. “Le elezioni regionali hanno attestato, infatti, una lontanza fra gli elettori ed i partiti, pertanto, è necessario avviare fin dall’ente provincia un percorso per migliorare la politica” ha motivato Querci nel corso del dibattito, trovando una facile sponda nella maggioranza. In primis il capogruppo del Partito Democratico, Fabio Rossi: “Una delle cose brutte delle ultime regionali è stata la bassa partecipazione degli elettori, dovuta alla mancanza del voto alla persona. La mozione coglie in pieno questa necessità ed è giusto che anche a livello territoriale arrivi un’indicazione precisa”. Sulla stessa linea, anche se con tesi più articolate, l’Italia dei Valori con Luca Mori: “Indubbiamente il voto di preferenza contribuirebbe a creare una democrazia più civile, ma bisogna puntare anche su un’opera di semplificazione e di riduzione dei rappresentanti pensando magari ad un sistema elettorale di tipo uninominale”. Nettamente contraria, invece, la capopattuglia dei consiglieri del Pdl, Cristina Attucci: “La discussione sarebbe dovuta finire in commissione, perché con questa modalità è assolutamente strumentale e limitata ad una questione banale. Bisogna tener conto ad esempio che il voto di preferenza è espresso soltanto da appena il 10% degli elettori. Sono molto sorpresa - ha aggiunto in tono polemico - dalla posizione del Partito Democratico che ha sventolato in campagna elettorale le primarie come la forma più alta di democrazia dopo aver votato la legge elettorale, forse esprime troppe posizioni”. Immediata la difesa di Rossi: “Noi quanto meno abbiamo fatto selezionare i candidati ai cittadini, quindi, sulla democrazia non possiamo prendere lezioni dal Pdl”.
A sorpresa, in favore della mozione si sono schierati i consiglieri del Popolo della Libertà, Francesco Mugnaioni e Matteo Cocci: “Si tratta di una mozione cara alla nostra storia di esponenti di Alleanza Nazionale visto che sulle preferenze abbiamo raccolto migliaia di firme. Ripristinarle vuol dire riportare almeno i politici a far politica in piazza” hanno così spiegato il loro voto. Inutile il tentativo di mediazione approntato da Querci, che ha aperto nel testo della mozione oltre al ripristino del voto di preferenza a modifiche del sistema elettorale tali da riportare agli elettori la scelta dei consiglieri. Ma si è trattato di un tentativo vano, il Pdl prima ha chiesto la sospensione della mozione e subito dopo è andato in ordine sparso sulla votazione, riproponendo una volta di più sul sistema elettorale la linea di frattura fra gli ex Forza Italia e gli ex Alleanza Nazionale.

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Sono parole di Alcide De Gasperi

“Voi costituite bensì un Partito, cioè una parte della Nazione, ma questa parte non è accampata nella Nazione per dominarla o per dividerla, ma è collocata in mezzo ad essa per servirla e precisamente per servirla secondo i criteri di convivenza, i quali prima che dalla Costituzione scritta, derivano dalle esigenze del nostro regime libero, dalla necessità primordiale di difendere all'interno le pubbliche libertà, sul binario della morale e della giustizia sociale; e di tener alto all'estero l'onore dell'Italia e di proteggerne gli interessi. Ecco che più che come parte, voi sentite la responsabilità di agire come centro, come il nucleo più solido di una democrazia, distinta in vari autonomi settori, ma uniti tutti nell'impegno, di consolidarla e garantirla nei suoi sviluppi a venire”.

Sono parole di Alcide De Gasperi

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