sviluppo tecnologico:bioingegneria pratese
Posted On martedì 2 giugno 2009 at alle martedì, giugno 02, 2009 by Avv. Francesco QuerciPerché non fare dell’esperienza acquisita in materia d’antinfortunistica e riabilitazione,e della tecnologia elettronica e meccanica del tessile un’ occasione di sviluppo per la città all’interno dell’AREA .ed una occasione per un nuovo indotto nel settore della Bioingegneristica?
La decisione della Regione di ristrutturazione del sistema sanitario Toscano,includendola nostra Asl in un sistema cosiddetto d’Area Vasta comprendente oltre a Prato anche Pistoia e Firenze, intorno al polo Universitario di Careggi rendono necessario per le forze politiche, una riflessione sul ruolo che il sistema della prevenzione Prato, la presenza di qualificati operatori, pubblici e privati, potrebbe avere all’interno dell’Area Vastacon la nascita un polo regionale specifico.E’, infatti, indubbio che l’esperenza da noi maturata sull’antiinfortunistica,e la presenza di operatori altamente preparati nella riabilitazione,sia nel settore pubblico che privato,potrebbe proporre Prato come sito pilota di un’esperienza di medicina del lavoro,e di riabilitazione ed attorno a questa di un sistema strutturato d’altissima qualificazione che potrebbe servire addirittura l’intera regione non soltanto dell’Area Vasta.Al contempo con la progettazione del nuovo Ospedale potremmo ipotizzare un intervento strutturato dell’Inail per i momenti infortunistici di intensità di cura, per costituire poi qui il centro di recupero e riabilitazione d’alto livello toscano, come ad esempio avviene nel nord-Italia in quello di Budrio in Emilia.Questo permetterebbe anche la nascita di un vasto indotto di bioingegneria ed elettronica applicata, che proprio in questo momento apre in tutto il mondo grandi prospettive.Abbiamo l’esperienza nel settore dell’elettronica ,della meccanica dei sistemi robotizzati ,la conoscenza delle fibre e dei materiali plastici,sviluppata per il meccanotessile e gli uomini per iniziare questo processo.in poco tempo potremmo qualificare con i nostri istituti professionale operatori specifici.In Toscana l’attenzione a questi temi al momento è relegata presso la Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa,ma noi a Prato siamo in grado di renderla da teorica tecnologicamente realizzata,ed applicativa in pochi anni ad un mercato Europeo.In un recente dibattito sull’area vasta noi dell’UDC abbiamo formulato quest’idea, ricevendo il consenso di alcuni operatori. Con il trasferimento alle Regioni di competenze in materia sanitaria, sta a noi fare di un’apparente perdita d’autonomia, quale a prima vista sembrerebbe l’Area vasta un’occasione per stimolare la città ad investire in questo settore nel quale a dimensione locale siamo eccellenti.Si tratta di capire che il settore antinfortunistico e riabilitativo non sono settori residuali ed assistenziali, ma possono costituire luogo di mercato e di sviluppo tecnologico ed economico importante.