Quando un Vescovo parla –

Comunicato Stampa - UDC QUERCI - 26.06.2009

Quando un Vescovo parla – da un pulpito – il suo ministero si rivolge a tutta la Comunità civile e religiosa, e seppur il suo monito ha natura politica, la sua voce religiosa in primis si rivolge alle coscienze di ogni uomo e di ogni donna.
Aver strumentalizzato in questa campagna elettorale, appena passata, alcuni dei passi di S.E. Mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato, detti nel giorno del Corpus Domini, non fa onore alla politica, perché si sono incrinate parole di grande valore morale a favore, o a pregiudizio, di una delle parti in campo (mentre tutti stavamo correndo per il governo della Città e della Provincia); questo significa non comprendere la grandezza e la levatura di alcune figure morali indispensabili all’interno della nostra storia civile e della nostra società. Queste persone vanno salvaguardate, ma anche ascoltate politicamente per il Bene Comune.
Il costante richiamo all’interezza e al patrimonio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, da parte di S.E. Mons. Simoni, è rivolto indistintamente a tutti, laici e religiosi, credenti e non credenti, sia a coloro che svolgono un ruolo politico, sia ai comuni cittadini, infine a tutti coloro che hanno responsabilità dirette a livello civile e sociale.
Questioni quali il rispetto della vita umana, della dignità della persona, il valore della solidarietà e della giustizia sociale non sono di natura particolare, ma valori assunti da tutto il quadro istituzionale della nostra società civile occidentale. Essi restano punti di riferimento chiari e forti da difendere oltre ogni pericolo o contingenza, sia a livello di scelte politiche di un territorio, sia a livello legislativo e normativo.
Quello che sta succedendo, per l’affermarsi di una società che dimentica i propri valori di riferimento è preoccupante. Ricordare a tutti quanti che la Dottrina Sociale della Chiesa resta ferma e certa su determinati punti, quali l’accoglienza, la solidarietà, la famiglia, ma anche la giustizia sociale, la libertà della persona, non significa determinare le scelte politiche di uno degli schieramenti, o dimenticare altrettanti principi essenziali al convivere sociale, quali la sicurezza delle persone e della comunità, ma richiama fermamente tutti quanti ad un confronto diretto con i valori di riferimento della società occidentale, fortemente e indelebilmente radicata in una cultura giudaico-cristiana rivolta al Bene Comune e quindi alla difesa dei più deboli fra cui, ricorda la Bibbia da sempre, le vedove, gli orfani e gli stranieri...
Francesco Querci - Filippo Boretti

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Si, Roberto Cenni ha vinto.

Si, Roberto Cenni ha vinto.

Con lui vince una città che ha scommesso su se stessa per l'ennesima volta. Una città che vuole rinascere perchè dotata di rinnovato slancio. Una città che non vuole lasciare nessuno indietro. Una città che vuole dialogare con l'altra città che oggi piange. Una città desiderosa di maggiore equità e giustizia per se stessa, ancorchè per gli altri.

Una città che sia davvero di Noi tutti.

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Prato aveva bisogno di questo ”apparente” ribaltone.


Socialmente abbiamo visto come la consistenza del voto e del non voto, oramai, faccia parte in modo indelebile dell'espressione democratica e come nuovamente nella lotta degli interessi il "popolo" prenda parte per determinare, non più con la clava, la vittoria di chi rappresenta - a torto o a ragione - il cambiamento. Inciso: concordo con Francesco Querci, con il quale oramai ho stretto un sodalizio, che l'eccesso dell'espressioni di questi giorni faccia parte del momento e debba essere inquadrato per darne il giusto peso, mentre a coloro che rappresentano una carica ed hanno un ruolo è richiesto maggior austero contenimento.

Se la piazza "popolare" in queste ore mostra eccessi, vanno osservati e non cavalcati, vanno compresi ma non seguiti. Politicamente è successo ciò che il mondo politico italiano tarda ancora a capire: la genesi politica si è fatta pluri-culturale e meno bi-polare. Paradosso, il mio, ma che rende ragione di una eterogeneità ristretta di diversità politiche nel quadro di alleanze che lottano fra di loro per l'alternanza.

Aveva ragione il mio caro ed amato Mariotto Segni, oggi tanto osteggiato, quando vide corretto la lotta per il maggioritario (di cui io, oggi, nutro distacco e guardo con occhio critico), perché avrebbe smarcato le energie sopite della società per il bene del Paese ed avrebbe consegnato ad una disputa politica più chiara e più capace di imporre rigenerazioni, rinnovi ed a volte cambiamenti. Il problema è e resta tutto nei partiti che non riescono ancora ad essere mediatori fra la società e il potere, ma quando la società civile esprime personaggi chiave, la politica dei partiti è messa sotto scacco.

Questo è stato merito anche del maggioritario. Prato aveva bisogno di questo "apparente" ribaltone. Seppur la cultura di Umberto Cecchi - in toto - non mi appartiene, riconoscono la necessità pragmatica per il bene di Prato e dello stesso PD - anima comunque di questo territorio - di una sonora sberla alla nostra "passata" classe dirigente che in questi ultimi dieci anni da mediatrice degli interessi si è fatto troppo portatrice di alcuni interessi, non ultimi quelli degli immobiliaristi. Gestri, come sta mostrando in queste ore, non può essere minimamente felice, perché la sconfitta di Masismo Carlesi ha messo un freno al rinnovamento interno del suo partito a partire dalla base pratese. Auspico un patto per Prato dove tecnici bi-partisan possano ricoprire ruoli istituzionali con l'appoggio delle maggioranze costituite. Prato e la sua Provincia necessitano di coraggio. A Cenni, almeno questo, può essergli riconosciuto, in parte per lo meno.

filippo boretti

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L’Integrazione Sociale è entrata nell’era dello sviluppo sostenibile.

L’Integrazione Sociale è entrata nell’era dello sviluppo sostenibile. Sempre di più la società pratese dovrà convivere con forme di crisi socio-economiche che metteranno in discussione il proprio modello sociale consolidato. La risposta migliore arriverà da un sistema aperto in cui i valori – non più messi in discussione, ma presi a riferimento – saranno la solida base dell’integrazione su un modello di accoglienza “inter-culturale” dove le diversità culturali, etniche, religiose non saranno più messe in discussione, ma si confronteranno con i nostri valori, le nostre tradizioni e le nostre regole di riferimento.

Per questo, l'UDC porterà avanti una forte e decisa politica dell’integrazione e della pace sociale tramite i seguenti progetti: “Mappatura della criminalità, dell’insicurezza e della fiducia istituzionale”: consapevole delle difficoltà apportate dal mix esplosivo della crisi economica e della forte immigrazione nel nostro territorio, vedo come la più efficace delle risposte dar vita ad un progetto che, coinvolgendo Questura e Prefettura, l’Università e le Fondazioni, le Pubbliche Amministrazioni e la Caritas Diocesana, renda efficaci tutte le risposte delle Istituzioni preposte al territorio partendo dai dati sia della criminalità presente su tutto il territorio pratese, che dell’insicurezza reale e percepita, sia del grado di fiducia istituzionale che i cittadini hanno; promozione e creazione di una “Fondazione Territoriale per l’Housing Sociale” e la costituzione di un “Fondo Etico per la riconversione e per la valorizzazione delle aree e del patrimonio immobiliare dismesso.
francesco querci
segr comunale

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CENNI SINDACO - UDC-

Ringraziamo Roberto Cenni per averci creduto ed essersi impegnato insieme alla coalizione fino in fondo.
E’ stato Un grande gioco di squadra a condurci alla Vittoria.

L’Udc di Prato ci ha credurto subito ed ha deciso ritirando Roberto Caverni che il Candidato Cenni sarebbe stato il nuovo Sindaco di Prato.
Abbiamo fatto questa scelta in un momento difficile,anticipando scelte che a Firenze ci avrebbero portato su convergenze diverse,ma siamo stati premiati. Un Piccolo partito che è stato protagonista nella determinazione delle linee programmatiche, nella fase organizzativa, nella campagna elettorale. Lo siamo stati anche in Provincia ed al Comune di Montemurlo, dove per pochissimo non abbiamo raggiunto la meta.
Ora il nostro impegno continua, è l’impegno di un gruppo che da sempre si rifà ai principi della dottrina sociale della Chiesa. L’attenzione alla Persona,la valorizzazione della Famiglia come nucleo fondante della società,l’attenzione verso gli ultimi senza farne uno strumento di propaganda, sono valori ai quali non verremo meno,sposando il motto Vincenziano di Ozanam: contro l’egoismo senza medaglie.
L’impegno ed il risultato che il nostro partito a conseguito a Prato è il frutto di una lunga marcia che i cattolici pratesi non confluiti nella sinistra hanno iniziato molti anni fa dopo la caduta della Democrazia Cristiana.Di quel gruppo,costruito insieme a Franca Petrà, rimangono pochi dirigenti tanti altri giovani ormai sostituiscono i quadri e sono ormai il presente e non più il futuro dell’udc pratese. Ringraziamo Pierferdinando Casini per averci permesso con una scelta difficile di rimanere partito. Dove noi siamo accolti non come un gruppio di persone, ma come un alleato siamo determinanti. Per questo come segretario Provinciale voglio ringraziare insieme a Roberto Cenni che questo ha sostenuto anche l’On.Riccardo Mazzoni che in ogni momento ha coordinato la campagna elettorale con grande equilibrio sostenendo la nostra pari dignità.
Grazie a tutti i nostri candidati,ai dirigenti,in primis Daniele Luchetti,ai simpatizzanti,agli elettori.E’tempo di mettersi a riflettere sulle cose che non conosciamo del Comune di Prato ,i debiti ,le risorse per decidere insieme a Roberto Cenni il rilancio della nostra città. A Roberto che dovrà prendere le decisione abbiamo già suggerito di aprire un dialogo con gli sconfitti: Prato ha bisogno di tutti.
Enrico Mencattini segretario Provinciale.


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L'UDC si è fatta garante

Ambiente, Cultura e Sociale, sono le basi dell'accordo fra Attucci e Querci per il programma della Provincia, un accordo che pone l'attenzione sulle necessità del territorio (risorse, rifiuti ed energia) e su di una corretta integrazione che non incrini la pace sociale.

L'UDC si è fatta garante, con il pieno accordo della candidata alla Presidenza della Provincia Cristina Attucci, per quelle parti del programma, estremamente sensibili, di carattere ambientale e sociale, necessarie al recupero della fiducia istituzionale.

Recupero dei rifiuti, come bene materiale ed economico, abbandono delle ipotesi dei termovalorizzatori a beneficio di una filiera del riciclo, “Piano Provinciale del Riciclo e del Riuso” sull’esempio di Vedelago; risorse energetiche, un "Piano Energetico Provinciale” per la costituzione di un “comparto pratese della produzione energetica da fonti rinnovabili” (si pensi alle biomasse della vallata, a prevalenza boschiva, e dell’area del monte Albano, a prevalenza viti-vinicola) a diretto servizio delle imprese e per un forte stimolo alla “green economy”.

Come già affermato nel programma di Francesco Querci, l’Integrazione Sociale è entrata nell’era dello sviluppo sostenibile. Sempre di più la società pratese dovrà convivere con forme di crisi socio-economiche che metteranno in discussione il proprio modello sociale consolidato. La risposta migliore arriverà da un sistema aperto in cui i valori – non più messi in discussione, ma presi a riferimento – saranno la solida base dell’integrazione su un modello di accoglienza “inter-culturale” dove le diversità culturali, etniche, religiose non saranno più messe in discussione, ma si confronteranno con i nostri valori, le nostre tradizioni e le nostre regole di riferimento.
Il problema della casa non sarà più affrontabile a lungo termine secondo lo schema classico del “mercato immobiliare” (privato), per i percettori di stipendio, e dell’“edilizia pubblica residenziale” (pubblico), per le classi povere della società (ISEE). Gli stipendi non sono più rapportabili ai valori degli immobili e le risorse delle Pubbliche Amministrazioni non saranno più capaci di ristabilire un giusto equilibrio fra chi possiede e chi non può avere un bene primario quale quello dell'abitazione di proprietà. Ci sarà bisogno di una “terza via” che integri quella ordinaria del mercato e quella straordinaria dell’edilizia pubblica, e questa via si chiama “Social Housing”. L’"abitazione sociale" – così in italiano – ha come riferimento non le classi più povere, ma la classe “media”, ovvero quel variegato mondo di persone legate all’ingresso nel mondo del lavoro (studenti e ricercatori universitari, giovani single o coppie con lavori interinali ed in mobilità), all’uscita dal mondo del lavoro (che non hanno potuto accumulare riserve per il bene casa), alla mobilità lavorativa (terziario avanzato e dei servizi) e alle necessità assistenziali (perdita del lavoro, dell'autosufficienza, solitudine, malattia e anzianità), infine al problema dell’integrazione.
Per queste nuove classi sociali si tratta di rispondere alla necessità fondamentale dell’abitare, più che del "bene casa". Ed in questo la città è il luogo per eccellenza dell’abitare e spesso dell’abitare “temporaneo”.

L'UDC di Franceso Querci si è fatta garante assieme con Cristina Attucci di perseguire una forte e decisa politica dell’integrazione e della pace sociale tramite i seguenti progetti: “Mappatura della criminalità, dell’insicurezza e della fiducia istituzionale”: consapevole delle difficoltà apportate dal mix esplosivo della crisi economica e della forte immigrazione nel nostro territorio, vedo come la più efficace delle risposte dar vita ad un progetto che, coinvolgendo Questura e Prefettura, l’Università e le Fondazioni, le Pubbliche Amministrazioni e la Caritas Diocesana, renda efficaci tutte le risposte delle Istituzioni preposte al territorio partendo dai dati sia della criminalità presente su tutto il territorio pratese, che dell’insicurezza reale e percepita, sia del grado di fiducia istituzionale che i cittadini hanno; promozione e creazione di una “Fondazione Territoriale per l’Housing Sociale” e costituzione di un “Fondo Etico per la riconversione e per la valorizzazione delle aree e del patrimonio immobiliare dismesso nella Provincia”.

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Appello al Voto per il Cambiamento.

l'UDC, rispetto alle scorse amministrative (dove aveva un solo consigliere circoscrizionale) riesce ad ottenere almeno un Consigliere Provinciale, uno Comunale e due di circoscrizione, quasi raddoppiando, come nel caso delle provinciali, i propri voti.

Per i ballottaggi (comune di Prato e Montemurlo + Provincia) l'Unione di Centro ha inteso cogliere e privilegiare il segnale forte che veniva dalla città, che si traduce facilmente nel desiderio di cambiamento, un desiderio che ha costretto i candidati PD - prima volta nella storia! - ad un inatteso ballottaggio.

Si pensi che Gestri (candidato alla
Provincie del PD) ha preso ca. il 47% dei voti rispetto al 55% del collega Logli nelle precedenti amministrative.

L'Unione di Centro, all'opposizione nella precedente amministrazione, non ha notato alcun segnale di discontinuità rispetto alle precedenti amministrative, ma anzi denota sia che i due candidati Carlesi e Gestri rappresentino due candidature interne al PD, cosa che se da un alto rappresenta una normale scelta di partito, dall'altro però tale scelta coincide con chi ha già amministrato la città (fallendo) e su chi era parte di quel "gioco" partecipate-amministrazione, tanto osteggiato dai cittadini di destra, di centro e di sinistra.

La campagna elettorale si è conclusa senza scossoni, con un Gestri appiattito su Carlesi, incapace di dare segnali forti di cambiamento, ma anzi troppo spesso costretti entrambi a giustificare l'operato dei loro predecessori, incapaci di comprendere che Prato sta cambiando e i desideri dei cittadini devono essere re-interpretati.

Le uscite ultime di Carlesi, invero, hanno mostrato come questo sia radicato ad una matrice ideologica tale da fare Lui alzare steccati e scavare fossati di cui O
GGI questa NOSTRA PRATO non necessita e di un Gestri che gioca a fare il professore con l'outsider che lo ha appena fortemente ridimensionato.

Cenni è riuscito a fare questo: è riuscito ad aprirsi alla città, a tutta la città, ascoltando le varie istanza dei cittadini senza pregiudizi ideologici, accattivandosi anche la simpatia politica di chi "naturalmente" si sarebbe sentito sino ad ieri più rappresentato dalla sinistra.

Attucci, giovane ed inesperta? Giovane ed inesperta come Renzi che fu eletto dal PD alla Provincia di Firenze a 28 anni e candidato sindaco dal PD a 33 anni?
Giovane direi quanto basta per essere libera di guardare al domani, libera di chiedere collaborazione alla città ed alle menti libere che in essa sono contenute.
Forse anche indipendente da quei giochi di potere di cui la sinistra è imperniata.

Si meglio una candidata giovane, libera ed indipendente!

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Attucci sposa Querci:

da www.pratoblog.it

Attucci sposa Querci: questa è l’ultima novità della campagna elettorale e così il centrodestra si avvia ad essere reale forza di governo in alternativa all'asse PD-Rifondazione, con Gesti ormai schiacciato sulle posizioni degli ex-comunisti. Cristina Attucci, nell'incontro privato con Querci di giovedì sera, ha apprezzato il grande lavoro fatto dall'Udc di Francesco Querci e dalla sua squadra, e motivata da vicinanza di ideali, valori di riferimento condivisi, e di proposte concrete da realizzare per la Provincia, ha affermato che solo un programma di qualità è garanzia di vittoria e buon governo.L'intesa fra Attucci e Querci si è trovata subito: garanzia di un impegno a livello inter-provinciale per giungere ad una gestione dei rifiuti, come indicata dall'Udc, quale abbandono dell'ipotesi termovalorizzatori, e giungere ai cosiddetti "rifiuti zero" (rifiuto come bene materiale ed economico da ri-immettere nel mercato), impegno concreto sulla cultura ed investimenti radicali sul territorio, investimento sul sociale (con un vero programma per l'integrazione su basi solide nel rispetto delle regole e della dignità di ogni persona), incentivazione nei confronti di tutti i Comuni per una semplificazione normativa e per una profonda armonizzazione dei regolamenti comunali fra di loro.Per Attucci e Querci il ruolo della Provincia sarà primario nella risoluzione dei problemi del territorio, condividendo appieno il ruolo sussidiario ma anche di stimolo a politiche integrate sulla pianificazione territoriale, sulla mobilità e sulle infrastrutture che dovranno vedere tutti i Comuni com-partecipi e mossi da un unico intento: il risparmio delle risorse territoriali ed energetiche. Pienamente concordi sul ruolo trascinate del tempo libero, dello sport e del turismo, pensando che l'Assessorato che dovrà coordinare queste politiche avrà un ruolo essenziale per il rilancio dell'intera Provincia a livello nazionale.Infine, viva preoccupazione hanno espresso sulla capacità del centrosinistra pratese di condurre in porto un'operazione di integrazione sociale vista la nuova legge sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana e definita da Attucci e da Querci "improvvida". «Pienamente concordi sul tradurre in politica gli insegnamenti derivanti dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, nel rispetto della dignità di ogni persona e del bene comune, ma con questa legge regionale - hanno affermato alla fine del loro incontro - non c'è da plaudire, se non entrando nel merito delle singole disposizioni (cosa che ben potremmo fare non mancandoci né sensibilità sociale, né cultura di riferimento cui radicare solidarietà e accoglienza rivolta alla persona)».«Con questa legge - hanno continuato i due candidati - si è voluta far passare come "naturale" una visione giuridica delle competenze regionali ed etica delle "pluriculture", che non ha radici se non in una visione relativista e laicista dello Stato italiano. La Regione Toscana ha sbagliato due volte, primo perché politicamente si è arrogata il diritto – su questioni di principio e valoriali – di legiferare in competizione con il parlamento italiano – caduta di stile e politica; secondo, perché culturalmente questa legge impone una visione etica completamente distorta dei principi e dei valori di riferimento presenti nel tessuto sociale italiano, anzi crea per legge una cultura di riferimento pluriculturale».«La storia insegna che l’integrazione è avvenuta perché le popolazioni che hanno accolto erano coese e forti su valori condivisi - sottolineano Attucci e Querci -, in questo modo hanno saputo accogliere le innovazioni che la cultura ospitata ha apportato a quella ospitante; un vicendevole scambio per il bene comune, ma senza rinunciare alle proprie radici culturali» .«Questa legge è indifferente, si pone sul piano delle culture come se l’Italia non ci fosse - concludono i due candidati -; impone una visione laicista dell’accoglienza, più che laica, e relativista più che interculturale; evidenzia la povertà etico-culturale di una parte dei politici afferenti all’attuale PD, ormai privi di ideologie di riferimento, i quali rifiutando di riferirsi alla cristianità – così come ad una cultura che fonda l'Italia - cercano una nuova cultura di riferimento – non più marxista ed atea – in un meccanicistico pluriculturalismo da imporre ad un’Italia tutto sommato ancora saldamente ancorata a valori, tradizioni e regole proprie».

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Dopo Casini: la riflessione "politica"

Un Palazzo Novellucci gremito di tanta brava gente, di destra, di centro, di liberi cittadini venuti per conoscere e per capire dove un leader come Casini sta conducendo un partito.
A Pier Ferdinando interessa far capire alla gente, cioè ai cittadini italiani, che oggi si può non essere con Berlusconi senza essere di "sinistra". Ciò implica "non essere" di destra, dunque esprimere nei modi e nei contenuti una politica assolutamente alta nello stile di De Gasperi, dei
padri fondatori della nostra "prima" repubblica senza essere minimamente nostalgici.

A Pier Ferdinando interessa mostrare che può esserci una politica condotta da un leader, però a servizio di un progetto politico dentro un partito che ha una storia, che ha delle radici, che ha delle tradizioni, senza niente togliere alla politica che media e traguarda il futuro.

A Pier Ferdinando interessa il futuro, non
tanto l'emergenza, perché comprende che formare un "terzo" polo nell'era del berlusconismo è un'operazione difficile e lenta, e come tale va condotta sapendo riparlare alle persone, oltre agli stessi media; uno strapotere asservito al potere.

Pier Ferdinando ha parlato a Prato? Alla città di Prato?

chi si attendeva discorsi lusinghieri per quel candidato sindaco o per quel candidato presidente di provincia è rimasto deluso. Pier Ferdinando è uno statista, forse l'unico oggi in Italia: ha dato una lezione di politica, dunque, ha premesso delle condizioni per qualsiasi tipo di appoggio.


Ha ascoltato Cenni, ma gli ha detto anche che se "vorrà" essere Sindaco, dovrà avere saldi valori e tradizioni per non scivolare nella demagogia e nel populismo in una società che è e sarà "multi-etnica".

L'Unione di Centro è un partito che si candida, da oggi in avanti, ad essere alternativa vera, non populista, non demagogica, ma anche ad esser fondamento sicuro per tutti coloro che, candidandosi alla guida di una città come di una provincia, vogliono trovare riferimenti culturali e valoriali della più alta tradizione politica italiana ed europea; senza saldi ancoraggi la politica non solo latita, ma risponde solo alle emergenze e si allontana drasticamente dalla società civile.










Cenni può contare su di un partito dai grandi valori europei e cristiani. La sfida con il PD, a Prato, si vince sapendo guardare oltre berlusconi; sapendo ancorarsi a valori e lanciare ponti, rimanendo ben radicati al centro.

Pier Ferdinando non ha lusingato nessuno ieri, a Prato, solo ha ricordato che la politica è la cosa più seria in un momento di crisi come
questo; e non è né del PD, né tanto meno della PdL.

C'è differenza a sostenere Cenni passando dall'Unione di Centro. Questo va ricordato a tutti gli elettori che domani andranno a votare.
Non è un caso che la scelta di Enrico Mencattini assieme a Francesco Querci è stata quella di muoversi con discrezione - da soli - candidando il partito alla guida di una delle Province italiane più piccole, ma anche più significative.

Rispe
tto al PD, questa opzione è l'unica alternativa valida, ma soprattutto l'unica seria politicamente.

Auguri a tutti i candidati rossi, verdi, azzurri, gialli, bianchi...
di Filippo Boretti

foto di alessandro coppini

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Querci (Udc): «Provincia risolutrice della crisi pratese a patto che esca dalla sudditanza del Comune.»

Prato, 4 giugno 2009 - «Sono vari anni che conduco un lavoro strenuo di dialogo con la società civile, con i comitati, e con le stesse istituzioni. Votarmi significa credere che un centro trasversale oggi possa essere il perno del dialogo fra Provincia, Comuni, istituzioni e cittadini, e collaborare come parte attiva alla rinascita dalla crisi socio-economica. Il programma che abbiamo elaborato come Unione di Centro per la Provincia tiene conto di molte istanze delle categorie e dei cittadini.

Solo una politica di Centro, non di destra, non di sinistra è garanzia di un alto profilo a servizio del Bene Comune. Essermi candidato in solitaria ha significato l'assunzione di un rischio per il bene di tutti. Oggi la Provincia può essere risolutrice della crisi pratese a patto che esca dalla sudditanza del Comune di Prato. Il voto dato alla Provincia all¹Unione di Centro non è gettato via, perché vige un sistema elettorale a doppio turno. Alla Provincia ogni voto dato in alternativa a Cristina Attucci è un voto di rinnovamento e ogni voto dato in alternativa al centrosinistra è un voto di cambiamento.

L'Udc, al Comune, sostiene Cenni nella stessa identica maniera in cui lo fa la PdL e quindi chi vota Cenni, può tranquillamente e con la stessa volontà di cambiamento votare Udc alla Provincia. Ma dirò di più: chi sostiene Carlesi al Comune di Prato può tranquillamente e con la stessa volontà di rinnovamento votarmi alla Provincia. Ogni elettore che non abbia un candidato presidente di riferimento può guardare con interesse alla mia candidatura alla Provincia.

Nessun programma è stato sviluppato con un¹attenzione al territorio, alla cultura, all¹efficienza amministrativa, alla rivalutazione del tempo come fattore socio-economico come quello proposto dall¹Unione di Centro; nessun programma si è messo così in discussione ed in dialogo con tutti, da destra a sinistra. Sfido chiunque, ma invito l¹elettore che ancora non lo avesse fatto a dare una rapida scorsa al nostro programma. Esso è di garanzia per tutti, indistintamente.

francesco querci

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Pierferdi Casini a Prato

GIOVEDI 4 GIUGNO 2009 ORE 16,30 PALAZZO NOVELLUCCI ORE 16,30

PIER FERDINANDO CASINI
a PRATO



chiude la campagna elettorale dell'U.D.C. incontrando FRANCESCO QUERCI, candidato alla Presidenz
a della Provincia e gli altri candidati in Provincia e in Comune.
Seguirà un "apericena" al Caffè delle Logge in Piazza del Comune.

Presenzierà anche il Candidato a Sindaco di Prato ROBERTO CENNI, appoggiato da una coalizione di partiti e liste civiche, fra cui l'U.D.C. così come AURELIO BISCOTTI candidato Sindaco a Montemurlo.

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Spot Elettorale Querci

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sviluppo tecnologico:bioingegneria pratese

Perché non fare dell’esperienza acquisita in materia d’antinfortunistica e riabilitazione,e della tecnologia elettronica e meccanica del tessile un’ occasione di sviluppo per la città all’interno dell’AREA .ed una occasione per un nuovo indotto nel settore della Bioingegneristica?

La decisione della Regione di ristrutturazione del sistema sanitario Toscano,includendola nostra Asl in un sistema cosiddetto d’Area Vasta comprendente oltre a Prato anche Pistoia e Firenze, intorno al polo Universitario di Careggi rendono necessario per le forze politiche, una riflessione sul ruolo che il sistema della prevenzione Prato, la presenza di qualificati operatori, pubblici e privati, potrebbe avere all’interno dell’Area Vastacon la nascita un polo regionale specifico.E’, infatti, indubbio che l’esperenza da noi maturata sull’antiinfortunistica,e la presenza di operatori altamente preparati nella riabilitazione,sia nel settore pubblico che privato,potrebbe proporre Prato come sito pilota di un’esperienza di medicina del lavoro,e di riabilitazione ed attorno a questa di un sistema strutturato d’altissima qualificazione che potrebbe servire addirittura l’intera regione non soltanto dell’Area Vasta.Al contempo con la progettazione del nuovo Ospedale potremmo ipotizzare un intervento strutturato dell’Inail per i momenti infortunistici di intensità di cura, per costituire poi qui il centro di recupero e riabilitazione d’alto livello toscano, come ad esempio avviene nel nord-Italia in quello di Budrio in Emilia.Questo permetterebbe anche la nascita di un vasto indotto di bioingegneria ed elettronica applicata, che proprio in questo momento apre in tutto il mondo grandi prospettive.Abbiamo l’esperienza nel settore dell’elettronica ,della meccanica dei sistemi robotizzati ,la conoscenza delle fibre e dei materiali plastici,sviluppata per il meccanotessile e gli uomini per iniziare questo processo.in poco tempo potremmo qualificare con i nostri istituti professionale operatori specifici.In Toscana l’attenzione a questi temi al momento è relegata presso la Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa,ma noi a Prato siamo in grado di renderla da teorica tecnologicamente realizzata,ed applicativa in pochi anni ad un mercato Europeo.In un recente dibattito sull’area vasta noi dell’UDC abbiamo formulato quest’idea, ricevendo il consenso di alcuni operatori. Con il trasferimento alle Regioni di competenze in materia sanitaria, sta a noi fare di un’apparente perdita d’autonomia, quale a prima vista sembrerebbe l’Area vasta un’occasione per stimolare la città ad investire in questo settore nel quale a dimensione locale siamo eccellenti.Si tratta di capire che il settore antinfortunistico e riabilitativo non sono settori residuali ed assistenziali, ma possono costituire luogo di mercato e di sviluppo tecnologico ed economico importante.

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Sulla Legge Regionale sui clandestini ...


Filippo Boretti UDC

Non è nella condivisione di alcuni articoli che si può plaudire una legge, ma nella visione di insieme che questa esprime; in quella visione culturale ed etica, nonché giuridica, che fonda ogni singola disposizione.

La costituzione italiana fonda lo Stato anche sul principio di "sussidiarietà" e questa legge aggredisce questo principio arrogando ad una Regione il diritto di contrapporre ad una legge del Parlamento italiano, un 'altra legge dello "Stato" (sic). Con questa legge regionale non c'è proprio da plaudire, se non entrando nel merito delle singole disposizioni - cosa che ben potremmo fare non mancandoci né sensibilità sociale, né una cultura di riferimento attenta all'accoglienza e alla solidarietà rivolta alla persona - perché si nascondono le intenzioni vere dentro un arabesco che vuol far passare come "naturale" una visione giuridica delle competenze regionali ed etica delle "pluriculture" che non hanno radici se non in una visione relativista e laicista dello Stato italiano.

Fra una società che accoglie, fondando le proprie leggi sull'interculturalità, promulgate dallo Stato, ed una legge che crea una pluriculturalità giuridica di riferimento per plasmare la società, corre la differenza fra apprezzare alcune disposizioni della legge regionale approvata sull'immigrazione e criticare la visione giuridica ed etico-culturale sottesa alla medesima legge.

Non si tratta di riconoscere se l’Italia si è formata sui “numeri arabi”, o sugli scambi culturali del passato, cosa ovvia e riconosciuta univocamente, ma su quali basi giuridiche, etiche e quindi culturali vogliamo fondare l'accoglienza e la solidarietà qui, da noi, e non solo in Toscana, oggi.

La Toscana felix ha sbagliato due volte, primo perché “politicamente” si è arrogata il diritto – su questioni di principio e valoriali – di legiferare in “competizione” con il parlamento “italiano” – caduta di stile, ma soprattutto, torno a ripetere, caduta “politica” – visto che al reato di “clandestinità” si è voluto rispondere con una “solidarietà” indistinta; secondo, perché culturalmente questa legge impone una visione etica completamente distorta dei principi e dei valori di riferimento presenti nel tessuto sociale italiano, anzi crea “per legge” una cultura di “riferimento” quella del “pluriculturalismo”, imponendo una “relativistica indifferenza” dell’accettazione delle “culture” presenti sul suolo “italico”.

La storia insegna che l’integrazione, oltre che a suon di sganassoni, è avvenuta anche perché uno – chi accoglie – si è reso forte rispetto a chi è arrivato, ed ha saputo in questo modo “accogliere” anche le innovazioni che la cultura ospitata ha apportato a quella ospitante, in un vicendevole scambio per il bene comune (come è avvenuto coi “numeri arabi”, ad esempio, ma senza rinunciare alla propria “cultura di riferimento”, quella della cristianità medievale).

In questa legge non c’è traccia di riferimenti, di agganci ad una cultura “fondante” di chi accoglie. Che l’Italia l’abbia persa grazie al secolo breve? Che il progresso soico-economico prima e quello tecnologico dopo ci abbiano fatto perdere le nostre “radici” per un progressivo "sradicamento" del progresso in vista di una società "pluriculturale" fluttuante come su di un mare?

Questa legge è “indifferente”, si pone sul piano delle culture come se l’Italia non ci fosse, né quella della “Lega”, né quella della storia: “qualsiasi” cultura vale “una” cultura; “impone” una visione laicista dell’accoglienza, più che laica, e relativista più che “multiculturale”; evidenzia la povertà etico-culturale di una parte dei politici afferenti all’attuale PD, ormai privi di ideologie di riferimento, i quali rifiutando di riferirsi alla "cristianità" - così come ad una cultura che fonda l'Italia - cercano una "nuova" cultura di riferimento – non più marxista ed atea – ma in un “meccanicistico” pluriculturalismo da imporre ad un’Italia tutto sommato ancora saldamente ancorata a valori, tradizioni e regole proprie.

Ancora una volta una Regione dovrebbe fare da battistrada per una nuova visione etico-culturale imposta da una classe dirigente - e di marca politica - senza l'ausilio delle "opposizioni" e in competizione con il "parlamento" italiano... Peggio, la politica impone, una volta ancora, una "cultura" di riferimento per una società ormai ritenuta priva di riferimenti, quindi adatta ad accettare la "pluriculturalità" come principio fondante...

Lo scivolone peggiore è però – nuovamente – dei “cattolici democratici” che, senza aver più coscienza di ciò che approvano, lasciano il fronte sguarnito ad un potere arrogante che risponde a Roma – per legge – e all’Italia dicendo che la Toscana è la più brava, inventandosi una “cultura” inesistente di riferimento laicista e relativista senza più "cristianità".

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F r a n c e s c o Q u e r c i P r e s i d e n t e
la visione strategica del futuro
in attesa della ripresa economica investire sul territorio

L'Unione di Centro è un partito storicamente europeo, con salde radici territoriali a livello locale, e la candidatura di Francesco Querci a Palazzo Banci-Buonamici e di Carlo Casini al Parlamento Europeo è garanzia per i cittadini e per la classe dirigente pratese circa le questioni socio-economiche più rilevanti della crisi attuale.

L'Unione di Centro pratese è un partito che, osteggiando le politiche demagogiche e populiste di destra o della stessa sinistra, si è candidata con un programma approfondito ad assumere un ruolo "centrale" di vera e non fittizia alternanza a livello provinciale (un livello amministrativo sussidiario, fondamentale per affrontare i problemi del territorio), con un carattere trasversale, distintivo per rinnovamento, e marcatamente europeo, mostrando serietà all’elettorato che vota anche per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Questo non sta avvenendo né con la candidatura di Cristina Attucci – che di fatto non ha un programma per la Provincia – né con Lamberto Gestri, la cui squadra di assessori proposta altro non è che lo spostamento dell’attuale giunta comunale di Prato a Palazzo Banci-Buonamici.

Il voto dato alla Provincia all’Unione di Centro non è gettato via, perché vige un sistema elettorale a doppio turno e, quindi, ogni voto dato in alternativa a Cristina Attucci è un voto di rinnovamento e ogni voto dato in alternativa al Pd è un voto di cambiamento. L’Udc, al Comune, sostiene Cenni nella stessa identica maniera in cui lo fa la PdL e quindi chi vota Cenni, può tranquillamente – e con la stessa volontà di cambiamento – votare Querci alla Provincia; e chi sostiene Carlesi al Comune di Prato può tranquillamente – e con la stessa volontà di rinnovamento – votare Querci alla Provincia. Anzi, l’elettore che non abbia – come al Comune – un candidato presidente di riferimento può guardare con interesse alla candidatura di Francesco Querci alla Provincia.

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L'Unione di Centro è un partito storicamente europeo

F r a n c e s c o Q u e r c i P r e s i d e n t e
la visione strategica del futuro
in attesa della ripresa economica investire sul territorio

L'Unione di Centro è un partito storicamente europeo, con salde radici territoriali a livello locale, e la candidatura di Francesco Querci a Palazzo Banci-Buonamici e di Carlo Casini al Parlamento Europeo è garanzia per i cittadini e per la classe dirigente pratese circa le questioni socio-economiche più rilevanti della crisi attuale.

L'Unione di Centro pratese è un partito che, osteggiando le politiche demagogiche e populiste di destra o della stessa sinistra, si è candidata con un programma approfondito ad assumere un ruolo "centrale" di vera e non fittizia alternanza a livello provinciale (un livello amministrativo sussidiario, fondamentale per affrontare i problemi del territorio), con un carattere trasversale, distintivo per rinnovamento, e marcatamente europeo, mostrando serietà all’elettorato che vota anche per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Questo non sta avvenendo né con la candidatura di Cristina Attucci – che di fatto non ha un programma per la Provincia – né con Lamberto Gestri, la cui squadra di assessori proposta altro non è che lo spostamento dell’attuale giunta comunale di Prato a Palazzo Banci-Buonamici.

Il voto dato alla Provincia all’Unione di Centro non è gettato via, perché vige un sistema elettorale a doppio turno e, quindi, ogni voto dato in alternativa a Cristina Attucci è un voto di rinnovamento e ogni voto dato in alternativa al Pd è un voto di cambiamento. L’Udc, al Comune, sostiene Cenni nella stessa identica maniera in cui lo fa la PdL e quindi chi vota Cenni, può tranquillamente – e con la stessa volontà di cambiamento – votare Querci alla Provincia; e chi sostiene Carlesi al Comune di Prato può tranquillamente – e con la stessa volontà di rinnovamento – votare Querci alla Provincia. Anzi, l’elettore che non abbia – come al Comune – un candidato presidente di riferimento può guardare con interesse alla candidatura di Francesco Querci alla Provincia.

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