Il ritorno di Berlusconi e fare politica oggi

La famiglia del PD sembra avere eletto il candidato meno forte.
Scendendo in campo (ri-ri-ri-scendendo in campo) subito dopo l'acclamazione bersaniana, appare chiara la valutazione del cavaliere. Renzi, troppo pericoloso, ma con Bersani ci si può fare!
Scendendo in campo il Berlusconi, stoppa molti provvedimenti in corso di approvazione, anche scomodi: alcuni scomodi ai propri elettori, altri ai propri (ri) eleggibili.
La legge elettorale; rimanendo alla vecchia norma, si andrà a votare con quel sistema che assicura agli amici e ai nemici il loro posto in Parlamento, alla faccia di tutto e di tutti.
Che fretta c'era di provocare una crisi (assolutamente da evitare) a pochi mesi dalla scadenza naturale, colpendo il Governo (che si erano impegnati a sostenere) sul decreto sviluppo?
Sembra che ancora una volta che i mille orticelli abbiano avuto il sopravvento sul PAESE.

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Il testo del DL sulle Città Metropolitana e Province

Il testo integrale del decreto Legge 3558/2012

http://www.upinet.it/docs/contenuti/2012/11/disegno_legge3558.pdftesto decreto legge citta metropolitana

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ROSSI SVENDE PRATO A FIRENZE



ROSSI SVENDE PRATO A FIRENZE

In questi giorni assistiamo all'indecorosi Blitz del Governataore della Tosca ROSSI (in forza al PD) eb invero sorretto dai parlamentari pratesi del PD, di convincere il Governo all'idea di una città metropolitana che inglobi, sic et sempliciter, la Provincia di Prato.
Un'idea forzata che cozza con la Legge sia sul riordino delle Province che con quella dell'istituzione delle città metropolitana.

Una soluzione che beffeggia quanto emerso dal territorio, eppure la Legge stessa aveva richiesto un parere il quale mai aveva espresso la volontà di ricadere sotto Firenze, ma sempre in un ottica di indipendenza dal capuoluogo toscano, così come anche espresso dalle proposte del CAL* e dell'UPI* Toscana.

Un'arroganza istituzionale quella del presidente Rossi, una violenza delle regole democratiche, un sopruso che però ha trovato spazio nell'altrettanto indecoroso teatrino del PD PRATESE che non ha saputo trovare una linea condivisa, in una battaglia tutti contro tutti, incapace di dare una linea certa e sicura.

Non tutto è perso; molto è compromesso: ma lo è per ragioni di potere e di forza che nulla hanno a che fare con il senso democratico e con la Politica, quella vera ed autentica, di cui abbiamo smarrito il senso ed il valore.
Francesco Querci
Consigliere Provinciale

*Conferenza Autonomie Locali
*Unione delle Province toscane.



31 OTTOBRE 2012

Preg.mo Presidente
Provincia di Prato
Lamberto Nazzareno Gestri
Palazzo Banci Buonamici
Via Ricasoli 25 - Prato


DOMANDA DI ATTUALITA’ 
da inserire al prossimo consiglio provinciale




Il sottoscritto Consigliere.
premesso
  • è emerso dalla stampa che IL PROGETTO DEL GOVERNATORE ROSSI, SOSTENUTO DAI PARLAMENTARI PRATESI DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA CITTà METROPOLITANA FIORENTINA, ALLARGATA A PRATO E PISTOIA;
  • CHE DAL TERRITORIO NON E’ MAI EMERSI L’IPOTESI INDICATA DAL MINISTRO, DAL GOVERNATORE ROSSI E DAI PARLAMENTARI PRATESI DEL PD;
  • che si ribadisce con forza la contrarietà di PRATO ALL’IDEA DI CITTà METROPOLITANA ALLARGATA.
chiede
al Presidente ed agli assessori competenti di riferire in consiglio invitando il GOVERNO, LA REGIONE TOSCANA ed il PARLAMENTO al rispetto delle indicazioni pervenute dal TERRITORIO, dal CAL ovvero dai soggetti chiamati dalla legge ad esprimersi;
Capogruppo Udc
Francesco Querci

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TERRITORIO DI PRATO: QUALE PROVINCIA?

La Regione Toscana è chiamata nei prossimi giorni ad inviare al Governo la propria proposta sul riordino delle Province Toscane.

Un tema sul tavolo degli addetti ai lavori, ma percepito anche dalla città e dai Comuni come una svolta. Ognuno preme. Ogni Provincia stenta a prendere posizioni se non quelle che le premia. Pisa contro Livorno la più emblematica.

Tutto poi si complica allorchè il Governatore della Toscana Rossi addirittura intende mandare al macello la legge sul riordino, ma anche la legge sulla città metropolitana per le tre maxi aree (ed è parapiglia nel Pd).

Ed eccoci alla nostra Prato: che fare? Siamo amministratori che vogliono bene al territorio e ci battiamo per difenderlo: la legge ci dice "Prato Capoluogo" e dunque che Prato sia Capoluogo, sia  con Pistoia, sia che vada fino a Pontremoli,  ciò è indifferente! Indifferente però anche rispetto a differenti istanze dal territorio (esplicitate da alcune categorie economiche e sindacali o dal personale delle Province, che temono un decentramento nella scelta legislativa?)


Ciò è giusto? Questo mi chiedo e vi chiedo: è giusto limitarci ad una valutazione che incida solamente e forse strategicamente sul capoluogo, secondo una visione "trapattoniana" ovvero tutti a difesa del risultato, oppure la politica, la nostra politica, deve cercare di fare qualcosa di più?

La Legge dice di avere avviato un procedimento condiviso sul territorio: Il Cordinamento delle Autonomia Locali (CAL) e l'Unione delle Province della Toscana hanno presentato una proposta precisa: deroga per Prato e Pistoia, la deroga territoriale è compensata dalla concentrazione urbana e dal numero di abitanti (oltre 550.000) anche Pistoia è d'accordo!

Dunque noi Pratesi non sappiamo dire se tale deroga sia giusta? Se preferiamo oppure no un territorio "realmente governabile come capoluogo" oppure è indifferente andare fino a Massa?

Sinceramente come Consigliere Provinciale sono a favore della semplificazione amministrativa, agli accorpamenti delle Province (delle Regione e dei Comuni...), ma se di semplificazione si deve parlare che semplificazione sia: duro fatica ad immaginare un'efficiente distribuzione di servizi sul territorio che partano da Prato ed arrivino a Pontremoli.

Dunque concluso che la politica locale dovrebbe trovare il coraggio di fare il passo ulteriore anche prendendosi qualche rischio. Certo che attaccare significa anche aprire la strada al contropiede ma questo significa giocare la partita e le scommesse che il futuro ci impone di affrontare.

Io sto con Prato e Pistoia in deroga alla legge
Francesco Querci
Capogruppo UDC





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cristiani e musulmani insieme per la pace



«È venuto il momento di una testimonianza sincera contro le divisioni, contro la violenza, contro la guerra» 



Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei riandare brevemente, con il pensiero e con il cuo­re, alle straordinarie giornate del viaggio apostolico che ho compiuto in Libano. Un viag­gio che ho fortemente voluto, nonostante le cir­costanze difficili, considerando che un padre dev’essere sempre accanto ai suoi figli quando incontrano gravi problemi. Sono stato mosso dal vivo desiderio di annunciare la pace che il Si­gnore risorto ha lasciato ai suoi discepoli, con le parole: «Vi dono la mia pace -» ( Gv 14 ,27 ). Que­sto mio viaggio aveva come scopo principale la firma e la consegna dell’Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente ai rap­presentanti delle comunità cattoliche del Me­dio Oriente, come pure alle altre Chiese e comunità ecclesiali e anche ai capi musulmani.

È stato un evento ecclesiale commovente e, al tempo stesso, una provvida occasione di dia­logo vissuta in un Paese com­plesso ma emblematico per tut­ta la regione, a motivo della sua tradizione di convivenza e di o­perosa collaborazione tra le di­verse componenti religiose e so­ciali. Di fronte alle sofferenze e ai drammi che permangono in quella zona del Medio Orien­te, ho manifestato la mia sentita vicinanza alle legittime aspirazioni di quelle care popolazio­ni, recando loro un messaggio di incoraggia­mento e di pace. Penso in particolare al terri­bile conflitto che tormenta la Siria, causando, oltre a migliaia di morti, un flusso di profughi che si riversano nella regione alla ricerca di­sperata di sicurezza e di futuro; e non dimen­tico la situazione difficile dell’Iraq. Durante la mia visita, la gente del Libano e del Medio O­riente - cattolici, rappresentanti delle altre Chie­se e comunità ecclesiali e delle diverse comu­nità musulmane - ha vissuto, con entusiasmo e in un clima disteso e costruttivo, un’impor­tante esperienza di rispetto reciproco, di com­prensione e di fraternità, che costituisce un for­te segno di speranza per tutta l’umanità. Ma è soprattutto l’incontro con i fedeli cattolici del Libano e del Medio Oriente, presenti a migliaia, che ha suscitato nel mio animo un sentimen­to di profonda gratitudine per l’ardore della lo­ro fede e della loro testimonianza.

Ringrazio il Signore per questo dono prezioso, che dà speranza per il futuro della Chiesa in quei territori: giovani, adulti e famiglie animati dal tenace desiderio di radicare la loro vita in Cri­sto, rimanere ancorati al Vangelo, camminare insieme nella Chiesa. Rinnovo la mia ricono­scenza anche a quanti hanno lavorato instan­cabilmente per questa mia visita: i patriarchi e i vescovi del Libano con i loro collaboratori, la se­greteria generale del Sinodo dei vescovi, le per­sone consacrate, i fedeli laici, i quali sono una realtà preziosa e significativa nella società liba­nese. Ho potuto constatare di­rettamente che le comunità cat­toliche libanesi, mediante la lo­ro presenza bimillenaria e il lo­ro impegno pieno di speranza, offrono un significativo e ap­prezzato contributo nella vita quotidiana di tutti gli abitanti del Paese. Un pensiero grato e deferente va alle autorità liba­nesi, alle istituzioni e associa­zioni, ai volontari e a quanti hanno offerto il sostegno della preghiera. Non posso dimenticare la cordiale accoglienza che ho ricevuto dal presidente della Repubblica, si­gnor Michel Sleiman, come anche dalle varie componenti del Paese e dalla gente: è stata un’accoglienza calorosa, secondo la celebre o­spitalità libanese. I musulmani mi hanno ac­colto con grande rispetto e sincera considera­zione; la loro costante e partecipe presenza mi ha dato modo di lanciare un messaggio di dia­logo e di collaborazione tra cristianesimo e i­slam: mi sembra che sia venuto il momento di dare insieme una testimonianza sincera e de­cisa contro le divisioni, contro la violenza, con­tro le guerre. I cattolici, venuti anche dai Paesi confinanti, hanno manifestato con fervore il lo­ro profondo affetto al Successore di Pietro.

Dopo la bella cerimonia al mio arrivo all’ae­roporto di Beirut, il primo appuntamento e­ra di particolare solennità: la firma dell’Esor­tazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente, nella Basilica greco-melkita di San Paolo ad Harissa. In quella circostanza ho invitato i cattolici mediorientali a fissare lo sguardo su Cristo crocifisso per trovare la for­za, anche in contesti difficili e dolorosi, di ce­lebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del per­dono sulla vendetta e dell’unità sulla divisio­ne. A tutti ho assicurato che la Chiesa univer­sale è più che mai vicina, con l’affetto e la pre­ghiera, alle Chiese in Medio Oriente: esse, pur essendo un «piccolo gregge», non devono te­mere, nella certezza che il Signore è sempre con loro. Il Papa non li dimentica.

Nel secondo giorno del mio viaggio apostoli­co ho incontrato i rappresentanti delle istitu­zioni della Repubblica e del mondo della cul­tura, il corpo diplomatico e i capi religiosi. Ad essi, tra l’altro, ho indicato una via da percor­rere per favorire un futuro di pace e di solida­rietà: si tratta di operare affinché le differenze culturali, sociali e religiose approdino, nel dia­logo sincero, ad una nuova fraternità, dove ciò che unisce è il senso condiviso della grandez­za e dignità di ogni persona, la cui vita va sem­pre difesa e tutelata. Nella stessa giornata ho avuto un incontro con i capi delle comunità religiose musulmane, che si è svolto in uno spi­rito di dialogo e di benevolenza reciproca. Rin­grazio Dio per questo incontro. Il mondo di og­gi ha bisogno di segni chiari e forti di dialogo e di collaborazione, e di ciò il Libano è stato e deve continuare ad essere un esempio per i Paesi arabi e per il resto del mondo.

Nel pomeriggio, presso la residenza del patriar­ca maronita, sono stato accolto dall’entusiasmo incontenibile di migliaia di giovani libanesi e dei Paesi vicini, che hanno dato vita ad un festoso e orante momento, che rimarrà indimenticabile nel cuore di molti. Ho sottolineato la loro fortu­na di vivere in quella parte del mondo che ha vi­sto Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, e lo sviluppo del cristianesimo, esortandoli alla fedeltà e all’amore per la loro terra, nonostante le difficoltà causate dalla mancanza di stabilità e di sicurezza. Inoltre, li ho incoraggiati ad esse­re saldi nella fede, fiduciosi in Cristo, fonte del­la nostra gioia, e ad approfondire il rapporto per­sonale con Lui nella preghiera, come anche ad essere aperti ai grandi ideali della vita, della fa­miglia, dell’amicizia e della solidarietà. Veden­do giovani cristiani e musulmani fare festa in grande armonia, li ho spronati a costruire insieme il futuro del Libano e del Medio Oriente e ad opporsi insieme alla violenza e alla guerra. La concordia e la ri­conciliazione devono essere più forti delle spinte di morte.

Nella mattina della domenica, c’è stato il momento molto in­tenso e partecipato della Santa Messa nel City Center Water­front

di Beirut, accompagnata da suggestivi canti, che hanno caratterizzato an­che le altre celebrazioni. Alla presenza di nu­merosi vescovi e di una grande folla di fedeli, provenienti da ogni parte del Medio Oriente, ho voluto esortare tutti a vivere la fede e a testimo­niarla senza paura, nella consapevolezza che la vocazione del cristiano e della Chiesa è quella di portare il Vangelo a tutti senza distinzione, sull’esempio di Gesù. In un contesto segnato da aspri conflitti, ho richiamato l’attenzione sulla necessità di servire la pace e la giustizia, di­ventando strumenti di riconciliazione e co­struttori di comunione. Al termine della cele­brazione eucaristica, ho avuto la gioia di con­segnare l’Esortazione apostolica che raccoglie le conclusioni dell’Assemblea speciale del Si­nodo dei vescovi dedicata al Medio Oriente. At­traverso i patriarchi e i vescovi orientali e lati­ni, i sacerdoti, i consacrati e i laici, questo Do­cumento vuole raggiungere tutti i fedeli di quel­la cara regione, per sostenerli nella fede e nel­la comunione e spronarli sulla via della tanto auspicata nuova evangelizzazione. Nel pome­riggio, presso la sede del patriarcato siro-cat­tolico, ho avuto poi la gioia di un fraterno in­contro ecumenico con i patriarchi ortodossi e ortodossi orientali e i rappresentanti di quelle Chiese, come pure delle comunità ecclesiali.

Cari amici, i giorni trascorsi in Libano sono sta­ti una stupenda manifestazione di fede e di in­tensa religiosità e un segno pro­fetico di pace. La moltitudine di credenti, provenienti dall’intero Medio Oriente, ha avuto l’op­portunità di riflettere, di dialo­gare e soprattutto di pregare in­sieme, rinnovando l’impegno di radicare la propria vita in Cristo. Sono certo che il popolo libane­se, nella sua multiforme ma ben amalgamata composizione reli­giosa e sociale, saprà testimo­niare con nuovo slancio la vera pace, che nasce dalla fiducia in Dio. Auspico che i vari messag­gi di pace e di stima che ho voluto dare, possa­no aiutare i governanti della Regione a compie­re passi decisivi verso la pace e verso una migliore comprensione delle relazioni tra cristiani e mu­sulmani. Da parte mia continuo ad accompa­gnare quelle amate popolazioni con la preghie­ra, affinché rimangano fedeli agli impegni as­sunti. Alla materna intercessione di Maria, ve­nerata in tanti ed antichi santuari libanesi, affi­do i frutti di questa visita pastorale, come anche i propositi di bene e le giuste aspirazioni del­l’intero Medio Oriente. Grazie.

Benedetto XVI 

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MOZIONE UDC per garantire parità di trattamento nella SCUOLA STATALE e QUELLA PARITARIA




Approvata all'unanimità la MOZIONE UDC per garantire parità di trattamento nella SCUOLA STATALE e QUELLA PARITARIA nell'assistenza scolastica dei DISABILI.

Servizi di base compromessi dai tagli governativi.

A parità di condizioni il portatore di Handicap non ha accesso alla scuola paritaria

Hanno votato: UDC PD PDL IDV e LN


Mozione: SCUOLE PARITARIE - SOSTEGNO AI DISABILI
premesso
  • che allo “status” di scuola paritaria dall’ordinamento della Repubblica Italiana discende il suo inquadramento giuridico e sostanziale nella “scuola pubblica”, posto che Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli Enti locali, che pertanto svolgono un servizio pubblico;
  • che il 17% dell’offerta formativa è fornita dalle scuole paritarie e che quindi sono da considerare parte integrante del sistema integrato della scuola;
  • per l’anno 2013-2014 sono previsti tagli alle paritarie pari al 47%, con 268 milioni di contributi previsti a fronte dei precedenti 530;
  • che dal confronto della spesa media per alunno di scuola statale e paritaria se ne deduce che lo Stato, sostenendo la scuola  paritaria, non solo garantisce l’esercizio di un diritto, ma produce un risparmio di notevole portata, che aiuta a  riequilibrare e risanare l’attuale bilancio pubblico;
  • che è stata avviata un’azione popolare promossa dalla FIDAE, mediante una sottoscrizione di una petizione che sottolinea e rimarca un’oggettivo stato di difficoltà a rispondere alla domande dei meno fortunati, petizione alla quale hanno già aderito trasversalmente le maggiori formazioni politiche rappresentate nel Parlamento della Repubblica
considerato
  • che le scuole paritarie, chiamate s svolgere un servizio pubblico, devono essere poste in grado di rispondere adeguatamente a chi ne faccia richiesta sulla base dell’approvazione del relativo progetto educativo, da cui discende un preciso obbligo da parte dell’istituto scolastico ;
  • che se sul piano generale i tagli minano la sopravvivenza di molte scuole paritarie e nello specifico già oggi si assiste ad una diseguaglianza nell’assistenza al sostegno dei disabili (ovvero alle famiglie con bambini disabili);
ritenuto
che non è ammissibile concepire una diseguaglianza ed una discriminazione a danno di alunni e studenti portatori di handicap, i quali di fatto nella paritaria non possono ricevere sostegno adeguato e/o comunque paritetico con quanto avviene nelle scuole pubbliche non paritarie;
chiede
  1. al Presidente della Provincia e agli assessori competenti di avviare ogni iniziativa necessaria presso il Ministero dell’Istruzione e presso gli altri Uffici competenti per ovviare alle disparità di trattamento fra le scuole statali e quelle paritarie riguardo al SOSTEGNO dei DISABILI;
  2.  riferire successivamente al Consiglio circa le iniziative concretamente adottate dal presidente e dalla giunta.
Francesco Querci   (Capogruppo UDC Consiglio Provinciale)

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peretola: PRATO VIRA VERSO PERETOLA?

Così il Corriere Fiorentino di questa mattina.
Dunque, non solo in Sindaco Cenni, avrebbe divenuto possibilista, ma anche la Segreteria del PD per bocca della Bugetti.

Teniamo bene di conto, per leggere la presente vicenda, che la Commissione Regionale competente per la questione aeroporto è presieduta da quel Mattei di Prato, ex primo cittadino e che è il PD a governare la Regione.

Bene, ieri mattina (nemmeno a farlo a posta) ho partecipato alla Commissione III^ della Provincia Pratese, ove ho ribadito la posizione del Gruppo Udc contro la pista parallela e per il potenziamento dello scalo pisano come Aeroporto della Toscana centrale (l'idea dei due scali con unica testa teste - Pisa e Firenze di Rossi non convince); uno sdoppiamento di costi in pieno stile Italia, sottraendo importanti risorse alle infrastrutture di collegamento della piana, anche da e verso Pisa in chiave navetta veloce da e verso aereoporto

Ma quello che non torna davvero è che l'assessore Menchetti della Provincia di Prato ed il Presidente della Commissione 3^ hanno unanimamente e categoricamente rimarcato la loro contrarietà alla pista parallela.

Dunque abbiamo una Segreteria del PD che asserisce cose diversa da ciò che viene espresso in sede istituzionale? Abiamo l'ennesima divisione all'interno del PD che si sovrappone a quella già esistente fra Prato e Firenze|Regione circa le sorti di Peretola?

Quale sarà la posizione di MATTEI, Presidente della commissione regionale che dovrà esprimersi sulla variante per l'adeguamento dell'aeroporto?

Insomma, chi ci governa dovrebbe essere chiaro. Si dovrebbe essumere le proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Comportarsi di giorno come si comporta di notte e non secondo la platea che sta ascoltando, sia essa pratese o fiorentina.

Rimango contrario alla pista parallela, ma ancora più contrario all'indecisionismo di chi Governa e rimanda per paura di perdere consenso.

Dunque si decida! Si o no.



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Berlusconi Si, Berlusconi No !

Lo sapevamo.


Lui, il grande Silvio, riottoso a lasciare libero il delfino Alfano (sempre più da parco acquatico) sta tornando (ma se ne era mai andato?!).
Formattatori & Primarie, cancellati di colpo per bocca di Cicchitto che plaude al restarautore e garante   di un modo di essere ed interpretare la politica: 1^ Mission  via la Minetti, eletta dal popolo (seppur secondo le orripilanti attuai leggi elettorali) la si vuole formattare, ovvero sacrificare per inseguire un'idea di cambiamento che all'orizzonte, invero, non si scorge.

Avrà da fare Berlusconi per convincere e riconvincere coloro che per anni gli hanno dato fiducia: Impossibile? No, ha abituato a grande imprese. 
Difficile? Si, estremamente difficile.

Quello che più preoccupa, è lo stato di incertezza in cui il Paese Italia in un momento di estrema delicatezza  si potrebbe nuovamente e irrimediabilmente trovare. 
Rinnovare il referendum contro e pro Berluscuni, allontanerebbe e ci allontanerebbe da quelli che oggi sono i veri problemi del Paese, a cui Berlusconi evidentemente non aveva saputo dare adeguata risposta,  sebbene coadiuvato da una sinistra ben lontana dal sapere interpretare il momento storico-politico nazionale, intenta e distratta a seguire le storie di letto dell'ex premier più che i reali bisogni dei cittadini.

Sinceramente mi sfugge cosa spinga il leader di Forza Italia ad un'avventura che verosimilmente potrebbe tradursi in una severa sconfitta alle prossime elezioni, alle quali si giungerebbe tutti con una legge elettorale bloccata (senza preferenze) che finirebbe per favorire solamente una classe dirigente che si è mostrata per gran parte inetta.

Francesco Querci


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PROVINCIA DI PRATO O NIENTE?

La complessa questione della Provincia pratese potrebbe essere letta in modo più chiara e semplice.

Se dobbiamo togliere dal tavolo l'accattivante progetto di "area metropolitana" ( da non conforndere con la "città metropolitana") per la pachidermica lentezza della politica, non ci rimane che tornare all'idea originaria "via tutte le Province".

Non si capisce infatti la logica che vuole salvarne una o cinque in Toscana con i soliti criteri e logiche lineari, per numero di abitanti per kilometri, senza entrare nel merito delle problematiche e specificità dei territori. Certo che ogni Provincia difenderebbe le propri specificità, ma non per questo la politica, quella buona, dovrebbe arrendersi; preferirei perdere una battaglia sui temi che sui calcoli matematici di teste o centimetri di terra.

E allora, ripeto, via le Province, tutte e senza ripensamenti e che i Municipi diventino il cuore pulsante delle comunità.
Meglio sempre avvicinarsi ai cittadini che allontanarsi come vorrebbe la proposta delle Province come ente di secondo livello sotto la direzione "REGIONALE" (Regione che comunque potrebbe tagliare questi enti e quindi quello pratese!).
Comunque la si guardi, se seguiamo parametri oggettivi ciò ci metterà in outside.

Il nostro Comune, d'altra aparte, forte del suo terzo posto nell'Italia Centrale, ricco di opportunità e di criticità, se messo in campo a correre alla pari con gli altri, saprà bene interpretare il proprio ruolo. 
Un ruolo che comunque rimarrebbe, nella peggiore delle ipotesi, se optasse per l'accorpamento con Pistoia, garantendo l'unione di importanti distretti (quello tessile e quello vivaistico), l'accesso verso il mare e verso l'appennino con nuove e mai percorse sinergie

Francesco Querci
(capogruppo UDC PROVINCIA)

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L'IMPORTANZA DI UNA POLITICA DEL MEDITERRANEO


L'attuale crisi dell'Europa (del sud) non deve distrarre la politica dalla promozione, seria e convinta, di una politica del e per il mediterraneo.
Spagna, Italia e Grecia potrebbero avere la naturale leadership nel condurre i propri paesi fuori da una crisi non solo economica, ma anche culturale, verso una riaffermazione da una parte identitaria facilitata dalle comuni radici, dall'altra economica e culturale attraverso l'apertura di seri canali di scambio verso quei paesi nordafricani che si affacciano sul mediterraneo, ansiosi di mostrare nelle loro molteplici contraddizioni la volontà di cambiamento, specie dove l'islam sposa una moderazione idonea a creare rapporti duraturi con i nostri paesi.
Un terreno certamente insidioso, ma dove la politica potrà dimostrare il proprio valore nel recupero forte e convinto del proprio ruolo e della propria vocazione.

Italia, Spagna e Grecia per il rilancio culturale e politico di un'Europa oggi contratta solo su se stessa e sulla sterile politica finanziaria della BCE.

Francesco Querci 

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